mercoledì 16 dicembre 2009

Buon Natale a tutti voi





Con immenso affetto vi auguro amici miei di passare buone feste natalizie.
Stacco pc e internet per le vacanze.
Jacqueline

venerdì 11 dicembre 2009

L'eccesso mi salverà


Ci sono e non ci sono.
Scrivo tanto e non solo stupidaggini (o forse sì, chi lo sa).
Un momento di grande fermento in questo momento, nella mia vita.
Di svolte professionali che - se ci saranno - si vedranno tra un anno. E non sono nemmeno certa di volerlo.

Mi accontento di poco.
Mi accontento di fare sempre e solo ciò che voglio.

E soprattutto voglio amare ed essere amata.
A parte un poco di salute, le persone, l'amore, la grinta, passione e sorrisi; andare incontro alla vita di tutti i giorni. Questo è quel che conta.

Il resto ha ben poca importanza.
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sabato 28 novembre 2009

Sono arrabbiata

(ingresso all'edificio del dipartimento di studi italiani a Caen)

Detesto la superficialità. Detesto l'approssimazione. Il non-rispetto per il lavoro altrui. Il non-rispetto per sé.
Penso che sarebbe meglio andare a scuola da pensionati, invece che da ragazzini.

Se rinasco faccio la prof per quelli della terza età: dà maggiore soddisfazione (Marellì, tu che dici?).

O forse non faccio proprio la prof.

Ma ti pare che quando assegno compiti "per casa" ho la gente che mi guarda di traverso?
All'università?!?


domenica 22 novembre 2009

Ricetta pain brioché au Comté (pan brioche al formaggio)

pain brioché au Comté

Questa settimana ho fatto due volte il pane.
Sempre pane brioché, cioè morbidissimo al suo interno.

La prima volta al latte,


pain brioché al latte


la seconda al formaggio Comté e all'olio.

Peccato che la seconda ricetta fosse menzognera.

Ve la do così come l'ho letta io e poi vi dico che cosa ho fatto.

Ingredienti:

1 panetto di lievito fresco (15-20 g). Io non l'avevo ho usato una bustina di chimico per il pane.
10 cl di olio extra vergine di oliva (la ricetta dice semplicemente: di oliva)
20 cl di latte tiepido
300 g di farina bianca senza grumi (o setacciata)
2 uova intere
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di sale (mi sono sbagliata e ho messo un cucchiaio)
60 g di formaggio Comté (ma penso che in Italia vada benissimo il provolone piccante oppure dolce aut similia)
1 stampo da plum-cake standard

AVVERTENZA: io faccio tutto a mano.

La preparazione prevede che si metta subito il lievito sciolto nel latte insieme con l'olio nella farina, più sale, più zucchero, più, dopo aver un poco mescolato gli ingredienti, le due uova.

Nel momento in cui olio e latte vanno a finire sulla farina (i 300 g), subito ci si avvede che non è possibile, che la pasta non si forma ed è tutto un appicicchiaticcio. Quindi ho prontamente integrato altra farina bianca, piano piano, provando di 50 g in 50 g.
Alla fine mi sono accorta di aver messo in totale 600 g di farina, rispetto ai 300 inizialmente previsti. Dunque, la prossima volta, lascerò i 300 g, ma diminuirò in maniera drastica il latte e l'olio.

A ogni buon conto, dopo aver impastato per circa 8 minuti, ho messo la pasta a forma di palla a riposare in una insalatiera ben oliata, con un canovaccio asciutto sopra e riposto il tutto in luogo caldo (per me il termosifone acceso) a lievitare per 45 minuti.

Al termine dei quali, ho incorporato i 60 g di Comté tagliati a dadi alla pasta dopo averla divisa in 4 pallette di uguale grandezza.

Ho oliato lo stampo, messo le 4 pallette una accanto all'altra, e messo per un'ora di nuovo la pasta al caldo nello stampo e sempre coperta da un canovaccio asciutto.

Dopo 40', ho acceso il forno a 240° (th 8).

Trascorsa l'ora, ho abbassato la temperatura del forno a 210°, messo un recipiente con un po' d'acqua sulla base del forno (serve per la crosta) e infornato lo stampo con la pasta ben lievitata dentro. La ricetta prevedeva 40' di cottura, ma credo che 30' bastino. Oliate bene lo stampo, perché - come si vede dalla foto - il pane deborda un poco.

