Ho visto in DVD (versione originale sottotitolata in francese) un film che mi son persa 2 anni fa: LIONS FOR LAMBS.
A parte che mi è piaciuto immensamente (è stato detto che è un " film a tesi", come se fosse una parolaccia. Non è un film a tesi, è un film che prende posizione, è didattico, ma caspita, a volte, bisogna metterle giù le idee per filo e per segno, sennò non vengono capite), a parte questo dicevo, vorrei tanto che lo vedessero i miei studenti.
Perché son stanca di constatare che i giovani [penso ai miei studenti, ma non solo ] vedono ma non guardano, sentono ma non ascoltano, e sprecano il loro potenziale.
Sono anche abbastanza stufa (da qualche anno a questa parte)- ANCHE SE CONTINUERO' A MARTELLARLI - di urlare che passione e fiducia nelle loro capacità sono le basi dell'apprendimento.
E continuerò a pensare che il cielo bisogna andarselo a prendere, in maniera lecita, ma impegnarsi ad arrampicarsi nel vuoto.
E di volere il massimo da se stessi, di non accontentarsi quasi mai, di non lasciarsi andare sul terreno della superficialità, ché ci son altri con il sedere tappezzato di moquette, con un futuro preparato e che loro - loro che hanno solo se stessi - possono tentare di farcela solo se saranno i migliori (migliori, dal mio punto di vista). E questo non c'entra nulla con un futuro lavoro pieno di soldi. Altrimenti significherebbe non aver capito proprio nulla del mio discorso.
Come dice il prof (Redford) al talentuoso studente fannullone che ha: A che ti serve avere una Mercedes da 90.000 $ se non hai la benzina?
E poi i fallimenti del prof - lo sherlock holmes delle potenzialità - sono anche i miei. Ma a me interessa anche il lato umano dei miei studenti, non soltanto il potenziale... Ne baissez jamais les bras...
A parte che mi è piaciuto immensamente (è stato detto che è un " film a tesi", come se fosse una parolaccia. Non è un film a tesi, è un film che prende posizione, è didattico, ma caspita, a volte, bisogna metterle giù le idee per filo e per segno, sennò non vengono capite), a parte questo dicevo, vorrei tanto che lo vedessero i miei studenti.
Perché son stanca di constatare che i giovani [penso ai miei studenti, ma non solo ] vedono ma non guardano, sentono ma non ascoltano, e sprecano il loro potenziale.
Sono anche abbastanza stufa (da qualche anno a questa parte)- ANCHE SE CONTINUERO' A MARTELLARLI - di urlare che passione e fiducia nelle loro capacità sono le basi dell'apprendimento.
E continuerò a pensare che il cielo bisogna andarselo a prendere, in maniera lecita, ma impegnarsi ad arrampicarsi nel vuoto.
E di volere il massimo da se stessi, di non accontentarsi quasi mai, di non lasciarsi andare sul terreno della superficialità, ché ci son altri con il sedere tappezzato di moquette, con un futuro preparato e che loro - loro che hanno solo se stessi - possono tentare di farcela solo se saranno i migliori (migliori, dal mio punto di vista). E questo non c'entra nulla con un futuro lavoro pieno di soldi. Altrimenti significherebbe non aver capito proprio nulla del mio discorso.
Come dice il prof (Redford) al talentuoso studente fannullone che ha: A che ti serve avere una Mercedes da 90.000 $ se non hai la benzina?
E poi i fallimenti del prof - lo sherlock holmes delle potenzialità - sono anche i miei. Ma a me interessa anche il lato umano dei miei studenti, non soltanto il potenziale... Ne baissez jamais les bras...
"passione e fiducia nelle proprie capacità sono le basi dell'apprendimento".. Io non ce l'ho mai avuto un prof. che mi abbia detto una cosa del genere. E mi sarebbe piaciuto molto averne uno così...
RispondiEliminagrande prof! e grazie per il video
RispondiEliminamarina
Neanche io, al liceo ho avuto insegnanti degni di fregiars di questa qualifica: nessuno che MAI ci avesse segnalato un film da vedere o un libro da leggere... semplici impiegati statali la cui unica preoccupazione era arrivare a fine mese per pagarsi lo stipendio immeritatamente guadagnato; perché essere insegnante è una sorta di missione, ci vuole entusiasmo e coraggio e pazienza e un grande cuore...
RispondiEliminaMi sarebbe piaciuto averti come prof., Spaccins!
Pazienza, m'accontento di leggerti on line e di averti conosciuta... e non è poco!
Perché essere definito "un film a tesi" dovrebbe essere una critica negativa? Non ho visto questo film, ma a che intendo io tutti i film (o quasi) hanno una "tesi" (=idea, una storia con un suo iter e una morale -amnche quando non ce l'hanno il critico e il più comune spettatore ce la trova :p...) da mettere in scena, più o meno dichiarata e dimostrata ma ce l'hanno... o no? @.@ mumble mumble
Guardate, non credo che i miei studenti siano poi così entusiasti, soprattutto quando parto in quarta, mi arrabbio e li rimprovero.
