martedì 31 marzo 2009

Per chi l'avesse persa... Debora Serracchiani

1 commenti
La "rivelazione" Debora Serracchiani. Suo intervento all'Ass. Naz. dei Circoli del Partito Democratico
21 marzo 2009 (1/2)



Intervento di Debora Serracchiani all'Ass. Naz. dei Circoli del Partito Democratico (2/2)



Debora da Daria Bignardi "Era glaciale" 27.03.2009 (intervista in cui si scopre tra l'altro che dopo il suo intervento nessuno l'ha chiamata - a parte gli amici - e che ha 38 anni - io gliene davo 27)





E speriamo che non si faccia rovinare...

Chi è, che fa, dove trovarla, come contattarla:


Debora Serracchiani
è nata a Roma il 10 novembre 1970.

e-mail: debora.serracchiani@provincia.udine.it


Esercita la professione di avvocato a Udine.
E’ stata consigliera nella seconda circoscrizione del capoluogo friulano e coordinatrice della Commissione circoscrizionale “Urbanistica-territorio e lavori pubblici”.




domenica 29 marzo 2009

Torta rustica della spigolatrice

2 commenti
il quadro qui sopra è di Francesca Trusso
ed è prelevato dal sito www.trusso.it/paesaggi.htm


Un po' perché son tormentata dalle lezioni sul Risorgimento, un po' perché sempre quando debbo rimediare in casa qualcosa mi dico: facciamo la spigolatrice, un po' perché ho negli occhi un ricordo adolescenziale di una parte del parco dell'acquedotto di Cinecittà in cui ci sono spighe di grano maturo, poi non ci sono più e poi ci sono persone che vanno a raccogliere quel che avanza.

Ricordo anche la gente che andava per prati a fare l'insalata. Lo so, può sembrare primonovecento, ma io sono nata solo nel 1958... [Il mio ricordo somiglia moltissimo al quadro di Francesca Trusso].

Tutto questo per introdurre una semplicissima e improvvisata torta rustica a base di melanzane lunghe (3), peperoni rossi e verdi (2-3 non molto grandi), 2 uova intere, un po' di noce moscata, sale pepe, aglio, cipolla, prezzemolo, olio extra vergine. E una pasta brisée.

Gli ingredienti di sopra li cuocio tutti in padella il tempo che diventi una sorta di pappa molle. Lascio raffreddare, stendo la pasta brisée che bucherello. Sul fondo della pasta, à la dernière minute, ho messo l'avanzo di Boursin che è un formaggio molle di mucca, arricchito di ciboulette (l'erba cipollina).
Ho messo quel tipo di formaggio solo perché ne avevo un avanzo e poi è morbido come il Philadelfia.

La teglia da forno a bordi alti, ho ripiegato verso il centro l'eccedenza (bucherellata) di pasta.
Forno preriscaldato a 180°. Ho lasciato cuocere la torta rustica in forno per 40 minuti.



L'ha mangiata anche mio figlio, servendosi ben tre fette, mentre guardandola di primo acchito aveva detto: No, grazie, non penso che mi piaccia. Ma secondo me avessi avuto qualche oliva nera, sarebbe stata ancora più sfiziosa...



E a questo punto aggiungo anche la poesia di Luigi Mercantini, che io conoscevo sotto il titolo La Spigolatrice di Sapri:

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!

Me ne andavo al mattino a spigolare,
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
5era una barca che andava a vapore;
e alzava una bandiera tricolore;
all'isola di Ponza s'è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s'è ritornata ed è venuta a terra;
10sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra.

Sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra,
ma s'inchinaron per baciar la terra,
ad uno ad uno li guardai nel viso;
tutti aveano una lagrima e un sorriso.
15Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido.»

Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
20un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: «Dove vai, bel capitano?»
Guardommi e mi rispose: «O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella.»
25Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: «V'aiuti 'l Signore!»

Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare.
Due volte si scontrar con li gendarmi,
30e l'una e l'altra li spogliar dell'armi;
ma quando fur della Certosa ai muri,
s'udirono a suonar trombe e tamburi;
e tra 'l fumo e gli spari e le scintille
piombaro loro addosso più di mille.

35 Eran trecento, e non voller fuggire;
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano:
fin che pugnar vid'io per lor pregai;
40ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!


