sabato 22 marzo 2008

Inizi di una vita solitaria e lontana



Impressioni da una città lontana (work in progress, al solito)
Tu che leggi,
eccomi qui a sperimentare qualcosa con te. Intendo, sì, raccontarti (è tanto che non scrivo per diletto) i miei spazi non lavorativi, ma forse la presenza di qualche foto qua e là, aiuterà, spiegherà meglio delle parole. O più semplicemente, le asseconderà. Vado a ritroso; è più facile.

Febbraio 2007. Oramai è ben difficile che riesca a dormire a lungo, la mattina. Gira che ti rigira, quando proprio non ce la faccio più a stare nel letto, sono a malapena le 9h.
La domenica, qui da dove ti scrivo, la gente dorme fino a tardi. Non di rado, alle undici non si vede ancora nessuno in giro. Giusto qualche vecchietta per la messa.
Verso mezzogiorno la città prende vita, ma solo verso il porto, ché c’è il mercato settimanale. Carino, se non fosse che l’ho vissuto – e in meglio, cioè era più bello – a Montparnasse. I cinesi vendono nems, ravioli e quant’altro a portar via, i pollivendoli i loro polli, gli ostricai tutti i tipi di frutti di mare (ostriche, gamberi e palourde, soprattutto)… Poi naturalmente ci sono i verdurai ben divisi dai fruttivendoli, quelli che confezionano crêpes all’instante, il cous-coussari a tutte l’ore, etc. Gli olezzi alimentari cucinati arrivano tutti insieme, come una zaffata, in una folata di vento, e non è che siano un granché.
In genere piove, o tira vento forte, o tutte e due le cose.
Ma io vado quando il mercato non c’è più, quando oltre a me, ci sono solo i netturbini coi loro camion e le pompe d’acqua. O anche i netturbini semplici, quelli col bidone e le scope.
Insomma, cammino tanto, ma preferisco farlo quando rari sono i passanti. Mi sento più libera (per esempio, di non truccarmi). Il vento non mi dà fastidio, è l’elemento naturale col quale mi identifico da anni. La pioggia, sì, è una gran seccatura, ma ho imparato che qui la pioggia dura 5 minuti (terribili, pare che ti caschi il cielo sulla testa), poi si ferma per un quarto d’ora, per ricominciare subito dopo. Ci si allena e si tiene d’occhio un riparo per quei 5 mn che si ripetono, immancabilmente.
E poi fotografo. Soprattutto cose non belle (a parte lo scorcio di chiesa che vedi in alto).




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