Un po' perché son tormentata dalle lezioni sul Risorgimento, un po' perché sempre quando debbo rimediare in casa qualcosa mi dico: facciamo la spigolatrice, un po' perché ho negli occhi un ricordo adolescenziale di una parte del parco dell'acquedotto di Cinecittà in cui ci sono spighe di grano maturo, poi non ci sono più e poi ci sono persone che vanno a raccogliere quel che avanza.
Ricordo anche la gente che andava per prati a fare l'insalata. Lo so, può sembrare primonovecento, ma io sono nata solo nel 1958... [Il mio ricordo somiglia moltissimo al quadro di Francesca Trusso].
Tutto questo per introdurre una semplicissima e improvvisata torta rustica a base di melanzane lunghe (3), peperoni rossi e verdi (2-3 non molto grandi), 2 uova intere, un po' di noce moscata, sale pepe, aglio, cipolla, prezzemolo, olio extra vergine. E una pasta brisée.
Gli ingredienti di sopra li cuocio tutti in padella il tempo che diventi una sorta di pappa molle. Lascio raffreddare, stendo la pasta brisée che bucherello. Sul fondo della pasta, à la dernière minute, ho messo l'avanzo di Boursin che è un formaggio molle di mucca, arricchito di ciboulette (l'erba cipollina).
Ho messo quel tipo di formaggio solo perché ne avevo un avanzo e poi è morbido come il Philadelfia.
La teglia da forno a bordi alti, ho ripiegato verso il centro l'eccedenza (bucherellata) di pasta.
Forno preriscaldato a 180°. Ho lasciato cuocere la torta rustica in forno per 40 minuti.
L'ha mangiata anche mio figlio, servendosi ben tre fette, mentre guardandola di primo acchito aveva detto: No, grazie, non penso che mi piaccia. Ma secondo me avessi avuto qualche oliva nera, sarebbe stata ancora più sfiziosa...
Ricordo anche la gente che andava per prati a fare l'insalata. Lo so, può sembrare primonovecento, ma io sono nata solo nel 1958... [Il mio ricordo somiglia moltissimo al quadro di Francesca Trusso].
Tutto questo per introdurre una semplicissima e improvvisata torta rustica a base di melanzane lunghe (3), peperoni rossi e verdi (2-3 non molto grandi), 2 uova intere, un po' di noce moscata, sale pepe, aglio, cipolla, prezzemolo, olio extra vergine. E una pasta brisée.
Gli ingredienti di sopra li cuocio tutti in padella il tempo che diventi una sorta di pappa molle. Lascio raffreddare, stendo la pasta brisée che bucherello. Sul fondo della pasta, à la dernière minute, ho messo l'avanzo di Boursin che è un formaggio molle di mucca, arricchito di ciboulette (l'erba cipollina).
Ho messo quel tipo di formaggio solo perché ne avevo un avanzo e poi è morbido come il Philadelfia.
La teglia da forno a bordi alti, ho ripiegato verso il centro l'eccedenza (bucherellata) di pasta.
Forno preriscaldato a 180°. Ho lasciato cuocere la torta rustica in forno per 40 minuti.
L'ha mangiata anche mio figlio, servendosi ben tre fette, mentre guardandola di primo acchito aveva detto: No, grazie, non penso che mi piaccia. Ma secondo me avessi avuto qualche oliva nera, sarebbe stata ancora più sfiziosa...
E a questo punto aggiungo anche la poesia di Luigi Mercantini, che io conoscevo sotto il titolo La Spigolatrice di Sapri:
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andavo al mattino a spigolare,
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
5era una barca che andava a vapore;
e alzava una bandiera tricolore;
all'isola di Ponza s'è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s'è ritornata ed è venuta a terra;
10sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra.
Sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra,
ma s'inchinaron per baciar la terra,
ad uno ad uno li guardai nel viso;
tutti aveano una lagrima e un sorriso.
15Li disser ladri usciti dalle tane,
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
«Siam venuti a morir pel nostro lido.»
Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
20un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: «Dove vai, bel capitano?»
Guardommi e mi rispose: «O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella.»
25Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: «V'aiuti 'l Signore!»
Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare.
Due volte si scontrar con li gendarmi,
30e l'una e l'altra li spogliar dell'armi;
ma quando fur della Certosa ai muri,
s'udirono a suonar trombe e tamburi;
e tra 'l fumo e gli spari e le scintille
piombaro loro addosso più di mille.
35 Eran trecento, e non voller fuggire;
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano:
fin che pugnar vid'io per lor pregai;
40ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Certo, a questo punto, dovrei anche mettere i fatti di Bronte e la canzone di Mimmo Cavallo.
Metto la canzone: Uh, mammà.
Deve essere buonerrima, peccato per i peperoni. Certo però che se la mangio la sera e poi ci dormo su, i peperoni li digerisco mentre dormo e se dormo non sento ma se non dormo eh? Se non dormo, li sento andare su e giù tutta la notte, uffa.
RispondiEliminaE non ci mettere i peperoni, Marellì.
RispondiEliminaBuonerrima, assicuro (certo, devi amare le melanzane e - nel caso della mia torta - i peperoni).