Lo so, lo so bene. Immagino di già tutte le riserve nei confronti di questo film (anzi, di questo genere di film) di qualche anno fa.
Ma quel che mi interessa, qui, non è vantare le virtù o denigrare i difetti della storia o della regia. Per questo, c'è chi già l'ha fatto (clicca qui ma anche qui).
No. Quel che mi interessa sottolineare è che questo genere di film opera - in maniera prorompente - un accrescitore energetico di autostima, potenziatore della nostra volontà (con l'accompagnamento della musica, che gli dà in tal senso una gran spinta. Barilla l'ha capito benissimo qui lo spot).
Fase 1. Da parte dello spettatore (che ha amato il film, chiaramente), c'è dapprima una grande ammirazione verso Maximus (Massimo), il personaggio interpretato da Russell Crowe.
Non a caso, la politica italiana non esce dalle pastoie dell'uomo-simbolo, del condottiero, del magnate, del premier, dell'uomo integro... insomma, sempre di un uomo. Mentre un Paese adulto ha bisogno di credere nel valore di un'idea a mio avviso e semmai di un partito. E non di un solo uomo (sempre a mio avviso).
Ma lasciamo perdere la politica.
(Qui la versione italiana, con toni molto diversi rispetto alla voce originale di R.C.)
Fase 2. All'ammirazione fa seguito una forte proiezione identitaria (si vorrebbe essere come lui). Ognuno di noi ha subìto un torto, ognuno di noi vorrebbe avere nella vita la possibiltà di cantarne quattro, di dire la sua verità, in faccia a un potente (o anche a un superiore, se se ne ha uno). Di gridare i torti subiti e di volerli riscattare. Maximus ci riscatta.
Fase 3. Alla fine, quando si esce dalla sala cinematografica (certo di maggiore impatto rispetto al DVD casalingo), si ha un po' tutti l'impressione di essere da qualche parte, in qualche angolo recesso del nostro cuore e della nostra vita, dei gladiator anche noi. Il tempo di arrivare a casa oppure l'indomani, la magia sarà scomparsa.
E invece, no. Manteniamola, questa energia: se ciò può darci la forza di intraprendere con maggiore fiducia incombenze (azioni, condotte, decisioni) che ci paiono pesanti e insormontabili, ben vengano, film come questo.
Perché noi lo siamo tutti, un po' Gladiator.
E tutti i giorni.
E tutti i giorni vorremmo essere combattivi, guerrieri, onesti, leali, coraggiosi. Degni. E se ci pensate bene, possiamo esserlo con piena coscienza. Né in nome di un partito né in nome di una religione: per noi stessi, perché abbiamo stima di noi stessi. Perché gli altri non sono nemici, sono pesone come noi, basta capirlo. Forza e passione, umanità e compassione.
Che forza che sei, Jacqueline! Un bacio
RispondiEliminaP.S.
Naturalmente il film piacque molto anche a me...
Scherzi?!?
RispondiEliminaA parte il mio debole per R.C., all'epoca, mio figlio (allora) 8enne, mi disse:
« Mamma, tu sei come Maximus !».
Che vuoi fare, una poi ci crede. :))))
Bacio