12. [Zagorje, vicino una casa di contadini]
POPULUS NIGRA
(Pioppo nero)
(Peuplier noir)
M’hai scompigliato i capelli alle spalle
coi tuoi glabri rombi e leggeri.
Ho cacciato l’amento rubizzo impigliato
nella frangetta umida dello Zagorje
e mi sono voltata.
Non eri il cipressino che ricordavo, ma tu già
ti confondevi dietro un melo troppo gravido e malato.
M’hai salutata ondeggiando dolcemente il corpo:
eri grande e alto e lieve.
T’avevo avvicinato (giovinetta) in una pagina di
Balzac (ma superficialmente);
ho allora affondato
la mia carezza nella fessura della scorza tua profonda.
Il contatto è rimasto intatto e lo sento ancora qui,
pulsare nei polpastrelli.
Vedi, non ho dimenticato.
(JS, Arboraltaccuino, pubblicata)
Un giorno dovrò raccontare dello Zagorje. Non ora, troppo presto.
Quanto mi piace quando parli di alberi, carissima!
RispondiEliminaDice il saggio:
"....sono ancora forte, potrei fare il giardiniere..."
laDani
Ecco, anche a me piace da matti questo blog che sta diventando sempre più arboreo..
RispondiEliminaLaDani: ma "Lui" è un grande... ;)))
RispondiEliminaBart: eh, tu sei un po' di parte, da un lasso di tempo in qua. :)