(22 marzo 2008) photo by Jacqueline Spaccini © All rights reserved
venerdì 11 luglio 2008
Fermé pour congé annuel
A dopo il 15 agosto...
Intanto, lascio a chi legge questa canzone di Axelle Red (Parce que c'est toi), forse un po' melensa (ma chi non ha mai pronunciato queste parole), che mi riconcilia col mondo e che dedico a "colei che teneva/leggeva una pagina tutta sua durante un seminario" (e che si riconoscerà):
Notre petit Paris (poesia)
perché ricordi un giorno
dei suoi anni parigini
Alessandro Jovinelli
Il cigno dal collo nero del parco
Montsouris lo chiamammo Giacomino
– soltanto noi sappiamo perché: alle sei
sibilava incontro alle tue molliche.
Fu l’anno dopo l’esca di Pauline,
la tua amica chiomadoro e precoce,
il cui occhio rimava con Albertine,
ma come ogni altra ninfa era feroce.
Il disincanto l’hai appreso come il crawl,
la fiaba con il resumé e la corsa in bici:
si ha da tirare diritti sino al termine,
vai indietro solo per ricominciare.
Non davi ai miei consigli tanto retta,
volevi dar corpo al sogno più ambito
– montando alla torre di ferro in vetta
spiasti la più nera: un monolito.
Sorpresa non avevi nel volare
né di sotto ai platani del viale
dalla prima alla terza elementare
– zaino in spalla, sempre puntuale.
Non per me riconoscesti le clizie
di Van Gogh, la donna con l’ombrellino
e le strane bagnanti d’oltremare
– la traccia materna d’ombre e figure.
Forse stava al sesto giorno il mio merito,
in fondo alla sala buia, da dove
dal brando di Obi-Wan Kenobi all’esito
trionfale d’Amélie vedesti altrove
scorrere vita sfaldando l’inganno,
l’illusione che chiamammo fiction
– en français preferivi – e la parodia
sempre più vera: il Guignol e il politico,
il lupo cattivo e la marionetta,
la marcia inventata per Arlecchino,
Patachon, il Lussemburgo e il giardino…
Forse era qui il cambio nella staffetta:
nel drappo giallorosso da noi appeso
a Montparnasse, l’anno dello scudetto,
che noi festeggiammo anche per nonno,
seduto in curva o in tribuna, lassù,
nello stesso cielo avaro di stelle,
che ci regalò un’ultima notte
di luna e oro tra i rami dell’ontano
per ricordarci che sapore aveva
Parigi arsa e offesa di là del giusto,
Parigi ora dolce nel retrogusto.
da "Sagarana" (http://www.sagarana.net/rivista/numero12/poesia14.html)
Quiche lorraine alla mia maniera
1 confezione di pasta brisée (tonda)
100 g di lardons fumés (pancetta affumicata a dadini)
4 uova
1 vasetto di crème fraiche épaisse (panna da cucina fresca e consistente. Se in Italia non si trova, mettere in frigo quella che trovate in tetrapack). Usarne 150-200 g.
noce moscata
sale, pepe q.b.
100 g emmenthal rapé (grattugiato)
-------
usare una teglia bassa (da crostata), diametro un po' inferiore a quello della pasta brisée
preriscaldare il forno per 15 mn a 22o°
Riconciliarsi coi piccioni?
giovedì 10 luglio 2008
Cesare Pavese che non volle essere uno wop
Non attenderò il 9 settembre per parlare di lui.
Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole -cammini
in attesa. L’amore
è il tuo sangue- non altro.
***
E' riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.
Nell'immobile luce del giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
E' tornata l'angoscia dei giorni lontani...
(continua)
Avete mai letto i racconti che lui non riteneva degni d'esser pubblicati?
Se penso a Jettatura o a Temporale d'estate... Piccole perle .
E quell'anticipato principio di realtà che mal s'accorda con le syndrome de l'échec da cui era affetto Cesare, quel taglio del cordone ombelicale (ma l'ho visto solo io?) che Pavese crudamente e crudelmente opera ne La luna e i falò?
da monaco obbediente
(clicca qui per vedere il suo album)
Quel suo andar per monti e valli e per paesi geografici e dell'anima, quel suo cercarsi e non trovarsi (per questo era tornato, Anguilla, da Oakland, California), perché non sono i luoghi ad esser cambiati, per davvero.