Certo, a questo punto, dovrei anche mettere i fatti di Bronte e la canzone di Mimmo Cavallo.
Metto la canzone: Uh, mammà.

venerdì 27 marzo 2009

Trattative (non troppo) riservate

0 commenti
Forse voi sarete blogger spensierati, individui che nella vita fate gli acquisti con la leggerezza di una farfalla e lo stato d'animo di un cherubino.
Ecco, io proprio no.

Oggi, per esempio. Anzi, da ieri.
Dopo mesi di tentennamenti, ieri si è deciso: si compra la macchina nuova. Noi siamo così: diesel nell'animo e turbo benzina (esiste?) nell'azione. Da 0 a 100, tanto per continuare a utilizzare un linguaggio metaforico consono.

Già, vi pare facile.
Siamo passati da
1. Si compra in contanti e buonanotte al secchio
2. Si paga mensilmente con maxi-rata finale
3. Si fa il leasing.

Per arrivare alla fase 3, ci sono volute picconate al granito dei nostri pensieri secondo il quale proprietario è SEMPRE meglio. No, che non è sempre meglio: un'automobile si deprezza, non acquista valore con il tempo. Diciamo che l'acquisto di una casa sta all'acquisto di un'auto come l'invecchiamento del vino sta all'invecchiamento dell'olio extra vergine d'oliva.


Unione Europea, sì, vabbè. Sta di fatto che io sono una lavoratrice pagata dallo stato italiano (e meno male che lo stipendio è in euro...). PROBLEEEEEEEMA.
Superato con varie telefonate ad ambasciata a Parigi e ministero affari esteri a Roma (e la faccia di brave persone che portiamo a spasso io e mio marito).

E contrattazione, contrattazione, contrattazione. Dal primo secondo all'ultimo (seppur sfinita).
Io vengo AMICHEVOLMENTE chiamata in casa "Livni", dal cognome del primo ministro israeliano, donna, Tzipi Livni. Davanti a me avevo un signore - il venditore d'auto che si offende se lo si definisce così, relata refero, bisogna dire prescripteur - che invece è israeliano dal punto di vista del DNA. È stata dura, ha vinto lui (come sempre vincono i venditori... ops, prescripteurs).
Ma ho lottato con onore.

Ora mi attende un'ultima lotta, quella con l'assicuratore. Già, perché la Toyota mi offre la copertura assicurativa totale a un prezzo da sballo (e con vantaggi importanti), ma per correttezza io preferisco sottoporre il preventivo anche al mio attuale assicuratore per vedere se rilancia.

Sarà lotta ardua, anche qui.
Tutto per avere un'auto di 2200 di cilindrata (clicca qui, ma la nostra è nera) prima della discesa delle Alpi, per Pasqua.

Mi mancherà la mia freccetta, la mia Yaris 1000 blu, prima auto di una allora 44enne...

giovedì 26 marzo 2009

Benedetta primavera!

4 commenti
Mio padre non sopporta la primavera perché comincia a star male. Invece io la amo, l'ho sempre amata e sempre l'amerò, perché anch'io mi risveglio con lei.

Avete fatto caso (voi magari no, voi che vivete nella bell'Italia e avete il sole oggi-sì-e-domani-anche)... avete fatto caso che in questi giorni di maltempo, gli alberi sembrano infischiarsene?

le viole di stamattina (photo by JS)

Tutti i rami sono pieni di fiori e le forsizie ti sbattono in faccia il loro giallo carico. E le aiuole comunali son piene zeppe di viole viola.

Così son io, in questi giorni.
Su e giù.
Ora su.

martedì 24 marzo 2009

Poi non ci si chieda perché le genti li amarono e li seguirono....

12 commenti
Tutti un po' rossicci di capelli, eh?


Un eccessivamente aitante Alessandro Magno
(Questa foto è di Giovanni Dall'Orto)

Napoleone nemmeno trentenne
Un affascinantissimo Niccolò Ugo Foscolo

il duro marinaio Beppino Garibaldi
(poi dici che dettero il ruolo a Franco Nero: identico!)

________________

Strategia per Stefano di Annamaria: prova a dirgli che sei una fan di Axl Rose (a proposito ora ho esattamente questo colore di capelli e la lunghezza suppergiù è quella)


Axl Rose da giovanetto
è del '62, ma attualmente
se li porta proprio male,
gli anni






lunedì 23 marzo 2009

La charlotte all'arancia e ricotta

4 commenti
Questa ricetta è in onore di Angelo del fango.