RispondiEliminaOggi, però, parlando con loro di quadri risorgimentali nel mio ufficio alle 8h del mattino... io ero veramente felice.
Loro, non so.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaStrampa, i miei ragazzi stanno all'Università (non al liceo). Tu che ricordi hai dei proff dell'università?
RispondiEliminaIo non ho avuto maestri né al liceo né all'università.
Non ho modelli, insomma. Né positivi, né negativi.
(Il messaggio cancellato non aveva il grassetto)
Io credo, in generale, che se un insegnante -non importa di che ordine e grado- ama e conosce quello che insegna e magari sia anche entusiasta (entusiasmo e passione che dopo anni di insegnamento almeno nella scuola italiana, reputo molto difficile da preservare!) qualcosa "passa" ai suoi allievi, per forza! Sicuramente sarebbe stata trasmessa all'allieva e alla persona che ero io.
RispondiEliminaRicordo con stima e affetto (la sola stima mi sembra un apprezzamento più formale e distaccato) molti docenti universitari che ho avuto la fortuna di seguire: Rosario Villari (quand'ero a Roma)così colto e al contempo semplice e modesto nell'insegnare; Dante Della Terza, che faceva la spola tra Harvard e Arcavacata e che avrei ascoltato per ore declamare spiegando i versi della Divina Commedia e della Gerusalemme Liberata e il cui entusiasmo e amore per la letteratura era tangibile; il compianto Maurizio Grande altro grande affabulatore purtroppo non più tra noi; Matilde Tortora, il mio relatore dela tesi, una figura materna ma al contempo volitiva e poliedrica (visti i suoi numerevoli interessi nel campo del cinema, della letteratura e della poesia), un'amica che mi ha incoraggiata con la sua infinita dolcezza e con le parole giuste -anche il rimprovero- al momento giusto; Antonio Bertini, ironico, che in poche sintetiche e disincantate parole mi ha spiegato senza fronzoli e orpelli di contorno cosa sia "fare cinema" e non vaneggiare pseudofilosoficamente sulla settima arte...
Di altri docenti, come Roberto Mercuri e Edoardo Giovanni Carlotti più che le doti di insegnante ho apprezzato moltissimo i loro scritti di letteratura italiana e di teatro... spero non ti dia fastidio che abbia fatto i nomi di queste persone che ho avuto modo di conoscere, al limite cancella il post ;).
Con l'università sono partita da zero su molti fronti e mi ha dato molto sia a livello culturale sia umano, in senso positivo quanto negativo (sapessi quante "cose storte" ho visto, come tutti credo...), ma ho vissuto intensamente, seguito e partecipato ai corsi di indirizzo che avevo scelto più che a quelli "obbligatori", imposti per conseguire una laurea che tale possa definirsi...
E comunque un docente universitario che si arrabbia, fa sfuriate e rimprovera -a fin di bene- i suoi allievi è un bravo docente, ché ci tiene al suo lavoro e ai suoi studenti: molti semplicemente se ne fregano...
Strampa: Mi fa molto piacere, al contrario, che tu abbia fatto i nomi dei proff che molto ti hanno dato e che comunque sono stati importanti per te.
RispondiEliminaAnch'io ho avuto bravi e talvolta ottimi professori; non ho mai avuto però un rapporto a quattr'occhi con loro.
Se debbo ricordarne uno, ricordo Aurelio Roncaglia, prof di filologia romanza.
_____________
Grazie a Bart e Marina (e naturalmente a te) per i commenti
Paolo Chiari, prof di filosofia al liceo. La prima volta che arrivò in classe sembrava la copia di Toni Negri, impermeabile sgualcito alla tenente Colombo, sigaretta perennemente in bocca, chioma fluente e ingrigita.
RispondiEliminaPendevamo dalle sue labbra, e ogni tanto ci scontravamo pure. Storiche rimasero le lezioni sul lesso rifatto (civiltà contadina) e sul grande Torino. Ma Platone come lo spiegava lui...
Mi piace che questo spazio sia divenuto luogo per tributare onore ai professori che sono stati importanti.
RispondiEliminaAccomodatevi.
Riflettendo riflettendo, un maestro di vita l'ho avuto: mia madre, quarta elementare.
RispondiEliminaLa persona più colta, intelligente, sensibile, forte, tosta, donna e persona insieme, e giusta.
Mia madre, ecco.
E perdonate se vi parrò svenevole, ma debbo tutto a lei; la grinta la debbo a mio padre, il poco che so all'Enciclopedia Conoscere dei Fratelli Fabbri editori, l'amore per la lingua (italiana e francese) ai dizionari.
E la fiducia in me stessa, la debbo a mio marito.
RispondiEliminaE i dubbi su me stessa, li debbo a mio figlio.
Io da piccolo avevo "I quindici", per le mie voglie di sapere universale... :-)
RispondiEliminaE mio padre, che mi sembrava la fonte del sapere in persona. Ma la cosa più importante che mi ha insegnato è stata l'onestà, la rettitudine. L'essere a posto con la propria coscienza.