sabato 11 ottobre 2008

Io non ho paura di Niccolò Ammaniti (recensione)


Sbagliai. Eh sì, sbagliai.
Non ho voluto leggere per anni questo libro; ne avevo aperto un altro suo (suo, di Ammaniti), che iniziava con un: Ha piovuto.
E su quell'ausiliare sbagliato avevo richiuso prontamente il romanzo.

C'è voluta tutta l'insistenza di J.-G., Ma dài, Jacqueline, lèggilo! È bello, per prenderlo in mano e posare gli occhi sulla prima pagina...

L'ho letto in poche ore. All'inizio, mi dava fastidio quella ricerca dell'italiano parlato da un bambino di nove anni, i congiuntivi saltati, le analogie con gli animali - quelli che un novenne di campagna può conoscere.

Poi, però, mi son lasciata prendere e non l'ho lasciato più. Mi son ritrovata in una terra di mezzo, tra L'isola di Arturo (E. Morante) e Tempi memorabili (C. Cassola).

E bravo Niccolò, per quel paese disgraziato che fai crescere come le spighe del grano, per l'innocente cattiveria dell'infanzia che sai evocare, per l'incomprensibile mondo dei "grandi" di cui ci fai disgustare.
Per la poesia che tiri fuori anche laddove parli di merda.

Quanto a me: Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.

20 commenti:

  1. e dopo questo post (mi hai convinta)...stesse perplessità...ci provo anch'io...grazie!;o)

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  2. Ma perché voi terroni siete fissati con 'sta storia che non si puo' dire "ha piovuto"? Si possono utilizzare i due ausiliari, sono esatti tutti e due. Io non ho mai corretto qualcuno che diceva "è piovuto" .Per quanto l'ausialire essere coi verbi metereologici suoni strano alle mie orecchioni nordici, so che è corretto.

    Donna Jacqli' siete sempre radicale!

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  3. E che vuoi fa'? ;)

    Terrona a chi?

    Domani Mantegna sì o Mantegna no?
    Si rinvia ad altra data infrasettimanale?

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  4. sai quanto sono criticona...ma ci voleva la spinta....

    cmq ha ragione isotta si può dire ha o è piovuto....

    mia madre me lo ripeteva sempre...una tosta latinista,letterata,enciclopedica,plurilaureata,
    psicologa,specializzata in greco antico, recitava e leggeva tutti gli stili...cantava in cinese.... parlava il francese e l'inglese e il latino, contemporaneamente...conosceva il significato di vocaboli e vocaboli impossibili....e guarda che asina che sono...si rivolterà dalla tomba ogni volta che mi legge e che parlo...(non è vero ci adoravamo)

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  5. Vai tranquilla e ispirati finchè vuoi!!! Silvia (quella di Formidabili i 70)

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  6. Ho sempre detto, dico, sempre dirò (e insegnerò): ausiliare *essere* con i verbi atmosferici. Un point, c'est tout.

    @Stella: dalla mamma hai ereditato la poliedricità, tra l'altro. :)

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  7. Donna jacli', che rigida che sei!
    T'abbiamo detto che se dicono tutiedue! ;o)

    Io sono indietrissimo con i corsi da preparare per martedi' mercoledi'! facciamo settimana prossima x Mantegna?

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  8. Ok, ma ti pare normale che abitando nella stessa città, dotate di telefoni fissi e cellulari, nonché di posta elettronica, le cose nostre dobbiamo dircele qui?

    ;ppp

    Tua Capatosta tignosa :)))

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  9. Sembra che questo JG dia bei consigli di lettura. Mi piacerebbe conoscerlo.
    Véro

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  10. Prima cosa: Artemide, non me lo dovevi fare! Voglio dire: un post su Ammaniti, per di più per esaltarne "Io non ho paura". Sono affranto, stupefatto, pietrificato.
    Una delle più grandi vergogne della letteratura italiana contemporanea ha ricevuto perfino l'avallo di una lettrice del tuo livello: tu quoque, Brute...
    Seconda cosa: la querelle linguistica. Ora se sulla letteratura ci può stare che due persone la pensino diversamente - perché, come diceva Schopenhauer: in nessun campo la disonestà è maggiore che nella letteratura - sulla grammatica non vi possono essere "zone grigie" sulle quali non sapere chi ha ragione e chi ha torto. I verbi che indicano le precipitazioni atmosferiche sono intransitivi e dunque usano come ausiliare "essere". Punto e basta. Ma di quale grammatica parliamo? Della grammatica normativa. Poi c'è anche quella "d'uso". Che è molto più elastica ed accetta anche le forme irregolari, aberranti, scorrette, perché ormai entrate nell'uso. Talora capita anzi che la forma scorretta si imponga ai danni di quella corretta, sicché nessuno più dice "Valùta" e, semmai ci provasse, troverebbe sempre qualche spirito eletto che lo correggerebbe con "vàluta!" L'italiano è una lingua molto aperta e da sempre accetta le varianti ed assimila nel suo "dna" quante più forme può. Dunque, non ne facciamo un dramma se qualcuno dice "ha piovuto". Forse uno scrittore che vince premi dovrebbe far più attenzione. Ma da tempo il primo requisito di uno scrittore "à la page" è scrivere male - pensate che nel celebrato "La solitudine dei numeri primi" lo sventato Giordano usa per ben tre volte "Wow!" come interiezione. Da qui a qualche anno, un povero correttore che vorrà sottolineare l'espressione, si sentirà rinfacciare: "Ma l'ho letto in un Premio Strega!"
    Insomma transitivi ed intransitivi hanno un confine labile. A Isottanews e Stelllare che insistono su "ha piovuto", vorrei però raccomandare la presenza di un bel complemento oggetto, senza il quale la frase è un po' zoppicante. Sicché, per esempio, non si dica "Ieri ho letto Ammaniti e intanto ha piovuto", bensì: "Ieri ho letto Ammaniti e intanto ha piovuto merda". Questa mette d'accordo grammatici e letteratura.
    Terza cosa: c'è qualcuno che ricorda chi cantava "Ancora una volta ho rimasto solo"? Quasi quasi lo vorrei dire, anzi "usare" anch'io.
    La buonanima di Pietro Giordani

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  11. Salace.

    Puntuale (nell'esposizione ma non nel tempismo a inserire il tuo post. Chi vuoi che lo legga, ora?).

    Comunque garbato.

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  12. necessita di verificare:)

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  13. quello che stavo cercando, grazie

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