Ricetta della Charlotte all'arancia e ricotta

Questa è una ricetta difficile solo per il risultato che resta un'incognita fino alla fine.
Andiamo per ordine. Fondamentale è avere uno stampo per charlotte di silicone (altrimenti, l'impresa è già perduta). Costano, ma se io l'ho trovato in Francia a 3€50, speranza per voi ce n'è in abbondanza.

Ingredienti:

3 tuorli
20 cl di latte
2 cucchiai di miele
4 arance
150 g di zucchero semolato
3 fogli di gelatina alimentare o colla di pesce (mi pare si chiami così, in Italia)
20-25 savoiardi [biscuits à la cuiller, doigts de dame, ladies finger]
250 g ricotta di mucca

Preparazione:

Abbastanza semplice.
latte e miele sul fuoco nel pentolino
Nel frattempo, mettete i 3 fogli di gelatina a sciogliere in acqua rigorosamente fredda per 5-10 mn,
la scorza delle arance (anche di 2, poi si può aggiungere 1 cucchiaio di fior d'arancio) da aggiungere sul fuoco caldo.
Altrove, avrete sbattuto i 3 tuorli con lo zucchero fino a spuma biancogiallina.
Togliete il pentolino dal fuoco e aggiungete la crema di tuorli e zucchero. Vi aggiungete anche la metà della spremuta delle 4 arance. Poi di seguito i fogli di gelatina, ben strizzati.
Fate raffreddare un attimo.
Aggiungere la ricotta e mescolare il tutto.

Ecco la parte meno simpatica.
La base dello stampo di charlotte (se non avete quella in silicone, provvedete a foderare i fianchi del vostro contenitore con domopak trasparente) e i fianchi scanalati vanno tappezzati di savoiardi inzuppati nella spremuta di arance avanzata (se le vostre arance non avevano tanto succo... spremetene altre).
Io ho in parte sbagliato, perché non mi sono fidata di lasciare le parti di fianco senza savoiardi (cioè ho tappezzato tutto, dovendo spezzare qua e là i savoiardi troppo lunghi, etc.).
Perché non mi sono fidata? Perché ho voluto montare a neve ben ferma gli albumi delle tre uova e incorporarli all'impasto, all'ultimo momento.

Ciò ha reso estremamente morbido l'impasto (cfr. foto qui sotto) che ho riversato nello stampo tappezzato di savoiardi imbevuti di spremuta di arance sanguigne. Sicché non sono state sufficienti le 2h previste nel frigo.


Dopo 2 ore - inutilmente passate lì - ho passato stampo e contenuto nel freezer. Tutta la notte e tutto il giorno fino alle 14h. Non era diventato un sasso; anzi.

Guardate le foto per il risultato finale.


Che ve ne pare? Non va rimessa in freezer, eh.


Io ho assaggiato una delle due fette qui tagliate: da sturbo.

domenica 22 marzo 2009

Quando troppa tela e quando niente camicia...

0 commenti


Amo i Negramaro.

Sensazioni, stati d'animo, malinconie

2 commenti
Un caro amico mi ha chiesto perché sono in silenzio da quasi una settimana.
La verità oggettiva è che ho tanto da lavorare, da scrivere e per l'università (preparazione esami parziali e finali scritti e orali) e per me (articoli, conferenze e recensioni).

Poi c'è la verità soggettiva.
La esprimo con questi tre quadri di David Caspar Friedrich:

come mi sento oggi

come mi sento quando ho un attimo di respiro

come penso che la mia mente finirà.

Il principe ballerino, Re per una notte

6 commenti
Che Paese è quello in cui una trasmissione basata sul ballo nel quale si cimentano (con risultati disparati) goffi e improvvisati ballerini fa 60% di audience perché i neofiti ma giudiziosi alunni di ballo sono persone più o meno conosciute (e forse anche perché ognuno di noi vorrebbe saper ballare come un professionista)?

E che Paese è quello che incorona per la vittoria finale un principe, sia pure non esercitante le sue funzioni, come Emanuele Filiberto?

È una cosa negativa oppure positiva?
Significa che il Paese lo vede alla stregua di un attore di telefiction, di un imitatore o di un ex-calciatore famoso per la bellezza?
E lui che pensa? Il suo è un escamotage per conquistare i suoi futuri sudditi prima di tutto attraverso il cuore? Oppure è davvero un fanciullone cui la vita ha dato tutto e nel cervello non ha niente altro che un desiderio smodato di popolarità?

