Sapevo che le chiese ora vengono chiuse. Per la notte. Sì, forse anche per la pausa pranzo (per quanto). Pensavo che la casa del Signore fosse sempre aperta.
Situazione: una non-credente come me che è stata in passato credente-osservante-praticante decide di entrare nuovamente in una basilica di periferia (la più grande di Roma, la periferia) per vedere con gli occhi di adulta un luogo che ricorre nei sogni notturni con immagini di ragazzina.
Percorre la navata laterale destra (poi percorrerà quella sinistra, si dice). Si sofferma a guardare gli affreschi moderni e i bassorilievi. Fa delle considerazioni dentro di sé e sorride (soprattutto dei suoi ricordi). Arriva all'altezza dell'oratorio e anche del retrobottega del sacerdote.
Ode una suora che chiede in francese se hanno (in realtà: ha, visto che parla al sacerdote) un libro sulla vita del santo cui è intitolata la chiesa-basilica. Dopo un po', il prete capisce e risponde seccato -e in italiano - che loro non hanno il libro in questione ("lo vendono i preti", dice. "?!?!?", è il mio pensiero; chissà che avrà capito la suora francese), bensì un libro sulla storia e la costruzione della basilica-chiesa.
Quel che cerco io! e faccio per andare a chiedere. Ma mi avvicina prontamente il sagrestano che già da un po' mi tiene sott'occhio (avrà visto che non mi sono fatta il segno della croce passando presso il fonte battesimale?) e mi fa:
"Signora, scusi, ma deve uscire. Chiudo."
"Ah".
Mi avvio verso l'uscita con passo celere, guardo l'orologio e annoto mentalmente che sono le ore undici e quaranta del mattino.
Mi adeguo ma proprio non capisco.