Ecco il risultato finale esterno (l'interno lo vedete nella primissima foto):

:

Pasolini: il popolo italiano (1975)

Detto, scritto, poco tempo prima di morire.



lunedì 16 novembre 2009

Reintegro verifica parole


Sono molto ingenua.
Credevo che ci fosse un commentatore anonimo sì, ma in carne ed ossa.
Invece è solo spamming.
Scusate, immetto nuovamente la verifica delle parole e abolisco l'anonimato (può commentare chi ha un blog oppure chi mette un indirizzo e-mail - invisibile ai lettori).

domenica 8 novembre 2009

Ricetta Quiche con melanzane (mia creazione)

Dovendo dare un nome alla quiche che ho inventato e che è a base di melanzane, la "battezzerò" QUICHE CLODOALDIENNE, cioè di Saint-Cloud, dove abito io.

cliccando sulle foto, potete ingrandirle

Ingredienti:
  • 1 rotolo di pasta brisée 100% pur beurre (burro)
  • 2 melanzane (come da foto)
  • 2 uova intere + 2 tuorli (fondamentale!)
  • 2 noci
  • noce moscata
  • 100 g di crème fraiche épaisse (panna da cucina francese, per gli italiani: basta ispessire nel frigo la panna da cucina)
  • 100 g di gruyère rapée (se non avete groviera grattugiata, usate il parmigiano grattugiato in minore quantità)
  • prezzemolo
  • aglio
  • olio extra vergine di oliva
  • sale
FASE 1



Dopo aver acceso il forno a 210°C, preparare le melanzane. Tagliarle a tocchetti, e adagiatele su una padella oliata già riscaldata. Aggiungere sale, prezzemolo triturato, aglio. Di tanto in tanto, un po' d'acqua per non far attaccare le melanzane alla padella. Quando le vedete abbastanza asciutte e quasi completamente cotte, spengete. Fate raffreddare per almeno 10 minuti.

FASE 2



Disponete le melanzane cotte sulla pasta brisée che avrete srotolato, bucherellato con i rebbi di una forchetta e disposto in uno stampo (max 23-24 cm).

FASE 3



In una terrina, sbattete le 2 uova + i 2 tuorli, salate un poco, grattugiatevi sopra della noce moscata. Lentamente, aggiungete la panna e mescolate delicatamente dal basso verso l'alto, affinché prenda consistenza.

Versate il tutto sulle melanzane, livellate e aggiungete la groviera grattugiata sopra (e le noci!). Girate la pasta eccedente in modo da formare dei bordi e "disegnateli" con i rebbi di una forchetta (vedi foto qui sopra).

FASE 4


la quiche di Jacqueline

Mettete in forno già caldo, a metà altezza, e fate cuocere per 30 minuti a 210°, poi altri 15 minuti a 180°. E comunque controllate e fidatevi dei vostri occhi e del vostro naso (profumo nell'aria).
Ecco qua, tutto è pronto. Ma fatela raffreddare un poco, è meglio: i sapori saranno esaltati e non vi brucerete il palato! Se poi si prepara il pomeriggio per la sera, è una delizia.
Buon appetito.

N.B. La ricetta si può copiare, ma non spacciarla per propria.

©2009 Jacqueline Spaccini

venerdì 6 novembre 2009

Invito rivolto ad anonimo lettore


Caro anonimo

che da qualche giorno commenti i miei post, potresti lasciare una firma, un nick, un nome (anche di fantasia)?

Grazie!

===========

Cher Anonyme,

serait-il possible d'accompagner tes commentaires d'une signature ou d'un nom de plume ?
Merci beaucoup !

============
Dear Anonymous,

please, you can sign your commentaries by your nickname or your name ?
Thanks !

domenica 1 novembre 2009

Torta di mele ricetta con foto

Grazie alle molte mele dell'albero dei miei amici di Saint-Loup-de-Naud, oggi ho preparato una torta di mele. Non una crostata, bensì una torta: qualcuno ha detto "alla Nonna Papera." Pressappoco.

La ricetta mi è stata data una decina di anni fa, da una collega, Giovanna B., che ringrazio ancora per la precisione (c'è gente che dà ricette sbagliate o incomplete, sapete?).