Chi ci capisce è bravo.
Vediamo che succede quando Berlusconi non ci sarà più (oh, persino Mussolini non è andato oltre i 22 anni di comando!).
Vediamo se Fini sarà l'alternativa (mi sento male a dirlo, ma tanto vale essere pragmatici).
E la sinistra? Sarà definitivamente morta, come dice Benigni: si ridurrà a un'indicazione di direzione stradale?

Intanto speriamo di esserci, per vedere.
Intanto proprio non sono riuscita a seguirla, la trasmissione. Meno male che c'è yahoo con 'ste notizie importantissime...

Ma forse sarebbe ora che ci si desse una mossa, in questo Paese, cui mi ostino a lasciare la P maiuscola.
Lo dice una che neanche ci sta più, in questo Paese, l'Italia.



sabato 21 marzo 2009

Un anno di blog

11 commenti
Il mio blog compie un anno di età. Il 22 marzo 2008 mi affacciavo timidamente qui.

Festeggio con questa torta (ché magari sapessi farne così, come ne fa Cinzietta - che non conosco):


post n. 413.

venerdì 13 marzo 2009

Plum-cake Two Colors della Preistoria

0 commenti
... della Preistoria, perché è un dolce che ho fatto la settimana scorsa.


INGREDIENTI:
Per sei persone
300 gr di farina
300 gr di zucchero
150 gr di burro [io uso quello coi grani di sale di mare incorporati che dà uno zinzino di sapore in più]
5 uova intere (di quelle grosse grosse)
150 ml di latte [ma io ho usato la panna liquida]
una bustina di lievito (secondo me, mezza bustina va bene e pure niente, se burro e zucchero son venuti belli spumosi. A un certo punto, ho temuto che debordasse sul fondo del forno, il dolce)
2 cucchiai di cacao amaro

1 cartoncino rigido
1 stampo di plum cake 25 cm


PREPARAZIONE:

Molto semplice.
Lo zucchero con il burro ammorbidito, fino a spuma (con il frullino elettrico), la farina, le uova a sbattere una alla volta, la panna liquida, il lievito.
Il composto così ottenuto, lo divido a metà, versandolo in una terrina dove lo attendono due cucchiai di cacao amaro. Mescolo tutto (cfr. foto). Faccio in fretta, ché ho versato il lievito...


L'unico problema, a questo punto - almeno per me - è stato quel pezzetto di cartoncino che forse si vede nella prima foto (ricavato da scatola di tisana ai fruits rouges). Vi spiego perché.

Per fare in modo che il dolce sia bicolore, ma per davvero, occorre mettere un cartoncino (se avete qualcosa in plastica, meglio) a metà dello stampo, a mo' di barra separatrice. La difficoltà sta nel: farlo star su, mentre si versa una prima parte di impasto bianco da una parte e di impasto nero dall'altra, per poi ripetere l'operazione, ma alla rovescia: dove hai messo il bianco, metti il nero, sopra il nero metti il bianco.
Alla fine ce l'ho fatta, chiamando anche il marito che a ragione si reclama fratello nell'anima di Alfonso Nitti, Emilio Brentani e Zeno Cosini.

Ecco il risultato:

E qui sotto tagliato a metà, per vedere l'interno:



Naturalmente, poi ho aggiunto un po' di zucchero a velo sopra.

Talons hauts...

4 commenti

67 sono i chili e 8 i cm dei tacchi.
Peggio dell'acqua minerale di Meissner: altissima, levissima... serissima.

martedì 10 marzo 2009

Fase II: dall'interno all'esterno. Attacchiamo con Pilates.

5 commenti


Ecco qua.
Finita la dieta, finita (ma in realtà continua) la via crucis della pulizia interna, del réaménagement alimentare, attacchiamo con la struttura corporea.

Per via degli acciacchi che il mio corpo si porta appresso da anni (dice mio fratello minore: Non hai capitalizzato, non hai investito sul tuo corpo. Assolutamente vero), non posso andare in palestra e fare qualunque esercizio mi passi per la testa. E in realtà è assai difficile che mi passi per la testa di fare un solo esercizio.

Ma prima facciamo un bilancio (più per futura memoria mia, che per voi che leggete). Dal libriccino nero in cui ho tutto annotato:

Dieta
Durata: 2 mesi (8 gennaio-8 marzo 2009)
Peso iniziale: 75, 4 kg. ------- Peso a oggi: 68,3 kg.
Massa grassa (Fat) 32 ------- 29
Massa idrica (Water) 48------ 50

Centimetro alla mano, scriverò solo la riduzione (un po' di pudore de la dernière heure):

girovita ........... - 13,5 cm
girofianchi....... - 8 cm
bacino (non è come girofianchi!) .... - 6,5 cm
giro coscia dx... - 9,5 cm
girobraccio sx....... - 3 cm
girocaviglia sx .... - 2 cm.

