Sogno ricorrente delle mie notti attempate è la merceria dove la mamma mi mandava a fare commissioni per suo conto quand'ero piccola.
Essendo figlia di sarta, ogni giorno c'era da andar a comprare qualcosa; poteva essere un rocchetto di filo (imparando così da subito le varie sfumature) - che mia madre però chiamava «sigaretta», un gessetto quadrato, il ditale, una zip, 50 cm di federa di taffetas (da pronunziarsi: taftà), etc.
Quello che mi piaceva di più era comperar bottoni. La mia mamma doveva fidarsi molto (o andare di fretta) perché lei mi diceva grosso modo il colore e la grandezza dell'asola e basta. Poi sceglievo io il tipo (chissà, magari sarà poi scesa a cambiarli, i bottoni scelti da me, ma se l'ha fatto, non me lo disse mai).
Anche mi piaceva guardare quei bottoni che la merciaia stessa confezionava grazie a una macchinetta a pressione e a pezzetti di stoffa. Infine c'erano quelli di madreperla, i miei preferiti.
E questi bottoni (così come nella bella foto qui sopra), ultimamente tornano chissà perché nei miei sogni. D'altronde, giusto in sogno posso vederli, ché di mercerie di questo tipo non ne vedo in giro da almeno vent'anni...
(Forse è per questo che quando mi trovo a buttar via perché troppo consunto qualcosa che ha i bottoni, quelli, li stacco e li ripongo in una scatola di latta. Non ci faccio nulla, ma non si sa mai)
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Essendo figlia di sarta, ogni giorno c'era da andar a comprare qualcosa; poteva essere un rocchetto di filo (imparando così da subito le varie sfumature) - che mia madre però chiamava «sigaretta», un gessetto quadrato, il ditale, una zip, 50 cm di federa di taffetas (da pronunziarsi: taftà), etc.
Quello che mi piaceva di più era comperar bottoni. La mia mamma doveva fidarsi molto (o andare di fretta) perché lei mi diceva grosso modo il colore e la grandezza dell'asola e basta. Poi sceglievo io il tipo (chissà, magari sarà poi scesa a cambiarli, i bottoni scelti da me, ma se l'ha fatto, non me lo disse mai).
Anche mi piaceva guardare quei bottoni che la merciaia stessa confezionava grazie a una macchinetta a pressione e a pezzetti di stoffa. Infine c'erano quelli di madreperla, i miei preferiti.
E questi bottoni (così come nella bella foto qui sopra), ultimamente tornano chissà perché nei miei sogni. D'altronde, giusto in sogno posso vederli, ché di mercerie di questo tipo non ne vedo in giro da almeno vent'anni...
(Forse è per questo che quando mi trovo a buttar via perché troppo consunto qualcosa che ha i bottoni, quelli, li stacco e li ripongo in una scatola di latta. Non ci faccio nulla, ma non si sa mai)
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P.S. Mi arriva altrove messaggio di mia cugina la quale mi ricorda (amorevolmente) che nel Marais c'è questa cosa splendida [clicca su Entrée des Fournisseurs, 8, rue des Francs Bourgeois - vicinanze Place des Vosges - Musée Carnavalet]. Ma io vivo a Saint-Cloud e per andare al Marais mi ci vuole almeno 1h di trasporti pubblici...