N.B. cliccando sulle foto, si ingrandisce l'immagine

Ecco gli ingredienti:

  • 1 kg di mele
  • 3 uova
  • 300 g zucchero + lo zucchero per le mele (una bella spolverata)
  • 300 g farina (oppure 200 g farina + 100 g fecola di patate)
  • 150 g burro (da far fondere a bagno maria)
  • limone
  • cannella
  • latte q.b. per ammorbidire
  • lievito
  • 1 teglia (imburrata e infarinata) a bordi alti - meglio se di 24 cm di diametro (io l'ho di 22 cm)


1) Per prima cosa, imburro la mia teglia di 22 cm (ma è meglio di 24 cm) e aggiungo un po' di farina per non far attaccare l'impasto.

2) Accendo il forno elettrico a 150°C.

3) Sbuccio le mele, le taglio a dadini, le irroro di limone e di zucchero e aggiungo un po' di polvere di cannella (se non vi piace, fatene a meno).

4) A questo punto, premesso che io uso lo sbattitore elettrico, in un'ampia terrina batto le uova con lo zucchero, poi vi aggiungo il burro fuso (a bagnomaria) e - continuando a battere col frullino elettrico - aggiungo la farina (io propendo per farina + fecola, viene tutto più soffice).

5) Aggiungo il lievito (Attenzione! Una bustina intera se la teglia è di 24 cm; 2/3 di bustina se di 22 cm) e finisco di sbattere il composto al quale NON ho ancora aggiunto le mele.

6) Verso una parte del composto ottenuto, sulla base della teglia, per un'altezza di 1/2 cm.

7) Aggiungo tutte le mele al composto nella terrina e mescolo per bene. Poi verso tutto nella teglia e livello perché non vi siano "dislivelli". Aggiungo un po' di zucchero e fiocchetti di burro sulla superficie dell'impasto (faranno una bella crosticina).

8) Metto in forno, a metà altezza, a 150°C per 45 mn, trascorsi i quali, alzo il volume a 180°C per altri 15 mn. Prima di sfornare, faccio sempre la "prova stuzzicadenti". Se non è cotto, prolungo di 5-10 mn.

Servire tiepido. (Peccato non si senta il profumo)

altezza torta

interno torta

giovedì 29 ottobre 2009

Passeggiata al parco di Saint-Cloud (tra Parigi e Versailles)

Oggi vi porto a spasso per il parco di Saint-Cloud.

In questa passeggiata, durata 2h45' fatta in compagnia di Mustang (perché il figlio girava un film in casa e uno dei suoi attori è allergico ai cani), ho incontrato: orti concessi in affitto per 130 euro annui, una fattoria con animali, tanti funghi velenosi e non.

Persino funghi strani, provenienti dal vicino campo da tennis (incredibile almeno 20 palle da tennis targate Roland Garros! Tutte che oltrepassano il "muro" del campo e finiscono in un determinato punto del parco. Sì, ne ho prese 5. Per farci che, non so: nessuno gioca a tennis, in casa mia).

Poi una fragola. E tanti tanti alberi, tante tante castagne, ed erba bagnata, e profumi di un tempo.

E... e... il ginocchio sinistro che fa male, il gabinetto che urge, la fame che prende.


mercoledì 28 ottobre 2009

Il partigiano Johnny

Parlar di quel che non si conosce.

Non sono una persona seria: butto giù un post su un film che mi porto appresso sul treno da due giorni e che debbo terminare di vedere (ma quant'è lungo?) tratto da un libro che non ho mai letto (eppure debbo averlo da qualche parte). Perché?
Perché mi ha colpito.

Se nessuno ha mai insegnato a Stefano Dionisi la recitazione (purtroppo, ma recita malissimo anche Claudio Amendola nel ruolo di Nord), il suo Johnny tuttavia è credibile (insomma ha il physique du rôle) e il paesaggio piemontese attorno ad Alba è suggestivo.

Poco spazio alla parte inglese (in fondo, anche in questo era un romanzo sperimentale, no?); d'altronde Fenoglio non era riuscito a pubblicarlo, 'sto romanzo e chissà se gli sarebbe piaciuto il titolo datogli da altri. Proiezione autobiografica di Fenoglio, si disse, si dice e si dirà.

E ora vado a vedere come finisce. Poi, giuro, prendo il libro e lo leggo tutto.


Watch il partigiano johnny in Drama View More Free Videos Online at Veoh.com

lunedì 26 ottobre 2009

Dieci cose di me


Meme pervenutomi da Valverde tramite il suo bellissimo blog Cronache dal pollaio.