Sono scemo [...]. Da vent'anni me ne sto via e questi paesi mi aspettano. Mi ricordai la delusione ch'era stata camminare la prima volta per le strade di Genova - ci camminavo nel mezzo e cercavo un po' d'erba. C'era il porto, questo sì, c'erano le facce delle ragazze, c'erano i negozi e le banche, ma un canneto, un odor di fascina, un pezzo di vigna, dov'erano? (La Luna e i falò, 1950)
Niente era cambiato. Eppure, non ritrova se stesso, ché il mondo che lo interessa è quello perduto, seppellito sotto agli anni americani; è l'Erfahrung l'impossibile riconquista, l'unica scoperta che gli interessa trovare: Cosa avrei dato per vedere ancora il mondo con gli occhi di Cinto [...] adesso che sapevo tante cose e sapevo difendermi (ib.).L'Erlebnis è solo uno strumento un alleato della vita sociale, nella corsa alla rivincita.
E quando gli verrà raccontato l'episodio dei falò (che aveva rimosso), Anguilla-Pavese si separerà dai luoghi senza eccessivi rimpianti, perché quello che sta per ripartire è un uomo, è un altro, è un altro uomo.
Ripeness is all.
Buonanotte con una canzone di Phil Collins
Premio Brillante Weblog
Grazie, sempre troppo buona con me, Val.
Copio & incollo il regolamento:
Scegli un minimo di 7 blog (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link ed avvisali che hanno ottenuto il Premio “Brillante Weblog”.
(facoltativo) Esibire la foto (il profilo) di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog.
Io indico i blog meritevoli - a mio avviso - di tale premio, poi i legittimi proprietari facciano come meglio credono.
Eccoli con anche le motivazioni:
A Bartleboom (come potrebbe essere diversamente?), che ogni giorno mi fa penetrare in terre lontane e mi mette a contatto con sentimenti che credevo sopiti in me.
A Fiamma, che quando descrive gli interni ho l'impressione di percorrerli anch'io e quando passa agli esterni, passeggio con lei.
A Stelllare (con tre elle), la lettura del cui blog è per me pressoché incomprensibile, ma brillante brillante. Anzi, brilllante (con tre elle).
A Elsa, recente scoperta, che tiene un blog stupendo. Leggere per credere. Puro diamante.
A Yossarian che mi aggiorna sui fatti di Parigi che dovrei conoscere anch'io, ma lui ha un modo particolare di farlo, come io non riuscirò mai. Neanche debbo uscire di casa...
A Marella che mi porta in Cina, e che la brillantezza ce l'ha dentro di sé.
Lo darei anche a Isotta, brillantissima in tutto, se non fosse che poi la metto in crisi, con le pecettine da copincollare (come dice quella? Tu fais coupercoller...).
Alla fine, a quota 7, sono arrivata.
Facite ammuina, come dicono a Napoli...
mercoledì 9 luglio 2008
Non sarò mai abbastanza grata a Bill Conti
Per me non c'entra niente la boxe (quella vera).
Per me è di già una bellissima esperienza di boxe quest'esistenza nostra terrena...
E mi ci butto a capofitto. Inno alla vita.
Mai avere paura. Di niente e di nessuno.
In primo luogo di noi stessi. Di non farcela.
martedì 8 luglio 2008
Geolocation
La maggior parte dall'Italia, certo.
Una buona parte dalla Francia, ci sto.
Quelli dalla Croazia, mi sono chiarissimi.
Qualcuno dalla Svizzera, ok, conosco chi.
Tantissimi unici contatti per sbaglio, da tutto il mondo, quando si sfogliano le pagine dei blog, lo capisco.
I 54 dagli States, pure (sono grandi, gli States).
Beata te che c'hai la casa vicino al mare
lunedì 7 luglio 2008
Pittura: un quadro di Francesco Hayez
(Ritratto della ballerina Charlotte Chabert, 1830)
Vidi questo quadro a Rovereto (MART), ma non lo ricordavo. L'ho rivisto a Roma, in aprile, alla Mostra (Scuderie del Quirinale*) Ottocento. Da Canova al Quarto Stato. E stavolta mi ha colpita.
