Sono stata rimproverata, stamani, in casa.
Che sono tutti questi post "leggeri"?, mi è stato detto.
Che sono tutti questi post "leggeri"?, mi è stato detto.
Ma io penso che - di un blog - uno (me, in questo caso) possa fare quel che vuole.
E poi sono così: un po' profonda e un po' leggera (ritengo).
Comunque, giacché i rimproveri hanno sempre la loro efficacia, cerco una via di mezzo, un compromesso. E allora parlo di un passage parigino che amo, le passage Jouffroy, uno di Boulevard Montmartre.
E poi sono così: un po' profonda e un po' leggera (ritengo).
Comunque, giacché i rimproveri hanno sempre la loro efficacia, cerco una via di mezzo, un compromesso. E allora parlo di un passage parigino che amo, le passage Jouffroy, uno di Boulevard Montmartre.
Ecco, per esempio, il musée Grévin (per gli orari, clicca qui). Sempre snobbato. Ma mica perché mi senta un'intellettuale, No, no. E neanche per i quasi 20€ (caspita, però, venti euro a persona!) che bisogna sborsare. È che sono pigra.
Quindi andrò al museo Grévin, quando qualche italiano di passaggio a Parigi mi chiederà di accompagnarlo... (Speriamo che tosto o tardi capiti; son 20 anni che amici miei vengono in Francia, a Parigi, e nessuno me lo ha mai chiesto. Tutti intellettuali?)
Quindi andrò al museo Grévin, quando qualche italiano di passaggio a Parigi mi chiederà di accompagnarlo... (Speriamo che tosto o tardi capiti; son 20 anni che amici miei vengono in Francia, a Parigi, e nessuno me lo ha mai chiesto. Tutti intellettuali?)
Comunque, il passage merita. Per le librerie d'arte, per quelle di cinema (poster originali e tanti libri), per i negozietti dove non comprerò mai nulla, ma bellissimi a vedersi (quelli per esempio che vendono i kit per assemblare modellini [grandi] di ristoranti, caffè, persino ferramenta)... o anche per quelli di pietre dure.
Chissà se mi merito ancora il rimprovero, ora.