Dire 10 cose inedite di me e passare poi il flambeau, la fiaccola ad altri dieci blogger. La vanità verrà assecondata, lo strazio di imporre a dieci persone il meme, no. Chi vuole, si accomodi e faccia suo il meme (non staremo a contare). Una manciata di nomi: Clode, Marina, Sandra, Bart, Marella, Stella, Elena, Anna Paola, Annarita, Enzo, Lina...

* * *

Domanda perplessa: c'è davvero qualcosa di me - inedito - che si può trasmettere (cioè che intendo trasmettere) e che non ho già detto?

Vabbè. Proviamo lo stesso.


1. Mi considero una persona noiosa e poco profonda.

2. Il mio uomo ideale si rifà a Phantom (L'Uomo mascherato), ma l'ho scoperto solo a 50 anni.

3. Sono meno severa di quanto sembri.

4. Non credo che sarò mai una scrittrice, né credo di avere il sacro fuoco dell'arte. Credo di saper scrivere abbastanza bene saggi e articoli.

5. Sono una tipica mamma lupa che ama suo figlio più di ogni altra cosa al mondo.

6. Se mi guardo nello specchio, non mi riconosco.

7. Avrei voluto che la mamma fosse più affettuosa con me (lo so che mi vuole bene). Sicché son venuta su che detesto coccole aut similia.

8. Mi piace il mio coraggio, il non demordere mai, il non aver paura (o meglio di andare avanti anche quando ho paura).

9. Mi piacerebbe pensare che la mia qualità migliore sia la bontà (pia illusione, lo so).

10. Avrei voluto essere (più) raffinata, di quelle donne eteree, che sembrano camminare a pochi centimetri da terra, senza peso (e invece quando cammino sembro un soldato a una parata militare, o meglio l'Arlésienne - così, insomma)


lunedì 19 ottobre 2009

Tra Saint-Cloud e Paris Aller-Retour

L'ultimo dei miei video fatti con le foto.

domenica 18 ottobre 2009

Dacci oggi il nostro pain quotidien

Eccomi, sto per entrare, faccio giusto una foto veloce,
veloce byJS



tavolata comune


Ora, non è che io vada pazza per il biologico, il naturale, lo chic e cose del genere.
In materia di cibo sono piuttosto rozza e vado al sodo.
Ma venerdì scorso avevo una pausa tra una conferenza e l'altra e l'Istituto Italiano di Cultura parigino si trova nel borghesissimo-chic-issimo e con puzza-al-nasissimo settimo arrondissement.
Sedermi a prendere un caffè, sì, vabbè, ma avevo fame.
Sicché ho vinto la mia ritrosia e ho attraversato la strada (restando nell'italianissima - Ambasciata e IIC - rue de Varenne) e sono andata a pranzo da Le Pain quotidien.

vende anche il pane, separatamente dal ristorante

Non ho optato per la tavolata comune, lunghissima e conviviale perché ero sola sola e quanto ci si sente più soli se gli altri sono in allegra compagnia! Sicché, dicevo, ho pranzato là.
Olio extra vergine di oliva biologico (ma vi sono abituata, con mio padre che compra le olive in Sabina e poi va lui stesso al frantoio a farle macinare per avere solo la prima spremitura... non è che la cosa mi impressioni molto), sale solo di Guérande (capirai, lo compro regolarmente), aceto balsamico di Modena (vedi sopra)... fin lì, niente di eccezionale.

Non ho neanche ordinato quel che volevo (sto a dieta - inutilmente, ma sto a dieta).
Dunque, bof, bof, bof.
E poi ecco, d'un tratto, la magia: tutta nel pane.
Il menu minimo è di 10euroe50? Ok, ma voglio pagarlo tutto in pane.
Una cosa sublime.

A dire il vero, mi vengono in mente solo paragoni boccacceschi, ma d'altronde le conferenze erano tutte sul Decameron di Boccaccio...

(se andate, fatemi sapere)

lunedì 12 ottobre 2009

Tu di qua, voialtri di là (in stile facebook)



Jacqueline è stanca di dividere il mondo in buoni e cattivi, giusti e ingiusti, in happy few e unhappy lot, in tu di sinistra e tu di destra, comunista e fascista, apriorismi e priorità.

Jacqueline prende in considerazione soltanto le persone. Parla con tutti, da tutti si attende qualcosa di buono, di costruttivo, e anche un poco di male, che è dolore, che è ferita.

Allontana da sé solo i violenti e i disonesti (a destra e a manca, di destra e di manca).


