venerdì 5 giugno 2009

In fondo a un quadro: carramba che sorpresa!



Ci sono oggetti che acquisto ogni anno, una volta all'anno (in genere perché li perdo o li rompo). Uno di questi è la lente di ingrandimento.

Con la lente di ingradimento faccio una delle cose che amo di più: guardare nei dettagli un quadro riprodotto su libro.

Quando vado in un museo non posso vedere bene, per una serie di motivi: 1. il quadro è posto troppo in alto; 2. ha le luci che falsano la visione; 3. non mi posso avvicinare più di tanto altrimenti tutto suona; 4. non ho gli occhiali giusti con me.



Librairie du Calvados, Caen, rue Saint-Pierre by JS
(cliccaci sopra)

Invece, sul libro - quello bello bello - posso farlo. Ieri, poi, entrando in una libreria di Caen (quella della foto qui sopra), ne ho trovato uno che parla proprio di questo, cioè degli sfondi dei dipinti. Perché ci trovi tutto un mondo dentro, sai? Che poi è un mondo "altro", un mondo ignorato dall'altra parte (la zona centrale del quadro) che ignora (ma solo perché non lo conosce, perché è troppo lontano; non per snobismo) a sua volta.

Il libro in questione si legge in un attimo: Au fond de la peinture di Martine Lacas, la quale mi ha fatto scoprire per esempio Joachim Patinir (pittore interessantissimo per gli sfondi) e il suo San Gerolamo nel deserto:


Joachim Patinir, San Gerolamo nel deserto (1515-1520), Louvre

Sfido chiunque a individuare il soggetto in fondo, in alto a destra, senza lente di ingrandimento.

C'è tutta una storia che Patinir racconta.
Quella del santo in primo piano in basso a destra - in confronto - è ben poca cosa.

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(Vabbè, se cliccate sul quadro, qualcosa si intravvede)


1 commento:

  1. Ma lo sai che hai proprio ragione? Mi è capitato qualche volta di osservare un quadro rappresentato su un libro e mioddio quante cose si vedono che non si notano "dal vivo".

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