oggi Sfilano come indossatrici |
(22 marzo 2008) photo by Jacqueline Spaccini © All rights reserved
domenica 8 maggio 2011
LE VACCHE NORMANNE
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
18:09
Etichette:
le vacche normanne
giovedì 5 maggio 2011
Uffa, che noia, che barba.
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
15:13
Etichette:
Incostanza
domenica 1 maggio 2011
Per il teatro giovane, il teatro alternativo...sono vecchia
In qualità di semplice spettatrice, oggi pomeriggio sono andata a teatro nel 13e arrondissement, al Dunois.
Opera densa, testo impegnato scritto e messo in scena da Gilles Martin che poi è anche il regista teatrale con il quale mi preparo a debuttare a fine giugno, Future/No Future dura oltre 2 ore.
Il teatro Dunois è abbastanza alternativo e al posto delle comode poltrone rosse ha qualcosa che assomiglia a delle panche. Dopo un'ora ero estenuata: mi faceva male il collo, la schiena e avevo l'impressione di ritrovarmi un sedere di legno. Per non dire della voglia impellente di andare a far pipì (che mi son tenuta).
Che volete, si smette di essere alternativi e rivoluzionari... per motivi di età.
La vecchiaia (la mia perlomeno) esige una certa comodità per le attività culturali.
Tre attori professionisti e un gruppo di adolescenti. Tutti bravi. |
Dimenticavo: Evviva il 1° maggio.
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
20:44
Etichette:
A teatro nel 13e/Future/No Future
Il rispetto aprioristico per la gerarchia
Ieri ho visto questo film, Stupeur et Tremblements di Alain Corneau, tratto dall'omonimo romanzo di Amélie Nothomb (Stupore e Tremori, Voland in Italia, costo tra i 7 e i 14€). Non amo lo stile cerebrale e autoincensatorio della scrittrice belga (quand'era all'inizio della sua notorietà, la incontrai nel treno EUROSTAR con un cappellone, un cilindro, tipo quello della foto qui sotto, col volto bianchissimo - la cipria al riso di orientale fattura e le labbra rosso lacca).
Musée Grévin (www.linternaute.com) |
Non amo il suo stile ampolloso, dicevo, quindi dopo qualche pagina ho deciso che non avrei letto più nulla di lei. Forse sbagliai, chissà (1).
Da qualche giorno ho fatto un abbonamento con la mediateca della cittadina in cui vivo e, tra l'altro, ho diritto al prestito di alcuni DVD. Ho preso a casaccio questo film. L'ho visto ieri ben conoscendo la passione della scrittrice belga per il Paese del Sol Levante (ove è nata e ha vissuto per i primi anni della sua vita. Figlia di un ambasciatore, vivrà poi in Cina restando in Estremo Oriente fino ai 17 anni d'età).
Debbo dire che il film - gradevole (anche grazie a Sylvie Testud) - dà un'immagine talmente realistica (ignoro se reale) del Giappone e del suo rispetto aprioristico (e per me insensato) della gerarchia da farmi dire: se questa è la loro realtà, mai e poi mai vivrò presso i nipponici né accetterò queste loro regole.
P.S. Il film mi è piaciuto, nel senso che mi è rimasto ben impresso e che ha suscitato in me domande e riflessioni.
___
(1) L'opera narrativa di Amélie Nothomb è oggetto non solo di lauree, ma anche di dottorati di ricerca.
P.S. Il film mi è piaciuto, nel senso che mi è rimasto ben impresso e che ha suscitato in me domande e riflessioni.
___
(1) L'opera narrativa di Amélie Nothomb è oggetto non solo di lauree, ma anche di dottorati di ricerca.
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
12:09
Iscriviti a:
Post (Atom)