(22 marzo 2008) photo by Jacqueline Spaccini © All rights reserved
domenica 23 marzo 2008
Come per Luis Buñuel
In un film di Luis Buñuel (Il fantasma della libertà, 1974), mangiare è un atto di cui vergognarsi e per ciò stesso lo si fa di nascosto, mentre i propri bisogni li si fa davanti a tutti, come atto conviviale.
Senza arrivare a tali - surreali - risultati, per me mangiare in pubblico è un atto che mi depossiede e non amo farlo. Seguo l'etichetta (non che se mangio da sola, poi, sia una troglodita), ma perdo il gusto del mangiare.
Non assaporo più il cibo.
Debbo controllare il mio agire.
E dunque non amo mangiare in pubblico, al ristorante, davanti ad altre persone (1). E nemmeno da sola. A casa, la convivialità torna sovrana (ma in genere in tal caso, faccio funzione di cameriera e dunque non mangio lo stesso).
Così come non riesco a gestire una conversazione con più di una persona davanti a me.
Cioè, ci riesco - come no - solo che sono meno "intensa".
Capita anche a te che leggi?
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(1) Unica eccezione: il martedì sera.
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
14:09
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