giovedì 30 aprile 2009

Sbilanciamento atletico: Oscar Pistorius


Oscar Pistorius, classe 1986.
Una madre che mi ricorda quella di Forrest Gump (oddio).
Uno che - a dar retta alle informazioni internettiane - a 15 anni praticava il rugby e la pallanuoto (due sport un po' meno difficili, no, eh?).

Nel caso qualcuno non l'avesse notato, a Oscar mancano due gambe, non una sola.

Tutte le critiche mosse contro la sua partecipazione alle gare dei normodotati in ragione dell'elasticità e delle spinte ultradinamiche delle sue protesi mi disgustano.
Tali polemiche mi fanno venire in mente quella pubblicità italiana del Gratta & Vinci.

Io, agli atleti normodotati quelle protesi, gliele darei sulle gengive, guarda un po'. Una volta tanto avrebbero ragione di sentirsi danneggiati da Pistorius.



Pistorius futurista (Boccioni)






mercoledì 29 aprile 2009

Veronica Lario, moglie per forza?


Veronica non ne può più.
Copio e incollo dall'ANSA:

«Ciarpame senza pudore». Così, Veronica Lario definisce l'uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail - in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall'articolo pubblicato ieri dalla Fondazione Farefuturo - il suo stato d'animo di fronte a ciò che hanno scritto oggi i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee. «Voglio che sia chiaro - spiega -che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire».

In sintesi: il marito mette in politica le giovanette con cui va a letto. Che se le porti a letto, passi, ma che costoro debbano pure avere gli onori (gli oneri, no?) politici... a questa farsa, proprio non ci sta la signora Miriam Raffaella Bartolini in Berlusconi, meglio nota come Veronica Lario.

Vabbè, dài, il consorte ha dichiarato che non c'è nulla di male a candidare giovani belle con 1-2 lauree (o non erano dottorati?) e conoscenza di 2-3 lingue (boccaccia mia statti zitta, diceva quello, ché più che lingue - da malalingua - direi che conoscono i destinatari delle slinguazzate e dicendolo faccio loro una bella linguaccia). Di che si preoccupa, signora? Dove sono queste plurilaureate interpreti da Babele poetica?


A meno che... non siano delle interpreti così:



Yes, I did.
____________
Domanda falsamente ingenua, ad usum iuvenum: L'hanno legata ai ceppi, Veronica Lario? No, perché penso che comunque il divorzio non la getterebbe sul lastrico. No, no.

lunedì 27 aprile 2009

BABEL, un film in cui la lingua c'entra poco o nulla


BABEL (2006) Regia di Alejandro Gonzalez Inarritu.
Scritto da Guillermo Arriaga.


Questo film l'ho visto ieri sera. Mi è piaciuto molto.
Il trailer che metto qua sotto non è corretto, a mio dire. Non è basato né sulla velocità (il ritmo non è - fortunatamente - incalzante come sembrerebbe), né sulle lingue.
Sostiene la teoria dell'effetto farfalla.

Regia stupenda (ancor più della storia - abbastanza avvicente con un buco nero per la sospensione dell'incredulità di coleridgiana memoria); luoghi stupendi (Tunisia, Marocco, Messico e Giappone).

Se già non avevo alcun interesse verso ciò che non è europeo, questo film mi ha dato la definitiva comprova che non farebbe per me viaggiare lontano. Sono sulla linea di "Ascensore! Televisore! Luce! Telefono!" del personaggio nannimorettiano (Renato Carpentieri), sbarcato sull'isola di Alicudi (o non era forse Filicudi?)...

Bellissima la scena di lei (Cate Blanchett) che accarezza la mano di lui (Brad Pitt), impercettibilmente, per perdonarsi l'un l'altro del proprio dolore. E condividerlo.

Il filmato youtube purtroppo non restituisce la bellezza della fotografia


(Già m'era piaciuto 21 grammi... di questo regista messicano)

Una canzone per portarmi via (Negramaro)

Un po' stanca del vento che infuria nel giardino antistante la finestra di questa stanza e di una certa aria viziata che mulina dentro di me, metto questa canzone dei Negramaro: Come on, come on, come on, passerà...

domenica 26 aprile 2009

Filippo Corridoni: un caso di strumentalizzazione?

Il punto interrogativo nel titolo del post l'ho aggiunto dopo i tre interventi di Isotta.

(1887-1915)


la foto è tratta da questo sito: clicca qui

Filippo Corridoni, sindacalista di ultrasinistra, caduto in trincea (Carso) durante la Prima Guerra Mondiale nel 1915, medaglia al valore militare. Interventista, socialista. Odiato dai neutralisti (tra i quali v'era il giovane Benito).

