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Con immenso affetto vi auguro amici miei di passare buone feste natalizie.
Stacco pc e internet per le vacanze.
Jacqueline
(22 marzo 2008) photo by Jacqueline Spaccini © All rights reserved
Demain, dès l'aube, à l'heure où blanchit la campagne,
Je partirai. Vois-tu, je sais que tu m'attends.
J'irai par la forêt, j'irai par la montagne.
Je ne puis demeurer loin de toi plus longtemps.
Je marcherai les yeux fixés sur mes pensées,
Sans rien voir au dehors, sans entendre aucun bruit,
Seul, inconnu, le dos courbé, les mains croisées,
Triste, et le jour pour moi sera comme la nuit.
Je ne regarderai ni l'or du soir qui tombe,
Ni les voiles au loin descendant vers Harfleur,
Et quand j'arriverai, je mettrai sur ta tombe
Un bouquet de houx vert et de bruyère en fleur.
Victor Hugo
No, non mi sono sbagliata, non volevo scrivere uomo, ma proprio uovo. Proprio così: alle volte, vorrei essere come un uovo.
Un uovo lo prendi in mano, duro e fragile, lo rompi con intenzionalità, ma devi essere abile, altrimenti distruggi il contenuto.
Un uovo lo bevi anche così, in natura, ed è già buono.
Ma se vuoi, ti sbizzarrisci. Cominci piano piano, con l’uovo alla coque che è il più facile (ma forse sbaglio, più facile è farlo sodo, ché puoi anche sbagliare i tempi di cottura).
Strapazzato, in camicia (più sofisticato e manco piace a tutti). Vai di corsa: lo fai al tegamino. Sostanzioso, con tanto pane a far l’intingolo. Lo sbatti con un po’ di pomodoro (anche la passata va bene), viene un qualcosa di rosaceo, così buono e così legato alla mia infanzia, ché quando lo preparo, penso subito alla mia mamma… Ci fai la frittata, semplice, ad omelette (con la panna e ripiegata su se stessa), riempita (con zucchine, con patate). E tante altre cose ancora.
Ma l’uovo è generoso: sicché ti aiuta con altri ingredienti a fare una torta, oppure lega alcuni componenti e serve per le polpette o per il gattò – come dicono i napoletani – di patate, ma ci fai anche la frittata di pasta…
Se pensi al vero pan di spagna, quello che amo, il siciliano, con 12 uova dentro a fare una montagna di torta che all’apparenza è di una banalità unica all’occhio, ma che ad assaggiarla… E che sarebbe la Sacher senza l’uovo? Non conta mica solo la cioccolata!
Ecco, vorrei proprio essere come un uovo. Per questo a casa mia, ho sempre almeno una confezione di 30 uova. Personalmente ne mangio anche una decina alla settimana. Da tanto tanto tempo. Va da sé che non ho problemi né di colesterolo né di identificazione…
Ieri sera, all'interno della libreria L'écume des pages, sita al n. 174 di boulevard Saint-Germain-des-Prés, proprio attaccata al Café Flore, c'è stata la soirée dédicaces per l'ultimo libro di Pascal Fioretto, L'élégance du maigrichon.Sì, sì, lo so: sembra un comunicato pubblicitario ed è zeppo di parole francesi.
Sì, sì, pazienza, ché ora spiego tutto.
Pascal Fioretto
Pascal Fioretto è un amico che conosco dal marzo 1989. All'epoca, faceva tutt'altro lavoro. Siamo amici da tanti tanti anni, lui e il suo amore con me e il mio amore. Lo conosco da prima che nascesse mio figlio, da prima che sposassi mio marito.
In questi anni ha coltivato il gusto per la scrittura. Ha trovato la sua strada nella difficile - e sofisticatissima - arte della parodia letteraria: sens of humour, intelligenza, sensibilità, sapienza, tecnica. E sì, magari anche un pizzico di botta di c****.
Il nostro pasticheur [colui che scrive pastiche(s). Se vuoi sapere che cos'è, clicca qui] è giunto al suo ottavo libro (se non sbaglio).
Iniziò con:
Le Monde d'Anne-Sophie (libro che subì una condanna per aver riprodotto la copertina del libro parodiato, Il mondo di Sofia, di Jostein Gaarder)Gay Vinci Code (davvero non si capisce?)
Le Pacte secret (Il patto segreto non è una vera e propria parodia, quanto un thriller fantapolitico: Sarkozy e Ségolène Royal innamorati in un racconto appassionante e scritto - a quattro mani - con uno smisurato rigore sintattico)
Elysée machine (I'm sorry, non l'ho letto).
Proseguì con:
Et si c'était niais ? (parodia del libro di Marc Levy, Et si c'était vrai ?, in Italia col titolo Se solo fosse vero)
La joie du bonheur d'être heureux (La gioia della felicità di essere felice. Il titolo francese può contare su tre parole, l'italiano su due. Non è un pastiche, fa il verso alla società alla strenua ricerca di felicità e di salute fisica)
La France vue du sol (a più mani, divertentissimo. Presa in giro (ma piena di verità) delle guide turistiche. Titolo parodiato: La France vue du ciel). Guardiamola dal suolo, 'sta Francia... facile dal cielo, eh?
Ed ora quest'ultima prova.
Se il genere può sembrare rimasticato, in realtà il pastiche è qualcosa di addirittura digerito. Di estremamente postmoderno, certo. Per quanto...