Guardiamola più dappresso (consiglio di cliccare sull'immagine per ingrandirla), questa Venere callipigia.
Non c'è che dire: il corpo è stupendo. Non perfetto (ma stiamo ragionando coi "nostri" canoni): il seno oscilla tra una seconda e una terza misura (forse un 36B); il braccio destro è quasi più grande della sua esile schiena; i fianchi muliebremente sproporzionati [ma di certo migliori delle natiche - inguardabili - proposte da Gustave Courbet (clicca qui)]; le gambe sono lunghe, con polpacci da mezzofondista (da ballerina, nel suo caso) e conseguentemente caviglie non proprio sottili; i piedi faranno un 38,5 su un'altezza che - ad occhio - direi sull'1,72m.
Mi sembra di poter dire che l'immagine di Charlotte Chabert è appena ritoccata.
E veniamo al volto. Chissà com'era per davvero, visto che qui si riproduce un volto "grecoromano" (si pensi a quello dell'Artemide del Louvre o al naso della stessa Venere di Milo) con anche l'acconciatura ad hoc.
Che cosa c'è attorno al corpo eburneo? Due colombe (tra l'altro, mai viste colombe così), un paesaggio romantico che più (pre)romantico non si può (Sturm und Drang, direi).
Ma la cosa sorprendente è quel filo rosso. Bello. Bellissimo è come si adagia sui lombi della Venere lombarda.
E quel filo rosso dà valore a tutto il quadro.
__________________
*Attualmente, alle Scuderie c'è la mostra sul meraviglioso Giovanni Bellini e l'anno prossimo si prevede quella sul Futurismo.
Cena cinese: Gamberi e nouilles ai 5 aromi
Crevettes Wu Xiang (= aux cinq parfums)
1 porro
1 peperone rosso
400 gr di gamberetti cui lasciare solo la coda
1 manciata funghi Shiitake
salsa, spezie,
nouilles (spaghetti cinesi)
Tagliare il peperone e il porro a striscioline.
Mettere a bagno in acqua caldissima i funghi essiccati a lasciar rinvenire.
Far saltare peperone, porro e funghi nello wok per tre minuti e a fuoco vivo, aggiungendoli ai gamberetti.
Intanto la pasta dovrà essere versata nell'acqua bollente non salata con un po' d'olio (3 mn).
Versare la salsa e mescolare velocemente, aggiungendovi le nouilles ben scolate. Mescolare.
Servire ben caldo.
domenica 6 luglio 2008
Quel che Woody Allen sta raccontando da quasi vent'anni
youtube con un estratto del film in questione
(versioni in varie lingue)
Tutto ha origine (se ha origine) dal romanzo di Fedor Dostoevskij, Delitto e Castigo (1866).
Rodiòn Romanyč Raskòl'nikov ne è il protagonista, un giovane pluriomicida. D'altronde, se lo spettatore lo dimenticasse, ci sarebbero le citazioni o le copertine del romanzo all'interno di almeno un film a rammentarlo. Ma andiamo per ordine.
In che cosa consiste la grandezza di questo romanzo? In fin dei conti, racconta la storia di un pluriomicidio. Ma non è un giallo. E' scritto bene, certo, ma tanti libri son scritti bene.
In Delitto e Castigo c'è una novità (per quanto, se andassimo a rileggere Edipo Re...): il colpevole attende di essere scoperto. Vuole essere scoperto. Il giudice Porfirij Petrovič lo sa e lo favorisce nella confessione invece di accusarlo direttamente.
Soffre il giovane, che credeva di poter bellamente e impunemente (perlomeno, non aveva preso in conto la sua coscienza) perpetrare l'omicidio di due persone...
Ma eravamo nell'Ottocento. Ed esisteva ancora il timor Dei.
E veniamo a Woody Allen.
Ci aveva fatto sorridere col suo umorismo tutto giudaico-ateo-newyorkese (escludendo il bergmaniano Interiors e forse - dico forse - Un'altra donna).
Poi, fulmine a cielo quasi sereno, arriva
Crimini e misfatti (1989), dove il perno della storia ruota attorno alla nozione di delitto perfetto, "un soggetto per un film", dirà il protagonista Martin Landau. E si precipitano, direi accorrono, il senso di colpa e il timore della punizione divina. Qui, Landau è a un millimetro dal confessare il suo delitto alla polizia, ma poi, come dice lui stesso, "un mattino la sua crisi si è dissolta: si accorge che non viene punito, anzi, prospera. L'assassinio viene attribuito ad un'altra persona ed ora è libero, nel suo mondo protetto di ricchezza e privilegi [...]. Certo, vive qualche brutto momento, ma passa".
