sabato 23 ottobre 2010

Ottant'anni

io tra mamma e papà (1959)


È da tempo che non sono intimista (così mi pare, almeno), che non racconto i fatti miei, insomma.
Ma pochi giorni fa mio padre (colui che è stato il grande antagonista della mia vita) ha compiuto 80 anni. E quindi...

Un po' per l'età degna di rispetto, un po' perché sono madre di un 18enne o forse perché sono a un tournant, a una svolta della mia vita (che volete, sono banale, ho più di 50 anni), gli dedico questo post.
Per ringraziarlo.


A dire il vero, i dissapori, le liti, i contrasti, le divergenze che ci hanno appiccicato l'uno contro l'altra per tanti e tanti anni, si son calmati solo dopo che mia madre, in presenza dell'ennesima lite furiosa tra noi, ebbe un'ischemia (eh, lo so non mi fa onore).

Da quel momento azzerammo tutte le nostre diatribe, verbali e fisiche. L'aggressività mia si acquetò e posai su di lui uno sguardo oserei dire materno.

Mio padre era quel che era, ma era mio padre. E, seppur con molti difetti, tipici di un maschilista, un padre buono. E fiero di me (anche se non me lo aveva mai detto). Così come io non avevo capito che  lui aveva tanto bisogno di quell'amore che da bambino non aveva ricevuto, di una prova, una carezza, un sorriso, un bacio.

E invece  si è ritrovato una figlia scorbutica, che da bimba  - se qualcuno osava posare un bacio su una guancia - subito ci passava sopra la mano, come a cancellare, disgustata, l'atto.
Una bimba (io) che voleva essere amata e stimata e avrebbe fatto qualunque cosa per ottenere amore e rispetto.

Da quel giorno di 12 anni fa, quello dell'ischemia di mamma, tutto è cambiato.
Anch'io sono cambiata, meno furiosa (anche se - ormai definitivamente -  grintosa e maschile).

Il che, se debbo dire, mi è servito molto nella vita. Soprattutto quella lavorativa. Non sono mai stata una svenevole, non ho accettato compromessi; nessun uomo mi ha mancato di rispetto (se non per amore. Lo so è un paradosso, ma non posso né voglio spiegare).

E c'è da dire che ho una madre meravigliosa. Lei, col suo silenzio amorevole, mi ha sorretto nei momenti di infinita (e ricercata) solitudine che è diventata nel tempo la mia vita interiore.

Grazie papà, buon compleanno e ricorda che io sono orgogliosa della nostra originaria povertà, dell'emigrazione, dell'essere dei ritals, ma soprattutto di essere riusciti ad amare e essere amati.

Tua figlia maggiore


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Per il significato della parola rital, clicca qui (ma oggi non è più un termine per davvero ingiurioso).

Caspar David FriedrichLe bianche scogliere di Rugen, cm. 90 x 70, Fondazione Reinhart, Winterthur


2 commenti:

Maria Pia ha detto...

monteamaro ha detto...

Ti scopro a sera, ed è una bella sorpresa.
Tra le tue pagine ritrovo un pò di me, soprattutto quella parte che per caso, o altro, non ho vissuto.
E mi piace il tuo definirti "Grintosa e Maschile" pur se, dalle parole traspare dolcezza, e tanta passione.
Voglio anch'io festeggiare gli 80 del tuo papà, sicuramente coraggioso e, molto, molto paziente...
Tornerò a trovarti, ciao.