La dieta che ho seguito è quella dissociata [simile a questa], che però per i primi 20gg non prevede né pane né pasta; poi o pane o pasta, ma solo al pranzo di mezzogiorno. Spuntino obbligatorio a metà mattinata e a metà pomeriggio (frutta). 2 caffè al giorno (non ho obbedito). 1 cucchiaio di olio a pasto. Zuppa di verdure: obbligatoria la sera. Carne, pesce, verdura, insalata, ortaggi e legumi (questi ultimi, io non li ho presi per nulla). Niente vino, come unica bevanda, l'acqua - liscia (io ho preso la Vittel, perché sgonfia subito le caviglie). Negli ultimi 14 gg non sono dimagrita nemmeno di un etto.

E ora passo alla seconda fase.
Pilates.
Poiché non ho tempo né soldi per andare a un centro Pilates (dai 18 ai 35 euro a seduta, qui), ho comprato DVD e libriccino Pilates. Con lo yoga, sarei scoppiata a ridere, quasi subito: non fa per me.
A ogni buon conto, garantiscono risultati fin dalla decima seduta: vi saprò dire.

Intanto da due giorni, ho iniziato questo esercizio - che ricordavo fin dai tempi in cui di Pilates non si parlava, ma a dire il vero nemmeno di doppio mento (metto appositamente un video in cui la persona non è una splendida ragazza che coi miei problemi non c'entra nulla):


L'esercizio dell'uuuuuuuuuu e dell'iiiiiiiiii

Va da sé che mi sono fotografata il mento (che non vedrete mai, voi), prima.
Per fare il confronto, poi.

venerdì 6 marzo 2009

AQUARIUS, ristorante vegetariano del XIVe arrondissement

10 commenti

Oggi pranzo vegetariano con il mio amico Eugenio in una parte simil-popolare di Parigi. Fermata métro: Plaisance (o Pernety).



Eu, che sa che sto a dieta, è premuroso e mi consiglia di saggiare un piccolo ristorante vegetariano a mezzogiorno (rue de Gergovie).



Meno male che a quell'ora eravamo già seduti, ché il locale si è ben presto riempito (tutte donne... o quasi).
La cameriera-padrona (anche cuoca?) è rapida - si capisce che va a sbalzi di umore e che oggi le girava bene, piuttosto bene, diciamo -.



Ordiniamo un normalissimo piatto di crudités per iniziare. La cosa divertente è che l'aceto si spruzza come spray e l'olio è per davvero con il contagocce! Poi io prendo una cosa che assomiglia alla polenta con contorno di zucchine, peperoni e lenticchie (ahimè col cumino che io detesto, perché il suo sapore mi ricorda - sinesteticamente - l'afrore di ascelle sudatissime). Quel che prende Eugenio è buono, ma non ne ricordo il nome.




Per ultimo, ordiniamo un gâteau au fromage blanc (dolce alsaziano) con coulis di fruits rouges (salsina ai frutti di bosco). Soddisfatta e... ottimo il pane (lettore disorientato: a pranzo ho diritto al pane!) al papavero (cioè, con semi di papavero).



(questi due innamorati mi piacevano assaissimo)

Poi passeggiata con Eu per rue des Thermopyles (da chiedersi se siamo ancora in una Parigi targata 2009) e caffè all'Entrepôt, mixer di cinema, teatro, sala per lettura poesie, sala concerti su piano o jazz, ristorante, bar... Una bella idea, questa di oggi.



Ancora uno sguardo a rue des Thermopyles... senza auto, senza parcheggi.


Così.

martedì 3 marzo 2009

Parole chiare: il socialismo secondo Sandro Pertini

0 commenti
Ogni tanto fa bene sentir parlare chiaro.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

6 commenti

Cara Webmaster,
leggo con assiduità il suo blog, ma le confesso che da ultimo mi ha determinato un qualche significativo disorientamento.

Tempo fa, infatti, appresi che lei aveva deciso di intraprendere una dieta e, avendo problemi analoghi, decisi di seguire con attenzione i consigli che dispensava in materia con una ricchezza di dettaglio che non potei fare a meno di apprezzare.