Woody - coprotagonista- è esterrefatto da quello che gli viene confessato (sotto forma di racconto fantasioso) e dice che in questo caso sono "le peggiori convinzioni a concretarsi", che "sarebbe duro per un uomo vivere con un peso del genere sulla coscienza". Ma Landau cinicamente lo rassicura, giacché "nella realtà, noi neghiamo o non potremmo continuare a vivere". E la questione dell'assunzione delle proprie responsabilità (costituirsi, confessare) è cosa che va bene nella fiction, ché "l'universo è (leopardianamente, aggiungo io) indifferente".
Il colpevole non soltanto la fa franca, ma vive pure bene.
Ombre e nebbia (1992), c'è il mostro, la situazione kafkiana dell'innocente che rischia di fare da capro espiatorio. Il film viene lodato per la fotografia e tante altre cose, ma il vero soggetto (l'omicidio e i suoi effetti) passa inosservato.
Woody ci riprova l'anno successivo, ma la butta sul ridere. E' la volta di
Misterioso omicidio a Manhattan (1993). Qui, tutti sanno chi è il vero colpevole ed i protagonisti - detective improvvisati - si dannano per provare a far luce e smascherare - per poi inchiodare - l'omicida. Si fa il verso a La finestra sul cortile, blablabla. C'è il delitto e c'è il castigo. Ma non c'è la pena (= la macerazione interiore) dell'assassino (che vivrebbe benissimo senza quei due rompiscatole di Woody e Diane).
Parecchi movies dopo, Allen fa sul serio. Riprende il personaggio di Landau. Lo fa più giovane, più (si fa per dire) attraente. E traspone - almeno in parte - Delitto e castigo (nel film, Chris lo sta leggendo): infatti, Jonathan Rhys Meyers (Chris) uccide due persone, due donne. Soltanto che quel che nel romanzo è reale (a scopo di rapina, Raskòl'nikov uccide una vecchia e una ragazza, sorella minore della vecchia, che si trova nel posto sbagliato, nel momento sbagliato), nel film diventa la ricostruzione fallace di Scotland Yard. In realtà, la vittima per sbaglio è il vero bersaglio dell'omicida. Sto parlando di
Match point (2005). La tesi è che è tutta questione di fortuna o quantomeno della quota di fortuna che la vita ci dà in dote: paragone col tennis, "la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Si vince oppure si perde". Qui va tutto alla rovescia, la palla (la vèra) cade dal lato sbagliato, ma salva il protagonista. Che probabilmente vivrà benissimo - tra qualche mese - come il più navigato Landau.
Il film piacque, ma Woody non rinuncia a darne ancora una versione, stavolta più farsesca. Gira allora
E poi c'è il film più cupo, dello scorso anno, uscito in Italia col titolo Sogni e delitti, ma io l'ho visto in originale e allora traduco il titolo con
Il sogno di Cassandra (2007). Qui c'è un delitto su commissione familiare. Tanti rimorsi per Colin Farrell, ma la vita continua. No, stavolta no. Perché chi ha deciso di pentirsi (Ewan Mc Gregory), poi muore e chi invece non voleva uccidere, uccide.
Questo è quel che ci sta raccontando Woody da vent'anni: nella vita non esiste compensazione, giustizia, pena, né castigo. La vita non ha senso. Si può fare del male e vivere come se niente fosse.
Ed io allora mi chiedo se Allen non sia un Raskòl'nikov in attesa del giudice. Se non abbia già confessato. Che cosa, lo ignoro.
sabato 5 luglio 2008
Ancora sui personaggi cinematografici (part II)
John Wayne alias Sean Thornton (Un uomo tranquillo)
N.B. LEI sono proprio IO (quando sono "femmina")!:
Robert Mitchum alias il caporale marine Allison (L'anima e la carne):
Tom Hanks alias il capitano John Miller (Salvate il soldato Ryan):
Tom Hanks alias Victor Nabosky (Terminal):
Cary Grant alias Henri/Florence Rochard (Ero uno sposo di guerra)
Un film che sarebbe potuto essere bellissimo
Peccato, perché l'idea di partenza era davvero bella.