Mussolini lo fece diventare fascista nel 1925: mutò in oro l'argento della sua medaglia.
I comuni di Parma e di Pausula (divenuto poi Corridonia, in provincia di Macerata, città natale di Filippo) promossero un concorso per la realizzazione di un monumento a quello ch'era stato l'intimo rivale del Duce.

Amico dei fratelli Alceste e Amilcare De Ambris (il primo antifascista morto a Brive, in Francia; il secondo - cognato di Filippo - dapprima indeciso, poi definitivamente fascista). Alceste chiese che il nome di Filippo Corridoni non fosse strumentalizzato da Mussolini come simbolo del Fascismo, esempio non brillante di anacronismo storico. Invano.

Bellissimo, a mio dire, il monumento di Parma (in ristrutturazione con un Corridoni che vola sulla città). Ci sarebbe poi anche la storia del bozzetto di un altro scultore, Diego De Minicis, bocciato perché giudicato troppo poco virile. Lo scultore morirà giovane sul Don, in quell'insensata (nonché irrichiesta) iniziativa che fu la spedizione italiana sul fronte russo.



foto tratta da La Repubblica di Parma (2008)

Questa foto è di Magno Alessandro e la si può vedere qui:


P.S. Chi di noi può dire che cosa sarebbe diventato?

sabato 25 aprile 2009

Eh, sì, magari.... Avatar personalizzato meez



Però è divertentissimo, come disegnare i vestitini di carta con le linguette, quelli per le bambole di cartoncino (cosa che facevo da piccina).

Se avete 20 mn da perdere e l'accortezza di cliccare sempre sulla tendina "price", per avere gratis le "funzioni" che chiedete...

giovedì 23 aprile 2009

Two Days in Paris/Deux jours à Paris

Poi non si dica che non ho riguardo per i lettori, eh.

Vi metto la scena finale di un film (2007) non completamente riuscito, ma che ho trovato interessante per molti motivi. Uno dei quali, la scena finale del film. Se odiate conoscere la fine di qualcosa che vorreste vedere, uscite da questo post.

Julie Delpy ha scritto la storia, l'ha sceneggiata, l'ha diretta, l'ha interpretata, ne ha scritto alcune musiche, che ha cantato, e sì, ha fatto anche il montaggio.



versione inglese




versione francese



versione italiana (orrende voci, ma giusto se non capite il francese né l'inglese)

... on préfère ses éternuements à tous les baisers des autres.

Ecco, grosso modo, l'amore - il succo dell'amore - è questo: vivere(1) accanto a una persona che ti starnutisce in faccia tutti i giorni, ma meglio il suo moccio che il profumo di un altro.

(1) Meglio dire: continuare a vivere. Vale dai dopo 2 anni di convivenza in su. Io sono a quota 21.

E quando sei alla cassa, la domanda...

(non conosco la proprietaria di questa parapharmacie,
né ricevo percentuale per pubblicizzarla)

Non so voi, ma a me capita ogniqualvolta mi ritrovi alla cassa di una (para)pharmacie [vale anche per l'Italia]. Ma prima l'antefatto.

Passeggiando ieri pomeriggio per le vie di Caen, prima di far passare un esame orale nel museo cittadino ai miei studenti, sono entrata in una parapharmacie. Obiettivo? Non me lo ricordo più. Spendere, credo. Comprare qualcosa per me, per farmi - almeno nelle intenzioni - del bene.

Prendo due-tre cose, tra cui il lievito di birra che assumo da anni, una maschera al melone per "svecchiare" il volto per due-tre ore e delle compressone supervitaminiche al guaranà.

Arrivo alla cassa.
Sì, sì, avete capito: è come nelle profumerie.

Voi digitate il pin della carta di credito e lei, la commessa - lo sapete già, lo intuite - sta unendo ai vostri acquisti, gettandolo nel sacchetto, qualche campione di prodotto di bellezza.

Le commesse sono impietose: vi squadrano in un nano-secondo e subito individuano i vostri principali problemi.
Sicché, recuperando la carta, la domanda: mi affibbierà un prodotto antirughe o anticellulite? Peggio?
All'uscita, non appena superata la porta automatica, non ho resistito: ho frugato alla ricerca dell'inappellabile sentenza.

Risultato: (ho dovuto decifrarli, prima):

Uno shampooing per capelli sensibili e un fluido per opacizzare la pelle (avevo un fondotinta troppo luminoso).

Meno male.


lunedì 20 aprile 2009

Bilance, bilanci e sbilanciamenti

la torta del mio compleanno (una cosa semplice, stavolta)


Con le bilance abbiamo dato e ci siamo attestate intorno ai 66 kg.

