giovedì 29 maggio 2008

Dovunque andrai...


Mr. Vertigo.
Questo è uno dei tanti libri di Paul Auster che ho amato.

All'epoca (1994), non scriveva proprio nel suo stile inconfondibile (penso al Libro delle illusioni e alla Trilogia newyorkese, ad esempio), ma era già lui.

Di questo romanzo, serberò per me una frase, scritta su di un bigliettino, da Maestro Yehudi alla sua Mrs Witherspoon che sposerà un altro:

Dovunque andrai, ci sarò anch'io.

Forse perché è una frase che ho pronunciato e che mi son sentita pronunciare.

3 commenti:

  1. Anche una mia amica lettone ma che vive in Francia, è una appassonatissima di Auster. Io invece, confesso con vergogna, non ho letto ancora niente di lui (alcuni autori me li lascio lì, in attesa)

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  2. Sai, io ho atteso tanto prima di leggerlo: era amato da mio marito e temevo "l'effetto emulazione" o peggio "delusione".

    Poi ho iniziato da "Il libro delle illusioni", poi "La notte dell'oracolo"; sono passata a "Follie di Brooklyn" e caspita se tutto mi piaceva!
    Quando ho letto la "Trilogia di New York", sono rimasta completamente impigliata (al coniuge, invece non è piaciuta). E via a leggere tutto il resto...

    A parte che studio il postmoderno e tutto quanto sia metaletterario (in questo, Auster è un campione), via via i suoi personaggi, lui travestito da protagonista, coprotagonista o da narratore... insomma, quando sono arrivata a "Post-scriptorium" - "Viaggi nello scriptorium", in italiano - (in cui compaiono tutti i suoi personaggi passati), ero al delirio.

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  3. Beh, prima o poi comincerò anch'io.. :)

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