Di che cosa parlo? Di Al di là dei sogni (1998, What Dreams May Come) con Robin Williams, Annabella Sciorra, Max von Sidow e Cuba Gooding jr.
E' tratto da un romanzo (che non ho letto) di Richard Matheson (1978).
Temi: L'amore e la morte, l'amore oltre la morte, la disperazione, la vita ultraterrena.
Il regista attinge a piene mani dalla Divina Commedia di Dante.
I colori sono ovunque (nella diegesi filmica, la moglie di Robin Williams è pittrice).
Tanti. Troppi.
Peccato.
Musica croata: Gibonni
e poi Oprosti (Scusa):
I problemi di un traduttore
Non ricordo più come mi imbattei in lui. So però che chiesi all'editore di poter tradurre - con royalties gratuite -, e far pubblicare in Italia, alcuni racconti prelevati dal libro. Maurice Nadeau (all'epoca 87enne, classe 1911) mi ricevette nel suo ufficio, non perse tempo in chiacchiere, mi disse che per lui andava bene ma che dovevo sentire l'autore. Mi congedò dopo nemmeno 10 mn con il numero di telefono di Volkovitch.
All'epoca lui abitava a Sèvres, io nel XIVe arrondissement, ci incontrammo in un caffè montparnassien. Persona squisita, ebbi il suo placet e pubblicai la traduzione del suo racconto nella rivista Linea d'ombra.
Ottengo successivamente da Maurice Nadeau di poter pubblicare ancora un racconto di Volkovitch senza pagare i diritti di traduzione su altra rivista.
Risultato: sono 8 anni che vado in giro con questa traduzione. La rivista prestigiosa (taccio sul nome) che doveva pubblicarla, l'ha tenuta congelata per 3 - diconsi tre - anni, per poi non farne niente.
E da allora non ho più proposto nulla a nessun'altra rivista letteraria.
Nel frattempo, Michel Volkovitch è diventato uno scrittore affermato.
Nel frattempo, Maurice Nadeau ha compiuto 97 anni...
(Pauvre de moi)
venerdì 4 luglio 2008
Quando il mio uomo sta giù
Stasera te la dedico, va'...
[solo che la vita non mi ha (ancora?) deluso.
E - soprattutto - non mi hai deluso tu]
giovedì 3 luglio 2008
La donna che vorrei essere tra una decina d'anni
Jessica Fletcher ossia la signora in giallo. Quella che ha sempre una risposta per tutto. Quella che capisce tutto. Quella che resta comunque umana. Certe volte avrei voluto avere la memoria pronta per ricordare almeno una di quelle sue battute che non offrono replica.
(Però che jella vivere a Cabot Cove!)
Io e Mustang (il mio cane)
Debbo pulire casa, ecchediamine!
mercoledì 2 luglio 2008
Un amore letterario
Volevo pensarci a lungo. Volevo dare una risposta bella, fondata, documentata. Magari aggiungere un passaggio, una frase, due parole, del mio lui letterario.
Ma poi no. Ho seguito l'istinto. Tra tanti libri letti, mi son chiesta, qual è l'uomo che ti viene subito in mente? (sì, mi do del tu)
M'era venuto in mente il duplice protagonista de La città e i cani di Mario Vargas Llosa. Ma non l'avrei potuto amare. Mai.
Naturalmente, è arrivato a cavallo il tenente Giovanni Drogo. Ma lui è me: non posso innamorarmi di me stessa, neppure mutata di sesso.
Ivan Karamazov.
Non aveva biglietti di spiegazione tra le dita.
____________________________
P.S. Rilancio la richiesta a Isotta.
Isotta ha risposto.
====================================================
Ma mi sono accorta (nel meme originario) che bisognava invitare "3 maschi e 3 femmine". Bart è colui che mi ha invitata e per conto suo ha già risposto. Proverò a sottoporre la cosa a Yossarian. Fine dei maschi.
Altre 2 femmine: rilancio la proposta a: Luana e a Lilium (largo ai giovani!)
Il tema è: di quale personaggio letterario e cinematografico avreste potuto innamorarvi?.
====================================================