E vi lascia, prima di partire per Caen, in visione e ascolto una favola letta da Vittorio De Sica:






giovedì 8 ottobre 2009

Mo' basta!

domenica 4 ottobre 2009

Spaghetti con gallinella di mare

Spaghetti con gallinella di mare
(alla mia maniera)



Ingredienti: Olio E.V.O., sale, peperoncino (io uso chili), aglio (io uso quello semolato), pomodori pelati (se è stagione, pomodoretti freschi), vino bianco, prezzemolo, e naturalmente la gallinella di mare (cfr. foto qui sotto), spaghetti.



Per tre persone, la quantità di gallinella o coccio (in Francia, grondin) è questa.



Preparazione: In una capiente padella [ma anche un(o) wok cinese], mettere il pesce (con anche la testa) ben pulito e tagliato, eviscerato e lavato, con un poco di olio extravergine di oliva e aglio. Aggiungere sale, prezzemolo e vino. Far cuocere. Quando è quasi cotto, ritirare il pesce, spellarlo e spinarlo. Rimettere i filetti(ni) ottenuti nella padella (temperatura molto bassa).



Aggiungere i pomodori e il peperoncino. Intanto avrete messo l'acqua della pasta a bollire.



Un poco prima che gli spaghetti siano pronti, metterli in padella. Mescolare con cura e servire a tavola.

Preparazione
Buon appetito!

La Ronda parigina del 3 ottobre 2009


Tourner en rond, c’est ce que les journalistes du “Bel Paese ” sont obligés de faire [...]- Comme nos confrères italiens et étrangers, nous sommes tous des “crapules”! (da http://paris.feeder.ww7.be/spip.php?site66)

Ieri pomeriggio, dalle 14h alle 18h, si è svolta una manifestazione a Parigi, parallela a quella romana, a favore della libertà di stampa.



Si è optato per una Ronda davanti alla Mairie du XIIIe place d'Italie.

Qui di seguito l'appello lanciato dalla rivista FOCUS IN. Le foto sono mie.

Focus In risponde all’appello per la libertà di stampa lanciato da
tre giuristi italiani (tra cui Stefano Rodotà) su Repubblica.it, che
ha già raccolto più di 420.000 firme, tra cui, in Francia,
Christophe Barbier (Express), Jean Daniel, Eric Fottorino (Le Monde),
Laurent Joffrin (Libération), Edwy Plenel (Mediapart), Denis
Olivennes (Nouvel Observateur)…



Contro gli attacchi alla stampa, la Federazione Nazionale Stampa
Italiana (FNSI) ha indetto una manifestazione che si terrà a Roma il
3 ottobre.

Dopo le testate come La Repubblica e l’Unità, cui chiede milioni di
euro solo perché hanno posto delle domande “sconvenienti”, anche i
giornali stranieri si trovano nel mirino del Presidente del Consiglio.



I giornalisti? “Tutti farabutti” ha detto Silvio
Berlusconi, tutti “catto-comunisti” uniti nel complotto contro la
sua persona.

Il 15 settembre ha deprogrammato la prima puntata di Ballarò, talk
show politico di grande qualità, per sostituirlo con lo show
presidenziale della consegna delle prime case in Abruzzo, uno
speciale “Porta a Porta” condotto dal suo agiografo, Bruno Vespa.
Così, senza consultare il conduttore di Ballarò, né la direzione di
Rai3.

Mentre in Italia le “ronde cittadine” si dedicano alla caccia allo
straniero in nome della sicurezza, noi gireremo per difendere la
sicurezza di informare e di essere informati. Girare in tondo,
attorno ai desiderata del Premier: questo sono condannati a fare i
giornalisti italiani. Anche noi, come loro, siamo “tutti farabutti”.



Perché la libertà d’espressione e l’informazione sono le
fondamenta della democrazia, Focus In chiede a tutti i democratici di
sostenere la stampa italiana partecipando a una ronda: davanti alla
Mairie del 13° arrondissement, place d’Italie, sabato 3 ottobre,
dalle 14h alle 18h.
L’iniziativa è sostenuta dal sindaco del 13° arrondissement di
Parigi, Jérôme Coumet, e dal Partito Democratico di Parigi.