Da ultimo, però, lei ha cominciato a pubblicare ricette su ricette, spesso accompagnate da foto molto attraenti! Come fare a resistere allora alla tentazione e lasciare nel cassetto i propositi di dieta? Ma al tempo stesso la domanda sorge spontanea: la sta a fa' sta dieta oppure no?
Con ossequio,

Un lettore disorientato

Piumina, in italiano (la mamma ideale di mio figlio fin dai suoi 5 anni)

Caro lettore disorientato,
si rassicuri.Seguo la dieta alla lettera da quasi 2 mesi e al momento ho perso 7,5 kg.

Tuttavia, il fatto è che non vivo sola e che toccando a me l'incombenza (il felice compito, altrui direbbe) di cucinare, avevo davanti due possibilità: a) mettere tutti a dieta con me; b) compensare l'assenza di una certa quantità/qualità di cibo per me mettendola a disposizione del resto della famiglia.

Ora, caro lettore disorientato, come lei probabilmente sa, figlio e coniuge di casa mia sono lunghi lunghi e magri magri. Potevo metterli a dieta con me?

Sicché mi sono trasformata - ma solo per questo breve periodo, per carità - in quell'immagine di moglie (quasi)perfetta e di mamma Piumina (ricorderà, la mamma buona di Paperon de' Paperoni, che sforna torte e amore - no, non la confondo con Nonna Papera. Sono ferrata in materia).
Se sapesse quante altre ricette non ho pubblicato (io guardo mangiare ma non mangio quel che preparo loro)!

Torniamo a noi. Lei deve mettersi a dieta. Lei è persona rigorosa e pragmatica.
Come me. Dunque mi permetterò di darle dei (buoni) consigli.

Regola n. 1 avere a disposizione centimetro, quaderno e penna. Aggiungere una bilancia casalinga (possibilmente nuova e di uso strettamente personale)
Regola n. 2 non barare mai
Regola n. 3 annotare i cambiamenti peso e cm in positivo così come in negativo
Regola n. 4 darsi una scadenza (2 mesi, per esempio)
Regola n. 5 concedersi una deroga, un vizio costante. Il mio è il caffè. Ufficialmente ne posso bere max 2, in realtà arrivo a berne 7. Poiché il problema è lo zucchero che lo accompagna, dopo essere scesa a una zolletta, ora mi impegno a passare a mezza, e fra una settimana a zero zollette. Ma il vizio del caffè resta, giacché non intendo essere santificata.
Regola n. 6 guardarsi allo specchio. Sempre. Senza pietà. Arriverà il giorno in cui si noterà la differenza con prima.
Regola n. 7 fare la spesa della settimana con il menu pronto (il mio è attaccato alla porta del frigorifero)
Regola n. 8 ricordarsi che è come un compito. Se si è stati buoni scolari...

Ecco qua, lettore disorientato. La bussola è tornata a posto?

Con gratitudine,

la sua webmaster di fiducia


domenica 1 marzo 2009

Gâteau à l'orange - Torta all'arancia

0 commenti
Le gâteau à l'orange - ovvero la torta all'arancia - è una ricetta che ho trovata in questo delizioso libriccino:


Molto semplice a farsi e un po' diversa dal solito ciambellone o pizza margherita che dir si voglia.

Ingredienti:

300 g farina da setacciare o di quella che non fa grumi
3 uova (da dividere in tuorli e albumi da montare a neve)
150 g zucchero
75 g burro morbido
2 arance (di cui si userà succo e scorza grattugiata)
1 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale (per montare gli albumi a neve)
1 cucchiaino di fior d'arancio (aggiunta mia alla ricetta del libro)
1 po' di zucchero a velo (aggiunta mia)

1 teglia di max 22 cm di diametro imburrata e infarinata
forno preriscaldato a 180°


Preparazione:

Sbattere insieme tuorli e zucchero, poi dopo un po' incorporare il succo delle due arance e la loro scorza grattugiata (tutta, usando la grattugia più piccola).
Io qui metto anche un cucchiaino di aroma di fiore d'arancio.

Aggiungere poi la farina setacciata e il burro ammorbidito (non fuso, però). Mescolare.

Prima di aggiungere la bustina di lievito (sempre da setacciare), monto ben bene gli albumi.
Incorporo lievito e albumi a neve. Mescolo delicatamente dal basso verso l'alto con un cucchiaio di legno e quando il composto è ben amalgamato, metto in forno per 30 minuti.

Ho aggiunto dello zucchero a velo e nel tondo (a mo' di arancia) ho spennellato con un po' di marmellata di ... no, non avevo quella di arancia. Ho messo il miele.