Noi, Le Altre (cliccare sulla foto per ingrandirla) |
(22 marzo 2008) photo by Jacqueline Spaccini © All rights reserved
venerdì 29 aprile 2011
Le Altre, Accademia di Brera (Milano) 2011
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
13:06
sabato 16 aprile 2011
Buona Pasqua 2011!
Caspar David Friedrich, Mattino di Pasqua |
Festeggiando i 3 anni del blog con un po' di ritardo,
auguro a tutti Buona Pasqua con un po' di anticipo.
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Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
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18:31
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Buona Pasqua 2011
Una Galeffi, per favore
Avrei voluto mettere la Galeffi, ma la sua immagine (della Galeffi), mi ha regalato un trojan |
Sì, vabbè. Ieri sera ho esagerato. Lo so: insalata russa, cetriolo con pomodori, pizza (3 pezzi), torta di panna e framboises, il tutto innaffiato da un Crémant gustoso.
Notte pesantissima. In casa non c'è la Galeffi, non c'è l'Alka Seltzer (ho appreso solo poco fa che è stata ritirata dal commercio). Di citrosodina nemmeno a parlarne da anni. E poi è un medicinale. Citrato, ci vuole!
Oggi non ho pranzato, tanto la pesantezza persisteva. Allora sono andata al supermercato, di corsa al reparto dove so trovare la mia Galeffi. Niente, non c'è, non sanno nemmeno cos'è (io la compro sempre lì), mi mandano al reparto medicinali alternativi. L'Alka? Il Diger? Che cosa sono?
Alla fine, ho comprato la Coca-Cola. Ha lo stesso effetto.
Evidentemente, i francesi non hanno problemi di digestione.
P.S. Per la cronaca, in terra di Francia, la Galeffi italiana la vende Carrefour. La commessa di Carrefour di Boulogne-Billancourt - rigorosamente asiatica come le sue colleghe - mi ha chiesto alla cassa: « Scusi, signora, ma a che serve?». Eh già, che non ci sono spiegazioni altre che in italiano.
Ho spiegato.
P.S. Per la cronaca, in terra di Francia, la Galeffi italiana la vende Carrefour. La commessa di Carrefour di Boulogne-Billancourt - rigorosamente asiatica come le sue colleghe - mi ha chiesto alla cassa: « Scusi, signora, ma a che serve?». Eh già, che non ci sono spiegazioni altre che in italiano.
Ho spiegato.
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Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
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14:55
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per favore,
Una Galeffi
domenica 10 aprile 2011
Noi, gladiatori di tutti i giorni
Lo so, lo so bene. Immagino di già tutte le riserve nei confronti di questo film (anzi, di questo genere di film) di qualche anno fa.
Ma quel che mi interessa, qui, non è vantare le virtù o denigrare i difetti della storia o della regia. Per questo, c'è chi già l'ha fatto (clicca qui ma anche qui).
No. Quel che mi interessa sottolineare è che questo genere di film opera - in maniera prorompente - un accrescitore energetico di autostima, potenziatore della nostra volontà (con l'accompagnamento della musica, che gli dà in tal senso una gran spinta. Barilla l'ha capito benissimo qui lo spot).
Fase 1. Da parte dello spettatore (che ha amato il film, chiaramente), c'è dapprima una grande ammirazione verso Maximus (Massimo), il personaggio interpretato da Russell Crowe.
Non a caso, la politica italiana non esce dalle pastoie dell'uomo-simbolo, del condottiero, del magnate, del premier, dell'uomo integro... insomma, sempre di un uomo. Mentre un Paese adulto ha bisogno di credere nel valore di un'idea a mio avviso e semmai di un partito. E non di un solo uomo (sempre a mio avviso).
Ma lasciamo perdere la politica.
(Qui la versione italiana, con toni molto diversi rispetto alla voce originale di R.C.)
Fase 2. All'ammirazione fa seguito una forte proiezione identitaria (si vorrebbe essere come lui). Ognuno di noi ha subìto un torto, ognuno di noi vorrebbe avere nella vita la possibiltà di cantarne quattro, di dire la sua verità, in faccia a un potente (o anche a un superiore, se se ne ha uno). Di gridare i torti subiti e di volerli riscattare. Maximus ci riscatta.
Fase 3. Alla fine, quando si esce dalla sala cinematografica (certo di maggiore impatto rispetto al DVD casalingo), si ha un po' tutti l'impressione di essere da qualche parte, in qualche angolo recesso del nostro cuore e della nostra vita, dei gladiator anche noi. Il tempo di arrivare a casa oppure l'indomani, la magia sarà scomparsa.
E invece, no. Manteniamola, questa energia: se ciò può darci la forza di intraprendere con maggiore fiducia incombenze (azioni, condotte, decisioni) che ci paiono pesanti e insormontabili, ben vengano, film come questo.
Perché noi lo siamo tutti, un po' Gladiator.
E tutti i giorni.
E tutti i giorni vorremmo essere combattivi, guerrieri, onesti, leali, coraggiosi. Degni. E se ci pensate bene, possiamo esserlo con piena coscienza. Né in nome di un partito né in nome di una religione: per noi stessi, perché abbiamo stima di noi stessi. Perché gli altri non sono nemici, sono pesone come noi, basta capirlo. Forza e passione, umanità e compassione.
Pubblicato da
Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
alle
12:55
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Siamo tutti come Gladiator?
sabato 9 aprile 2011
Carote di McDo (2010)
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Jacqueline Spaccini (Artemide Diana)
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19:44
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Da McDo a Parigi rue de Rivoli
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