Con i bilanci facciamo a cazzotti: un giorno bene e un giorno male. Dalle stelle alle stalle, come una pallina sull'onda, ora giù ora su.

Però, per sbilanciarmi, mi sbilancio bene. Quasi quasi pendo come la torre di Pisa.



A proposito: liscia o effervescente naturale?



(M'han fatto male i 51)

venerdì 10 aprile 2009

Sfuggente e insondabile Pieter de Hooch


The Courtyard of a House in Delft - 1658 (canvas), National Gallery, London


Buona Pasqua

giovedì 9 aprile 2009

Solo per testimoniare



lunedì 6 aprile 2009

Ma se mi girano...

Dedicato a Strampamolly
che amo immaginare col carattere
"alla Rosina"

Oggi mi sento così, "sfastidiata" (Non ce l'ho con nessuno. Anzi, mi fo uggia da sola):



ROSINA
Una voce poco fa
qui nel cor mi risuonò;
il mio cor ferito è già,
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò (2).

Il tutor ricuserà,
io l'ingegno aguzzerò.
Alla fin s'accheterà
e contenta io resterò'
Sì, Lindoro mio sarà;
lo giurai, la vincerò (2).

Io sono docile, son rispettosa,
sono obbediente, dolce, amorosa;
mi lascio reggere (2), mi fo guidar (2).

Ma se mi toccano dov'è il mio debole
sarò una vipera, sarò, e cento trappole
prima di cedere farò giocar (4).

[Io sono docile, son rispettosa,
sono obbediente, dolce, amorosa;
mi lascio reggere (2), mi fo guidar (2)].

Sì, sì, la vincerò. Potessi almeno
mandargli questa lettera. Ma come?
Di nessun qui mi fido;
il tutore ha cent'occhi basta, basta;
sigilliamola intanto.
(Va allo scrittoio e suggella la lettera.)
Con Figaro, il barbier, dalla finestra
discorrer l'ho veduto più d'un'ora;
Figaro è un galantuomo,
un giovin di buon core
Chi sa eh 'ei non protegga il nostro amore.

Atto I, Scena IX Rossini, Il Barbiere di Siviglia.

domenica 5 aprile 2009

Tutte le volte che ho scritto



Tutte le volte che ho scritto e che scrivo, si tratti di un post per il blog, di un articolo di letteratura, di una novella, poesia o di una recensione critica, ho come sottofondo un'unica musica (che mando nelle orecchie fin sul cervello) anche per ore.

Può essere Schumann, Bach o Rachmaninov, Ivano Fossati, Tiziano Ferro, Dalida, Caparezza o la colonna sonora di un film. L'unica costante è che quella musica, la ascolto per tutto il tempo che scrivo e fintanto che non appongo il punto definitivo.


È una questione di ritmo e di passione, di unità scrittoria.
Naturalmente, più o meno inconsapevolmente assecondo la musica (una volta, un'amica che legge qui, mi disse che leggermi era tutto uno spigolo. Chissà che avevo ascoltato per scrivere quel pezzo...)

Se è cosa breve, non è grave. Se debbo scrivere 10-12 pagine in formato A4, la cosa si fa ossessiva e ossessionante. Fortuna che ho le cuffie.


Ora sto scrivendo di Bontempelli che menziona Mussolini il quale rivendica una filiazione immediata da Garibaldi e ascolto la canzone di Malika Ayane, Come Foglie di cui metto video youtube di séguito (ho accumulato già parecchie ore di ascolto).

E tutto l'impeto mio assomiglia alla Anita del Gianicolo:





Chissà che uscirà fuori.

_______
La bella statua di Anita Garibaldi è di Mario Rutelli (bisnonno di Francesco), 1932 e si trova al Gianicolo, così come quella di Garibaldi (opera di Emilio Gallori, 1895). Notare quanto è solo, Garibaldi.

venerdì 3 aprile 2009

Torta di compleanno (panna montata e Ferrero Rocher)

Ecco qui la ricetta della Torta di Compleanno con panna montata e Ferrero Rocher inventata e preparata per mio figlio che il 1° aprile ha compiuto 17 anni:


by JS, la mamma


Ingredienti per la torta di base al cacao

2 tuorli
125 g di zucchero
250 g di farina
1 bicchiere (di quelli di plastica) - non ricolmo - di olio di semi
60 g cacao amaro
1 bustina lievito
Come sempre, zucchero e tuorli insieme, poi farina setacciata, olio, cacao e solo alla fine il lievito.
Forno preriscaldato a 180° per mezz'ora (verificare con stuzzicadenti).

Risultato:

Farlo raffreddare e poi aprire a metà, come nella foto successiva.
Alternativa: preparate il vostro solito pan di Spagna e aggiungetevi polvere di cacao amaro quanto basta per farlo diventare nero.

