La foto è presa in prestito dal blog http://eagbprodmic.blogspot.fr/
Oggi c'è un posto in meno nella mia vita di tutti i giorni: è scomparso, è morto, Antonio Tabucchi.
Un fulmine a ciel sereno, per me.
Ancora la settimana scorsa, avevo assegnato la lettura critica commentata della sua Lettera da Casablanca, una novella tratta da quella meraviglia che è Il gioco del rovescio.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo in un'epoca in cui non mi piaceva poi tanto. Non avevo capito la sua arte, lo stile, la scrittura e tutto l'universo diegetico che è l'opera di Tabucchi.
Ho avuto modo di apprezzare le sue doti di conferenziere, di insegnante, ma soprattutto di intellettuale e di amico (di mio marito).
Una persona come non se ne incontrano più. Oppure sì, ma molto raramente.
Avrei potuto - se avessi voluto - intitolare questo post con un riferimento colto, una citazione raffinata, tipo: ieri ho sentito passare su di me il vento dell'ala dell'imbecillità (1). Ma sarebbe stato abbellire una scemata che ho fatto (e subìto) appunto ieri.
Ridiamoci su. Vado a raccontare.
Ieri, venerdì, alle 12h20 esco dalla facoltà, dirigendomi con passo celere verso la boulangerie per acquistare una baguette al sesamo contenente il classicissimo jambon-beurre (o come dicono più spesso a Caen, un parisien), la lattina di Perrier e come dolce un caldissimo croissant alle mandorle; il tutto con una formula a buon prezzo, appena 4 euro. D'altronde, tanto per cambiare, il tram Twisto non passa, ché qualche incidente l'ha bloccato da qualche parte... E io debbo arrivare alla stazione ferroviaria entro le 13h. Quindi, appunto, mi affretto.
Al semaforo, vedo un uomo di una sessantina d'anni (che mi ricorda un amico che non è più tale) avanzare e buttare l'occhio sul marciapiede dinanzi a me, anzi buttare l'occhio dalle parti dei miei piedi. Qualcosa brilla. Si china.
Avrete capito.
Anch'io. Quasi subito, però. Non subito. L'uomo raccoglie un anello e viene verso di me.
Già son pronta a dire che no, non è mio. Accidenti, vado di fretta! E lui (traduco) mi fa:
- Signora, lo prenda lei!
- No, grazie, l'ha visto lei, lo prenda lei.
Mi divincolo. Dico la verità: una parte di me sta pensando che assomiglia al mio vecchio amico, l'altra parte di me teme che mi rubi la carta di credito. Naturalmente, io ho il portafoglio in mano, perché ho appena controllato di avere i 4/5 euro per la formule sandwich.
La faccio breve: il tipo mi mette l'anello (raccolto a terra) nel palmo della mano, la richiude dicendomi che mi porterà tanta fortuna. In cambio vuolo SOLO qualche euro per mangiare. Con quello che vale l'anello, potrò bene dargli qualcosa in denaro, no?
Mi sento un'allocca, anzi lo sono.
Sono impigliata in una rete che farà solo ritardare il mio andare.
Buttargli l'anello in faccia? Non posso: non sono Carmen e lui non è Don José.
In fin dei conti, se lo comprassi in bigiotteria, quell'anello, qualche euro dovrei pur pagarlo. E poi somiglia tanto a quello (d'oro vero) che la mia amica Laura mi ha mostrato qualche giorno fa.
E poi... beh, e poi sono un'allocca.
Ho fatto in tempo a far tutto: comprato panino e bibita; arrivata alla chiesa di Saint-Jean ho preso un autobus e arrivata in tempo alla gare.
E ora sfodero il mio favoloso «anello d'oro». Eccolo qui:
Bene. Ora sono pronta a comprare la Fontana di Trevi o il Mont Saint-Michel.
Sotto con le offerte!
famosa scena tratta da Totò truffa del 1962
___________ (1) Cito evidentemente Charles Baudelaire: «[...] Aujourd'hui, 23 janvier 1862, j'ai subi un singulier avertissement, j'ai
senti passer sur moi le vent de l'aile de l'imbécillité.» (in « Hygiène », Journaux intimes). La versione in italiano: «[...]e oggi, 23 gennaio del 1862, ho avvertito un singolare avviso, ho sentito passare su di me il vento dell’ala dell’imbecillità.» (da «Igiene», Diari intimi)