giovedì 29 gennaio 2009

Il kitsch ragionato e il kitsch ignorante



ARRRGHH! È K i t s c h !

Quante volte abbiamo pronunciato questa parola? E quanta roba kitsch abbiamo in casa? Ma soprattutto: abbiamo una mentalità kitsch?

Io sì.

Copio incollo e subito traduco dal dizionario Trésor de la Langue française:

KITSCH. Sostantivo maschile singolare. Carattere estetico di opere e oggetti, spesso di grande diffusione, i cui tratti peculiari sono l'inautenticità, la sovrabbondanza, l'accumulo di materie (o materiali) e di funzioni, spesso il cattivo gusto o la mediocrità.


Tuttavia (cito sempre dal dizionario che a sua volta cita):

Che cos'è il Kitsch? Tutto quel che è di cattivo gusto, purché lo si guardi al secondo grado, strizzando l'occhiolino con humour e abbastanza spirito per non prendere la cosa sul serio. Esempi di Kitsch: i fermagli che rappresentano un cagnolino di plastica, i souvenir, i fiori artificiali (Fonte: Elle, 1er mars 1971 ds GILB. Mots contemp. 1980, p. 311).

Ma il kitsch in filosofia (continuo a tradurre il dizionario) è l'alienazione consentita, l'anti-arte, il falso e il neo-qualcosa; ma nel contempo è il conforto nei rapporti dell'uomo con gli oggetti, un'etica in sé.

E tenetevi forte!

Scivoliamo nel mondo del kitsch (foto da choc QUESTA DI SEGUITO, almeno per me: la tigre e il leopardo appartengono al gusto dell'orrido, ma de gustibus...)


Premesso che sapevate già che il kitsch è sinonimo di cattivo gusto e tutto il blablabla che ho riportato sopra per dare un po' di spessore (bugiarda, bugiarda) a questo post, da vent'anni a questa parte ho una fatale attrazione per il kitsch.
Mi doso.
Mi freno.
E vengo dosata e frenata.
In 20 anni di frequentazione più o meno ravvicinata, ho diviso il kitsch in due categorie: quello ragionato e quello ignorante.
Ergo, il primo lo posso comprare, il secondo no (Avrei dovuto dire: il primo mi piace, il secondo no, ma se lo avessi scritto, avrei spudoratamente mentito).

Esempi di kitsch in ordine sparso:

a) Kitsch ragionatissimo, tant'è che ce l'ho in casa (e neppure pensavo fossero coprisedie kitsch):

b) kitsch ragionato, mi piacciono le tovaglie plastificate con la frutta sopra (un po' grosse, però, ste pere):



c) kitsch ignorante (vabbè la frutta, ma 'sti cocomeri... troppo grandi, troppi... e poi che ci sono pampini?):


d) kitsch ignorante-quando-è-troppo-è-troppo, ovvero non consentito (un pensierino, io, ce lo avrei anche fatto). Notare che persino le tartelettes sono kitschissime:



fuori categoria

e) kitsch al di là della mia perversione:


f) kitsch dove neppure io oserei (ma una volta ci sono andata vicina, in bagno, ma con lo spazzolino):


g) kitsch dove la mente non giunge:


h) kitsch che-semmai-m'ammazzo:


i) kitsch ai confini della realtà (e di sicuro anche oltre):




Foto scaricate dal catalogo italiano on line Euronova - Gli introvabili (e ci credo!) indicatomi dall'amica Silvia Guarnieri che ringrazio per l'ispirazione.

14 commenti:

strega reticente valverde ha detto...

Ossignur...fino alla lettera d) anch'io!!! ero kitsch e non lo sapevo... ;)))
e che ci vuoi fare? amen..ora lo so...sono kitsch mia cara e dolce F ! (ho una tovaglia di plastica coi limoni , e un'altra coi girasoli!) bacioni val

Anonimo ha detto...

Un post fondamentale e divertentissimo per testo e scelte di immagini. Ma ce ne vorrebbero almeno altri cinquanta o sessanta sullo stesso tema. La nostra età è segnata dal kitsch - in tutti i sensi. Siamo arrivati al punto che non ce ne accorgiamo più e magari chiamiamo "opere d'arte" i suoi prodotti. Che cosa concluderne? Un po' di kitsch non fa male - esserne coscienti aiuta, e poi? E' difficile rispondere - non c'è un vaccino che ci risparmi dal kitsch, né dai suoi derivati: la sua critica o la sua apologia.

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

Baci a tutti e due!

Clode ha detto...

Guarda, se fossi in grado di fare dei dolci più buoni il d) me lo comprerei subito... poi lo terrei in mano, perchè in casa dove me lo metto un affare del genere?!

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

:DDD (Secondo me potresti provare a riciclartelo come alberello di natale)

Anonimo ha detto...

Credo che l'attrazione per l'oggettistica kitch sia una cosa tipica di tutti i bambini. Schiere di orsacchiotti e pupazzi "così carucci e teneri", cuoricini e smacketti su ogni suppellettile della cameretta, orribili vestitini-gadget, di "High School Musical" o "delle Winx", di colori inverosimili e con lustrini ovunque. Poi, con gli anni, i gusti cambiano, generalmente. E se, invece, l'attrazione permane e da grandi si continua ad appendere sui muri le riproduzioni di "Girasoli" e "rallegrare" tutti cantoni della casa con mazzi di rigogliosi fiori sintetici? Forse è un segno dell'animo puerile che vuol essere rassicurato, un segnale che ci manda "il bambino che c'e' in noi"? Perchè in fondo il kitch è una risposta al desiderio di una bellezza rassicurante - condivisa, riconoscibile, non ambigua. Una belezza generalizzata, un simbolo del bello. Ricordate come i bambini disegnano il Sole? Basta un cerchio, qualche trattino attorno e, magari, due occhi e un sorriso. Kitch!
ps Chissà come venivano percepiti "I girasoli" nel fine ottocento? Peccato di non poter provare l'emozione di vederli con l'occhio fresco! Credo che la stessa cosa possa capitare a Mark Chagall... iRi

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

iRi cara, quindi condividi l'ipotesi filosofica francese del dizionario di cui parlo nel post, come me.

La risposta a perché il kitsch non è aborrito? è: perché è rassicurante.

Aggiungo un po' di ?!?!?!?!?!?

Che bello leggerti qui. ♥

Stella ha detto...

sono morta dalle risate!!!!
La scelta delle foto è perfetta e il post fantastico....!!!!!

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

Eh, ti aspettavo, Stella e mi chiedevo: chissà come la vede lei?

Perché poi c'è il kitsch metabolizzato dagli artisti!

Stella ha detto...

e metabolizzato dagli artisti torna con forme e colori puri...;o)

Anonimo ha detto...

Ciao. Posso dare anche io la mia definizione di Kitsch? Il Kitsch è la "crudeltà", la mancanza di empatia vera di chi guarda l'oggetto, di chi pensa al suo artefice. Io provo sempre un'estrema tenerezza davanti a certi oggetti. Per me il concetto di Kitsch è più perverso dell'oggetto Kitsch. Ma insomma, io sono ancora allo stadio postnatale, in cui tutti gli oggetti hanno un'anima...Soprattutto le bamboline di porcellana che occhieggiano da sotto la lampada.
:o)Le ADORO! Il Kischt mi commuove più di qualsiasi desing. Il desing è narcisistico, il Kischt è animistico. :o)
bises!
Isa

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie