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Cecco Angiolieri (Siena, 1260-1312)
Sonetto
La mia malinconia è tanta e tale,
ch’i non discredo che, s’egli ‘l sapesse
un che mi fosse nemico mortale,
che di me di peta(de) non piangesse.
Quella, per cu’ m’aven, poco ne cale:
ché mmi potrebbe, sed ella volesse,
guarir ‘n un punto di tutto ‘l mie male,
se della pur “ I t’odio “ mi dicesse.
Ma quest’è la risposta c’ho da llei:
che della nommi vòl né mal né bene,
e ched i’ vad’ a far li fatti mei,
ch’ella non cura s’i’ ho gioi’ e pene,
men ch’una paglia che lle va tra ’ piei.
Mal grado n’abbi’ Amor, ch’a lle’ mi diène.
___________
Eh.
(Ricordo che al liceo l'avevo pure messa in musica. Forse è per questo che è l'unica poesia che ancor oggi possa recitare a memoria. Ma solo se la canto.)
3 commenti:
Orsù, un abbraccio!
Ciao Jacky. per fortuna che esisti.
Oggi ero a pezzi. Allora pensavo : poi chiamo Jacqueline.
Poi, anche se non ti chiamo...Insomma, una sta meglio a sapere che ha qualcuno di bello e importante da chiamare.
Come si mettono i cuoricini?
Nino nino
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(sto scrivendoti mail)
♥♥♥
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