lunedì 26 gennaio 2009

Tutti pazzi per amore. Domande.

Premesso

Tutti pazzi per amore
film tv in 26 episodi
trasmesso la domenica sera su Rai1


- che il film TV a episodi di cui all'oggetto mi piace,
- che debbo vedermelo l'indomani via internet per assenza di collegamento dall'Estero,
- che tifo per Solfrizzi dai tempi in cui faceva "Sei forte, maestro" a Terni e aveva per genitori Valeria Fabrizi e Gastone Moschin,
- che me lo sono perso nel ruolo dell'avvocato Guerrieri (ma tanto non ho letto quel Carofiglio),
- che Stefania Rocca - coprotagonista - mi è abbastanza simpatica,

Stefania Rocca

- che stravedo per le due zie,
- che adoro Carlotta Natoli e mi è antipaticosimpatico Neri Marcorè,

domanda:

a) come fa Solfrizzi alias Paolo a potersi permettere un appartamento del genere, a Roma, con il suo stipendio di geometra agronomo;


Emilio Solfrizzi

b) come fa a permetterselo la Rocca (probabilmente riceve assegni dall'ex marito oppure è sostenuta nelle spese dai facoltosi genitori, ma nulla viene detto);
c) quando mai una Preside - per quanto chiaramente di sinistra - inciterebbe gli studenti (tra i quali Emanuele e Cristina, i figli dei nostri protagonisti) all'occupazione della scuola (puntata di ieri);
d) quando mai un Taricone (o meglio, Ermanno, il personaggio che interpreta) leggerebbe una ventina di libri solo per portarsi a letto Monica (interpretata da Carlotta Natoli). Non per l'attrice, ma proprio per l'importanza che il suo personaggio attribuisce alle donne (ovverossia: nessuna);

Carlotta Natoli

e) sempre a proposito della scuola, siamo nella fantascienza: la prof/preside (e già là), ritrova la patente smarrita in classe (!) e coglie l'occasione per dare come compito agli studenti una ricerca su come erano i loro genitori alla loro età (la foto della patente la ritrae più giovane), così, un compito estemporaneo... mah, saran cambiati i tempi, ma 'ste cose manco alle medie - d'altronde la sconoscenza della scuola era perfettamente rilevabile anche in Provaci ancora, prof (con Veronica Pivetti);
f) la storia di Marcorè che da ragioniere apre - senza problemi - un ristorante pure pretenzioso, passi, ma come mai in suddetto ristorante- a parte un africano che porta bandana rossa - nessuno indossa berretto - i capelli! - mentre si cucina;

Neri Marcorè

g) chi diamine pulisce gli appartamenti - immensi, chiaramente over 100 mq - dei protagonisti (non ci sono donne delle pulizie in giro, con quel battaglione di persone dovrebbe essere visibile una tavola da stiro con ceste stracolme ai lati);
h) ma in che razza di giornale femminile lavorano le nostre beniamine: un posto, una redazione così, che un giornale si componga così, se lo immagina solo una fanciulla di tredici anni, non uno sceneggiatore di vaglio come Cotroneo...

A parte tutto ciò, continuo a vederlo, mi piace e a volte mi commuovo pure (ultimamente ho la lacrima facile).

Probabilmente, se non fossi sposata, assomiglierei al personaggio di Monica. E non mi sto facendo un complimento. Proprio no.

P.S. Dimenticavo la cosa più inverosimile: la pubblicazione della data di nozze al Campidoglio da parte di Giulio (Luca Angeletti) all'insaputa della futura sposa Stefania (Marina Rocco)!!!

______
Bellissimo il siparietto Signoris-Battiston, ovvero l'intervistatrice il dottor Freiss... tutta una storia d'amore a parte...







7 commenti:

  1. Mi piace molto questo gioco. Allarghiamolo a tutte le assurdità che ci capita di vedere in tv. Tipo: puntata di "Bones", telefilm poliziesco su sky. Processo al padre della direttrice del laboratorio della scentifica accusato di aver ucciso il vicedirettore corrotto dell'Fbi. Alla fine viene assolto, tutti escono dal tribunale dalla porta principale, lui abbraccia la figlia, l'inquadratura si allarga e... non c'è neanche un giornalista o un fotografo fuori dal tribunale!!!!! Assurdità somma!!!

