lunedì 19 gennaio 2009

che cosa rende eroe un uomo

Non se n'è parlato abbastanza. A me ha colpito enormente. Sarà perché sto spesso in aereo.

* * *

L'aereo si scontra con uno stormo di uccelli (oche selvatiche?).
Tutti e 2 reattori si spengono.
Il pilota decide di ammarare.
Ma un airbus non è un aliante, anche se si comporta come un aliante, dal momento che non ha più motori.

L'esperienza e il sangue freddo del pilota permettono il "miracolo".
Ci riesce. E salva tutti. E resta calmo fino alla fine. Ed esce per ultimo dall'abitacolo dell'aereo che sta affondando: prima deve controllare che tutti i passeggeri siano fuori dal veicolo.

Qualcuno dice che è errato chiamarlo eroe.
Non sono d'accordo: non si deve per forza morire per diventare tale.

Chesley Burnett Sullenberger.

Un uomo la cui esistenza è servita a salvarne molte altre (155 + la propria). Come lo vuoi chiamare?


Primo video (in francese). Per chi capisce (ma anche no), spiega molto bene che cosa poteva accadere in caso di mancanza di abilità:






Secondo video (in italiano). Dice poco, è banale, ma è in italiano:

4 commenti:

♥ღStrampamollyღ♥ ha detto...

questa vicenda ha dell'incredibile e quest'uomo È un eroe!
ma cosa rende eroe un uomo, ti chiedi?
Il sangue freddo? Assolutamente!
L'istinto di sopravvivenza? Hmmm, pure!
L'altruismo? Boh,questo non saprei proprio
... ho letto poco fa un aricolo in cui è scritto che (copio-incollo)I grandi romanzi dell’Era vittoriana hanno aiutato la diffusione dei geni altruistici fornendo modelli sociali positivi e quindi favorendone l’emulazione, influenzando di fatto profondamente l’evoluzione umana. Lo sostiene uno studio apparso sulla rivista Evolutionary Psychology.

http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=24259&c=0&s=3

marcouk76 ha detto...

Ciao! Ti leggo da un po' visto che sono anche io emigrante ma non ho mai commentato prima.

Io non ci ho visto nulla di cosi` straordinario in questo atterraggio sinceramente.

Tutte le volte che saliamo su un aereo ce la "menano" (scusa il francesismo!) per 15 minuti su quello che dobbiamo fare in caso di atterraggio su acqua: il giubbotto salvagente, la lucina, il fischietto, etc.

Mi sembra pertanto abbastanza normale aspettarsi un atterraggio su acqua da un aereo in decollo da New York che e` a pochi chilometri dall'oceano Atlantico e costruita su isole, no?

Secondo me a meno che non scendesse in picchiata perdendicolarmente all'acqua, e' stato abbastanza normale che si siano salvati tutti.

Jacqueline Spaccini (Artemide Diana) ha detto...

Beato te, Marco, che la pensi così. Io penso che il nostro sangue freddo - o coraggio - lo conosciamo, lo sperimentiamo, solo quando ci troviamo di fronte alla situazione che lo richiede. Il resto son chiacchiere.

Sono molto lieta che tu mi segua e ancor di più che abbia scritto qui. Non siamo d'accordo, ma va bene così.
:)

Strampa: la mia era evidentemente una domanda retorica. Il sangue freddo e l'istinto di sopravvivenza certo debbono contare; direi però che non può essere tutto frutto dell'egoismo umano; un po' di altruismo, ci sarà pure (magari in altri casi di "eroismo"). Stavo leggendo in questi giorni - a riprova di quel che segnali tu nel copincolla - la storia della storia nei libri di scuola dei fanciulli.. Ebbene, nel periodo postrisorgimentale e fascista (periodi di cui mi sto occupando per lavoro), i libri dei bimbi erano infarciti di episodi ed eroi anche ante litteram italiani: Micca, Francesco Ferrucci, I Vespri siciliani, tutta la romanità, etc.
Io sono nata MOLTO DOPO, ma i miei libri erano così. Poi ho mangiato pane (poco) e enciclopedia Conoscere. Insomma, son cresciuta col mito degli eroi.

marella ha detto...

Si diventa eroi quando si prende la decisione giusta al momento giusto e si ha la fortuna che tutto vada bene. Decisamente è sempre e solo una questione di culo.