Focus In
33, rue P.V. Couturier - Hall 11
92240 Malakoff
Tél. 00 33 6 63 95 11 60
www.focus-in.info

P.S. Insomma questi farabutti italiani, in Francia sono crapules, vauriens ou voyous (e chi più ne ha, più ne metta).


sabato 3 ottobre 2009

MUSTANG, il nostro beagle



Senza parole

mercoledì 30 settembre 2009

Per l'incontentabile (Marella)

(per chi voglia farsi un'idea della Cina, dia un'occhiata qui)

Metto sempre ricette di dolci perché posso farne senza mangiarne. Non mi dedico a (più o meno) elaborate ricette di primi, carne o pesce per due motivi: 1) quelli mi piacciono e non potrei astenermi dal; 2) faccio cose molto semplici.

Tuttavia, proprio perché a volte andiamo di corsa, ma non sappiamo bene che cosa fare di corsa, ecco qualche suggerimento semplice semplice.

E se invece di fare primo secondo contorno etc [cosa che d'altronde non faccio mai], mettessimo a tavola qualcosa di diverso ma ugualmente stuzzicante?

1. Avocado con gamberetti

Tempo di preparazione: si sfiorano i 2 minuti

Calcolate 1 avocado a persona
1 confezione di gamberetti sgusciati e puliti di 250 g (x 2 persone)
sale olio aceto balsamico
eventualmente chili o tabasco

L'importante è che l'avocado sia maturo.
Per esserlo, lo dovete vedere bruno (non verde!), morbido senza essere sfatto e senza ammaccature. Se non sapete quando prepararlo, compratene uno verde, poi lasciatelo maturare in cucina a temperatura ambiente.

Tagliatelo nel senso della lunghezza (come una pera), ricordando che ha un bel nocciolo duro (che non si può tagliare) al centro. Per aprirlo, lo girate come se fosse un contaminuti da regolare (avete presente?).

Con molta delicatezza, togliete con l'aiuto di un cucchiaino il nocciolo centrale.
Disponete le due metà sul piatto, condite con sale, olio e aceto balsamico, aggiungendo (prima o dopo, fate voi) un po' di gamberetti già sgusciati.
Se amate, aggiungete peperoncino tipo chili.
Cucchiaino alla mano svuotate completamente il frutto della sua polpa con gli annessi di cui sopra.


di tutte le foto che ho visto su google,
questa è quella che assomiglia di più
alla mia frittata con spinaci


2. Frittatina con patate, Frittatina con spinaci, Frittatina con zucchine


3 uova da sbattere cui aggiungere della panna liquida, del prezzemolo (solo per la variante con le patate), noce moscata grattugiata, sale.

Lessate gli spinaci/friggete le patate o le zucchine tagliate a rondelle sottili. Insaporite.
Gli spinaci aggiungeteli al composto di uova sbattute e cuocete sulla padella, rivoltando di tanto in tanto; le patate e le zucchine, private dell'eccesso di olio, le lasciate come base sul fondo della padella e sopra vi rovesciate il composto di uova.

Qui ci vogliono un po' più di 2 minuti.

* * *
Stasera ho fatto anche il pane che era finito. Stavolta sul fondo del contenitore al posto della carta forno, ho oliato la teglia. Il risultato è migliore.


venerdì 25 settembre 2009

Rotolo di crema di castagne, cacao e nutella



L'Ardèche, terra dei marrons glacés


Ultimamente amo complicarmi la vita in cucina.
Detesto buttare il cibo.
Avevo in scadenza prossima questo barattolo di crème de marrons de l'Ardèche.
Sicché ho pensato di prepararci un dolce.

Solo che non avevo ricetta.
Non trovavo ricette con la crème (o castagne vere e proprie o farina di castagne).
Alla fine in un ricettario che ho a casa ho trovato questa: Roulé aux châtaignes.

Ho modificato la ricetta e questa è la mia:

Ingredienti:

250g di crème de marrons
100 g di burro
75 g di farina
2 uova
1/2 bustina lievito
1/2 cucchiaio di cacao amaro
Forno a 200°C

Preparazione:

Preparare una génoise (una sorta di pan di spagna morbidissimo) in questo modo:
  1. Sbattere i 2 tuorli con 2 cucchiai di acqua caldissima finché non diventano spumosi
  2. Aggiungere poco per volta lo zucchero
  3. Montare gli albumi a neve fermissima e incorporarli al composto 1+2, delicatissimamente, con un cucchiaio di legno, dal basso verso l'alto. (Se usate lo sbattitore elettrico qui, fallirete l'obiettivo!)
  4. In una terrina mescolare la farina con il cacao e il lievito chimico e aggiungete il tutto, sempre delicatamente, sempre dal basso verso l'alto al composto 3.
  5. Mettere della carta forno su una placca da forno. Ungerla con burro.
  6. Versare il composto 4, livellare e mettere in forno a 200°C per 10-15 minuti (io: 13')
A questo punto, è praticamente tutto pronto. Resta solo da rovesciare la génoise cotta in maniera che non si rompa. Per impedire ciò, rovesciate la parte di génoise che non ha la carta forno su uno strofinaccio umido e strizzato, poi togliere delicatamente la carta.