Ingredienti per la crème Chantilly

2 ricette. Io le ho fatte tutte e due e poi vi spiego perché.

1a ricetta:

5 tuorli
150 g zucchero
15 g maizena
450 ml latte già bollito con stecca di vaniglia
panna montata

Tuorli + zucchero montati a spuma, aggiungere la maizena e poi il latte freddo o raffreddato. Poi rimettere un poco sul fuoco, per far addensare.
Io ho messo il latte bollente, sicché la crema non si è solidificata (e forse la maizena era troppo poca). Sicché, la crema con l'aggiunta di panna montata (nella stessa quantità, quasi una bombola) era ottima di sapore, ma non densa. E allora, l'ho utilizzata così: bicchiere, 2 savoiardi spezzati a metà e bagnati nel caffè, sopra la crema.

2a ricetta:

l'ho presa dalla signora Gina (ma sempre con la stecca di vaniglia al posto della scorza di limone), qui.
+ panna montata, una volta il tutto raffreddato.

E stavolta è andata bene


crème de cassis per la bagna (ma va bene anche un altro liquore. Io avevo questo solo in casa)


base divisa a metà: base di sinistra pronta per accogliere la crème chantilly,
la base di destra (coperchio) sarà bagnata - con un pennello alimentare (si vede nella foto) - con crème de cassis

Ingredienti per la decorazione

1 bomboletta spray di panna montata (o quasi),
1 confezione da 16 - ma anche di meno - di Ferrero Rocher (ma potevano essere smarties, fragole, caramelle, cioccolatini, etc.)
1 barattolo di vermicelles saveur chocolat Vahiné

Ho reso appiccicoso il fianco per farvi aderire i vermicelli di cioccolato (gran fatica, peraltro inutile). Poi panna montata come base sulla superficie, livellata con l'apposita spatola (clicca qui). Poi ho fatto una specie di dama o di filotto, insomma una serie di caselline con la panna montata e tutta una cosa a onda sui lati (onde: inutilità dei vermicelli). Ho incastonato i Ferrero Rocher e messo una mezz'oretta in freezer.

Interno:

Sto ancora mangiandola. È proprio buona. Raccomando il Crémant de Loire MONMOUSSEAU (medaglia d'oro dei Crémants 2008).

Eh sì, ci vuole un bel po' di tempo e di accortezza per prepararla.

giovedì 2 aprile 2009

Presentatrici météo aut similia

Le presentatrici météo stanno alla Francia come le signorine buonasera stanno all'Italia.


Catherine Laborde

Évelyne Dhéliat

Da sere, intorno alle otto, nasce una piccola discussione sull'età delle suddette presentatrici.
Essendo donna, ho lo sguardo lungo e impietoso che il coniuge non ha.
Alla fine, stasera - stanca di sentirmi dire "Esagerata, mo' son tutte più grandi di te" - sono andata su Wikipedia.fr e ho cercato.

Ecco i risultati:

Evélyne Dhéliat è nata a Colonia (D), il 19 aprile 1948

Catherine Laborde è nata a Bordeaux l'8 maggio 1951.


Sono belle, affascinanti, magrisssssssssssime, sempre eleganti, probabilmente passano il loro tempo nei saloni di bellezza quando non "fanno il bello e il cattivo tempo" in tv. E fanno pure bene, se è quel che vogliono.

E poi quando il coniuge è passato alle giornaliste e mi ha chiesto:
Allora, Laurence Ferrari? Non mi dirai che pure quella...
No, quella è giovane, sarà del '67.


Laurence Ferrari: classe 1966.


E Claire Chazal?
Quella è più
grande di me.

Claire Chazal: classe 1956.

Non si parla solo di poesia e letteratura; si parla anche di cose così in famiglia (soprattutto quando il figlio è lontano).

mercoledì 1 aprile 2009

Il mio personale pesce d'aprile



... è nato 17 anni fa.

Torta di compleanno di mia invenzione e cena prelibata (spaghetti ai gamberoni; cabillaud ai topinambour al forno)... oggi.

E domani parte per il Festival Europeo del Cinema Studentesco a Vevey, sul Lac Léman in Svizzera. Concorre anche lui con un film che ha finito di girare l'altroieri ( e il cui script è costato notti insonni, perché pare che le idee gli vengano solo alle 3 del mattino).

Blog a invito



Allora, vado per vedere se un'amica continua a scrivere nel suo blog e leggo quanto di seguito:

Questo blog è aperto solo ai lettori invitati.

Non ci risulta che tu sia stato invitato a leggere questo blog.


Se pensi che si tratti di un errore, contatta l'autore del blog e richiedi un invito.


Ecco, non penso proprio che si tratti di un errore.