domenica 8 maggio 2011

LE VACCHE NORMANNE

oggi


Sfilano come indossatrici

giovedì 5 maggio 2011

Uffa, che noia, che barba.


Incostanza, il tuo nome è Jacqueline.

domenica 1 maggio 2011

Per il teatro giovane, il teatro alternativo...sono vecchia

In qualità di semplice spettatrice, oggi pomeriggio sono andata a teatro nel 13e arrondissement, al Dunois.


Opera densa, testo impegnato scritto e messo in scena da Gilles Martin che poi è anche il regista teatrale con il quale mi preparo a debuttare a fine giugno, Future/No Future dura oltre 2 ore.

Il teatro Dunois è abbastanza alternativo e al posto delle comode poltrone rosse ha qualcosa che assomiglia a delle panche. Dopo un'ora ero estenuata: mi faceva male il collo, la schiena e avevo l'impressione di ritrovarmi un sedere di legno. Per non dire della voglia impellente di andare a far pipì (che mi son tenuta).
Che volete, si smette di essere alternativi e rivoluzionari... per motivi di età. 
La vecchiaia (la mia perlomeno) esige una certa comodità per le attività culturali. 

Tre attori professionisti e un gruppo di adolescenti. Tutti bravi.
Dimenticavo: Evviva il 1° maggio.

Il rispetto aprioristico per la gerarchia



Ieri ho visto questo film, Stupeur et Tremblements di Alain Corneau, tratto dall'omonimo romanzo di Amélie Nothomb (Stupore e Tremori, Voland in Italia, costo tra i 7 e i 14€). Non amo lo stile cerebrale e autoincensatorio della scrittrice belga (quand'era all'inizio della sua notorietà, la incontrai nel treno EUROSTAR con un cappellone, un cilindro, tipo  quello della foto qui sotto, col volto bianchissimo - la cipria al riso di orientale fattura e le labbra rosso lacca).

Musée Grévin (www.linternaute.com)

Non amo il suo stile ampolloso, dicevo, quindi dopo qualche pagina ho deciso che non avrei letto più nulla di lei. Forse sbagliai, chissà (1).

Da qualche giorno ho fatto un abbonamento con la mediateca della cittadina in cui vivo e, tra l'altro, ho diritto al prestito di alcuni DVD. Ho preso a casaccio questo film. L'ho visto ieri ben conoscendo la passione della scrittrice belga per il Paese del Sol Levante (ove è nata e ha vissuto per i primi  anni della sua vita. Figlia di un ambasciatore, vivrà poi in Cina restando in Estremo Oriente fino ai 17 anni d'età).

Debbo dire che il film - gradevole (anche grazie a Sylvie Testud) - dà un'immagine talmente realistica (ignoro se reale) del Giappone e del suo rispetto aprioristico (e per me insensato) della gerarchia da farmi dire: se questa è la loro realtà, mai e poi mai vivrò presso i nipponici né accetterò queste loro regole.

P.S. Il film mi è piaciuto, nel senso che mi è rimasto ben impresso e che ha suscitato in me domande e riflessioni.
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(1) L'opera narrativa di Amélie Nothomb è oggetto non solo di lauree, ma anche di dottorati di ricerca.