Spalmate la crème che nel frattempo avrete sbattuto con 100 g di burro (non fuso, per carità!) ammorbidito e un po' di rum (a vostra discrezione). Arrotolate velocemente ma delicatamente, il rotolo su se stesso.

Mettete in frigo per un po'. Io avevo fatto il composto di marroni burro e rum troppo fluido, sicché ho "schiaffato" il rotolo in freezer per 30 minuti.

Una volta raffreddato, se avete tempo e cioccolato, fate fondere a bagno maria 100 g di cioccolato da cucina con 25 g di panna liquida e versatelo sul rotolo.

Altrimenti, fate come me: prendete la nutella e la spalmate. Io avevo anche le castagne (queste) e ho messo anche quelle.


Eccezionale sapore. Purché si amino le castagne, ovvio.

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Curiosità: le castagne che vengono confezionate per fare le crèmes ma anche i marrons glacés, ormai vengono da Napoli o da Viterbo e sono solo trattate in Ardèche. Perché le loro non bastano.
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Poi, dannazione, solo ora - per caso - ho scoperto questo magnifico blog con ricette sui rotoli dolci... Transeamus.

Aggiornamento dell'8 ottobre 2009: c'è anche questo blog che presenta ben 100 ricette con le castagne. Tra queste 100, anche la mia.


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Non resisto...



Vitti na Crozza... supra er Cuppolone

mercoledì 23 settembre 2009

Comprenne qui peut




Jean-François Millet

Le Départ pour le travail

French, 1863
Prints, Etching
H: 15.25 in; W: 12.125 in
Portland Art Museum
Gift of Mrs. George Ware in memory of her husband, George Ware, 66.1
Public domain

(pressappoco)

Demain, dès l'aube...

Demain, dès l'aube, à l'heure où blanchit la campagne,
Je partirai. Vois-tu, je sais que tu m'attends.
J'irai par la forêt, j'irai par la montagne.
Je ne puis demeurer loin de toi plus longtemps.

Je marcherai les yeux fixés sur mes pensées,
Sans rien voir au dehors, sans entendre aucun bruit,
Seul, inconnu, le dos courbé, les mains croisées,
Triste, et le jour pour moi sera comme la nuit.

Je ne regarderai ni l'or du soir qui tombe,
Ni les voiles au loin descendant vers Harfleur,
Et quand j'arriverai, je mettrai sur ta tombe
Un bouquet de houx vert et de bruyère en fleur.

Victor Hugo

martedì 22 settembre 2009

Vorrei essere un uovo


No, non mi sono sbagliata, non volevo scrivere uomo, ma proprio uovo. Proprio così: alle volte, vorrei essere come un uovo.

Un uovo lo prendi in mano, duro e fragile, lo rompi con intenzionalità, ma devi essere abile, altrimenti distruggi il contenuto.

Un uovo lo bevi anche così, in natura, ed è già buono.

Ma se vuoi, ti sbizzarrisci. Cominci piano piano, con l’uovo alla coque che è il più facile (ma forse sbaglio, più facile è farlo sodo, ché puoi anche sbagliare i tempi di cottura).

Strapazzato, in camicia (più sofisticato e manco piace a tutti). Vai di corsa: lo fai al tegamino. Sostanzioso, con tanto pane a far l’intingolo. Lo sbatti con un po’ di pomodoro (anche la passata va bene), viene un qualcosa di rosaceo, così buono e così legato alla mia infanzia, ché quando lo preparo, penso subito alla mia mamma… Ci fai la frittata, semplice, ad omelette (con la panna e ripiegata su se stessa), riempita (con zucchine, con patate). E tante altre cose ancora.