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  2. Certo che domandarsi chi pulisca quelle case....

    ahahaha che ridere!

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  3. è che io ho la metà della casa qui a Saint-Cloud ed è un PROBLEMA... E ho UN SOLO figlio, peraltro nemmeno troppo disordinato.

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  4. Condivido tutte le fini osservazioni del post, anche se non definirei le incongruenze come assurdità, bensì come distrazioni più o meno inevitabili o intenzionali in un genere televisivo da prima serata, dunque rivolto a un pubblico molto vasto e indifferente a certi aspetti più propriamente sociologici. Quando si parla di verosimiglianza delle situazioni (in un romanzo come in un film, in una pièce teatrale come in un film), non bisogna mai dimenticare la regola aurea che accomuna ogni destinatario che accetta di essere coinvolto da qualsiasi genere di fiction: la "sospensione dell'incredulità" (come la chiamava Coleridge). Ci mettiamo seduti e siamo disposti a credere a quel che ci viene raccontato. Ma non è un dato definitivo, anzi cambia a seconda del tempo e del tipo di pubblico. Oggi molte lettrici non sarebbero disposte a credere che la povera Emma Bovari non avesse alternativa all'arsenico. E - pare incredibile, ma è vero - alcuni dei suoi critici contemporanei non ritenevano "reale" tutto quel dramma per una bicicletta rubata - dico: parliamo di Ladri di biciclette.
    Dunque non andiamo tanto per il sottile con questa serie simpatica e girata molto bene. Che cosa fa il successo di una fiction articolata in un buon numero di episodi - per giunta trasmessa la domenica sera? Deve scattare un meccanismo di empatia con i personaggi. E "Tutti pazzi per amore" centra in pieno l'obiettivo per merito dell'ottima prova degli interpreti nella loro totalità, con punte di assoluta eccellenza (non faccio nomi per non essere tacciato di... parzialità). Tuttavia bisogna riconoscere che non c'è orchestra, pur composta di valenti musicisti, che non suoni bene senza la presenza di un buono spartito e di un bravo direttore. Dunque, complimenti agli sceneggiatori (a partire da Ivan Cotroneo) e al regista (l'esperto Riccardo Milani) che hanno realizzato - lo possiamo dire ormai che abbiamo varcato la metà degli episodi) - una serie vicina alla realtà della vita quotidiana, ma senza cadute in facili stereotipi, né facili ammiccamenti. Dialoghi vivaci, coralità delle vicende, mescolanza di momenti comici e altri no, ecc. ecc. In più chi ha concepito la storia e poi l'ha diretta conosce molto bene i moduli narrativi di molta fiction americana degli ultimi 10-15 anni, nella quale sempre più spesso una dimensione vagamente fantastica rende più "gustosa" la rappresentazione della nostra vita (un capostipite per tutti: Ally McBeal, l'indimenticabile). Insomma: polllice in su, maestà!

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  5. Sì, sì.

    Però tanto per restare nella sospensione dell'incredulità, per favore:

    il personaggio di Emanuele "secchione di scuola" non dovrebbe osservare che Blu si scrive con l'accento (e che quindi la sorellina avrebbe sbagliato a scrivere la parola senza) - con tutto il resto della famiglia che dice "Sì, certo",
    giacché
    blu si scrive SENZA ACCENTO!

    :DDD

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  6. Hai ragione ci sono "errori" o meglio imprecisioni e voli di fantasia (avevo notato anch'io l'impossibilità della sorpresa delle pubblicazioni di nozze in quanto possono essere affisse solo dopo la promessa fatta davanti ad un impiegato dell'anagrafe e dopo la consegna di dcoumenti vari...:))
    ma alla fine ..lo guardo volentieri , mi rasserena e a volte ho pure riso! la domenica sera diventa più lieve... ;)))
    bacioni conigli a te , cara Diana e rimettiti ,ciao val

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