domenica 27 aprile 2008

Ti racconto un quadro: Ragazza alla finestra di Gina Roma


L’occhio di dio

Francesca scruta di sottecchi la finestra, riordina le ultime cose in cucina; la corriera è in ritardo.

L’ulivo che si staglia oltre il rettangolo trasparente è ormai rinsecchito; di sicuro prima o poi lo abbatteranno; fortuna che tutti sembrano dimenticarsene. Seppure già atrocemente contorta, quella pianta era sempre gravida di frutti oleosi quand’era bambina. Almeno lei così ricorda.

Ora è in piedi, dietro alla finestra che lascia chiusa, le tendine sono raccolte ai lati e quel che si vuol vedere si vede.

Niente, la corriera non risale nemmeno il pendio che arranca lungo le curve a gomito del paese, pensa.

La immagina, tutta blu e impolverata, portare nella sua pancia l’uomo che è tutta la sua vita: Luca. Lui ha gli occhi del cervo sorpreso per la carabina che il cacciatore gli punta addosso. E flessuoso è quel corpo di fanciullo cresciuto a dismisura, lottando suo malgrado contro il tempo.

Castagne appena sgravate dal loro guscio, castagne lucide sono ammassate nei suoi capelli e mani che sembrano uscire da un affresco di Raffaello, dita lunghe e incorporee a unire il divino con la terra intrecciano la vita di lei. Trait d’union, passaggio di vita, tocco impalpabile che sfrigola il cuore di una donna.

A rallegrarla, una voce grave e quasi impossibile, come la porpora che infiamma il tramonto d’una città bosniaca, come il grigiorosso della brace agonizzante nel camino ancestrale, come il saggio silenzio di un’alba italiana.

Luca ha la pelle alabastro e le occhiaie inevitabili, suo cruccio da sempre, per lei sono perle nere che illuminano l’incarnato della mandibola e il viola tumefatto delle labbra.

A lui, voracemente tenero, eternamente imbronciato, a lui ribelle nelle parole e panna liquida tra le sue braccia, a lui come guanciali lei offrì i suoi seni.

A lui, che è dio quando dorme.

Francesca guarda meglio, ondeggiando come un salice dinanzi alla finestra: è tardi ormai; si sporge dal davanzale.

Sereno è il cielo piatto, non una foglia trema: scandisce il tempo che passa, il suo cuore. Tra poco lui sarà sotto casa, nella furia baldanzosa dei suoi vent’anni, ricco solo d’uno zaino ed il congedo dalla leva militare.

Torna a casa Luca, oggi. Torna a casa suo figlio.





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foto prelevata da internet

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