Ma l’uovo è generoso: sicché ti aiuta con altri ingredienti a fare una torta, oppure lega alcuni componenti e serve per le polpette o per il gattò – come dicono i napoletani – di patate, ma ci fai anche la frittata di pasta…

Se pensi al vero pan di spagna, quello che amo, il siciliano, con 12 uova dentro a fare una montagna di torta che all’apparenza è di una banalità unica all’occhio, ma che ad assaggiarla… E che sarebbe la Sacher senza l’uovo? Non conta mica solo la cioccolata!

Ecco, vorrei proprio essere come un uovo. Per questo a casa mia, ho sempre almeno una confezione di 30 uova. Personalmente ne mangio anche una decina alla settimana. Da tanto tanto tempo. Va da sé che non ho problemi né di colesterolo né di identificazione…

venerdì 18 settembre 2009

Pascal Fioretto L'élégance du maigrichon


Ieri sera, all'interno della libreria L'écume des pages, sita al n. 174 di boulevard Saint-Germain-des-Prés, proprio attaccata al Café Flore, c'è stata la soirée dédicaces per l'ultimo libro di Pascal Fioretto, L'élégance du maigrichon.

Sì, sì, lo so: sembra un comunicato pubblicitario ed è zeppo di parole francesi.
Sì, sì, pazienza, ché ora spiego tutto.

Pascal Fioretto

Pascal Fioretto è un amico che conosco dal marzo 1989. All'epoca, faceva tutt'altro lavoro. Siamo amici da tanti tanti anni, lui e il suo amore con me e il mio amore. Lo conosco da prima che nascesse mio figlio, da prima che sposassi mio marito.


In questi anni ha coltivato il gusto per la scrittura. Ha trovato la sua strada nella difficile - e sofisticatissima - arte della parodia letteraria: sens of humour, intelligenza, sensibilità, sapienza, tecnica. E sì, magari anche un pizzico di botta di c****.


Il nostro pasticheur [colui che scrive pastiche(s). Se vuoi sapere che cos'è, clicca qui] è giunto al suo ottavo libro (se non sbaglio).

Iniziò con:

Le Monde d'Anne-Sophie (libro che subì una condanna per aver riprodotto la copertina del libro parodiato, Il mondo di Sofia, di Jostein Gaarder)

Gay Vinci Code (davvero non si capisce?)

Le Pacte secret (Il patto segreto non è una vera e propria parodia, quanto un thriller fantapolitico: Sarkozy e Ségolène Royal innamorati in un racconto appassionante e scritto - a quattro mani - con uno smisurato rigore sintattico)

Elysée machine (I'm sorry, non l'ho letto).

Proseguì con:


Et si c'était niais ? (parodia del libro di Marc Levy, Et si c'était vrai ?, in Italia col titolo Se solo fosse vero)

La joie du bonheur d'être heureux (La gioia della felicità di essere felice. Il titolo francese può contare su tre parole, l'italiano su due. Non è un pastiche, fa il verso alla società alla strenua ricerca di felicità e di salute fisica)

La France vue du sol (a più mani, divertentissimo. Presa in giro (ma piena di verità) delle guide turistiche. Titolo parodiato: La France vue du ciel). Guardiamola dal suolo, 'sta Francia... facile dal cielo, eh?

Ed ora quest'ultima prova.

Se il genere può sembrare rimasticato, in realtà il pastiche è qualcosa di addirittura digerito. Di estremamente postmoderno, certo. Per quanto...

D'altronde la libreria non rifà il verso al titolo di un romanzo di Boris Vian L'écume des jours?

Bella serata, ieri, con l'amico impegnato a scrivere dediche, coccolato dai suoi lettori ed estimatori, con anche la bella sorpresa di uno dei pastichés, Philippe Delerme (quello della prima sorsata di birra), arrivato à l'improviste (si fa per dire).

Finale:
Successo e gloria a te, Pascal Fioretto. Levo il calice.
______________
L'élégance du maigrichon, si sarà capito parodizza il romanzo di Muriel Barbéry, L'élégance du hérisson, cioè del riccio. La traduzione corretta è l'eleganza del mingherlino, ma non fa rima.
L'écume des pages (la schiuma delle pagine) rifà il verso alla Schiuma dei giorni (L'écume des jours). In francese, suona meglio, si sente la schiuma che si spalma sulle pagine...
Niais fa rima con vrai, ma significa *sciocco*, *sempliciotto* (e non: *vero*). Quindi al posto di E se fosse vero?, forse verrebbe bene: E se fosse scemo?