mercoledì 16 novembre 2011

Quando l'esperienza non serve a nulla

A che cosa serve l'esperienza spicciola, quella di tutti i giorni, quella maturata nel corso degli anni, quella che «una volta fatto l'errore non lo si ripete più»?

A nulla, nel mio caso.

Prendiamo una regola di vita che ogni donna conosce: quando si maneggia la vare(c)china o candeggina che dir si voglia (l'ipoclorito di sodio, NaCIO, per i più colti) si deve star attenti, giacché uno schizzo, una gocciolina, sia pure uno sputo suo, è sufficiente a rovinare per sempre tessuti, pelli e quant'altro addosso a  noi.
Ma veniamo al fatto.

3 "berlingots"
Premessa:  per non alimentare lo spreco, nonché l'esubero di rifiuti, preferisco comperare la candeggina concentrata in piccoli contenitori che in Francia si chiamano berlingots.
Stamattina, il flacone è desolatamente vuoto e debbo lavare per terra. Prendo allora due berlingots (cfr. foto qui sopra), cioè due confezioni LA CROIX che contengono eau de javel concentrata, taglio con le forbici gli ugelli di apertura, verso il contenuto nel bottiglione vuoto da 2L, aggiungo acqua fredda e... il gioco è fatto.

Solo che ho dimenticato di eseguire quest'operazione come si deve. Sicché, jeans e stivaletti sono in uno stato pietoso; gli stivaletti, soprattutto (cfr. foto qui sotto). 
L'esperienza non mi serve a nulla, se poi dimentico.
Ergo, per dirla elegantemente, NaCIo (chim.) =  nescio (lat.). Povera me.

bottines con macchie di candeggina

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