giovedì 21 aprile 2016

Legge n. 13/89 contributi per opere destinate all'abbattimento barriere architettoniche: legge-truffa




Da quasi 30 anni esiste una legge, la n. 13/89 ai cui sensi vengono concessi (ai cittadini) contributi a fondo perduto per la realizzazione di opere finalizzate al superamento di barriere architettoniche negli edifici privati.

Bellissima. Se fosse effettivamente così.
Ma così non è.
Andiamo per ordine.



A. Sono esclusi edifici di futura residenza.

E qui già nasce un problema. La non considerazione obiettiva dello stato delle cose.

Caso di figura: SIAMO A ROMA.
A1) Ho comprato una casa. Non esistono case al momento predisposte per disabili, prêt-à-habiter. Quindi in una casa ci possono essere: scale senza rampe per la sedia a rotelle, l'ascensore può essere troppo stretto o addirittura non esistere, etc. 
A2) Ma io sono stato attento/a: ho comprato la casa (l'appartamento) a piano terra. Senza scale o scalini esterni che costituiscano barriera architettonica. D'accordo, vivrò in una casa buia e rumorosa. Ma perlomeno non ho barriere esterne.
A3) Le ho interne, le barriere architettoniche. Ho un familiare disabile (o sono disabile io stesso/a). Il bagno non è adeguato (al 95%) e dunque va rifatto; le porte sono troppo strette e dunque vanno allargate; magari ci sono pure scale o scalini in casa... Bisogna provvedere prima di andare ad abitarci.

A4) Vorrei far fare i lavori che occorrono prima di entrare nella nuova casa. Ovviamente non posso richiedere immediatamente la residenza, giacché nel giro di pochi giorni i vigili della mia circoscrizione verrebbero a controllare se i dichiaranti abitano per davvero in quella casa. E in quella casa ora ci sarebbero i lavori in atto, quindi non ci posso ancora abitare. Quindi non posso chiedere la residenza finché i lavori anti-barriere architettoniche non saranno terminati.

A5) In alternativa, potrei fare subito i lavori, ma allora non potrò avanzare richiesta di contributo,  giacché per richiedere il contributo NON DEBBBO INIZIARE I LAVORI finché non avrò in mano la ricevuta  da parte dell'ufficio legge 13/89 [Dipartimento Programmazione e Attuazione URbanistica - Direzione degli Strumenti Urbanistici - U.O. Procedimenti Edilizi Speciali] che si trova in viale Civiltà del Lavoro 10 (Roma Eur) e con essa recarmi all'U.O.T. ufficio ispettorato edilizio del municipio di appartenenza. Solo dopo potrò iniziare i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche... 




Non arriverò mai a questa fase. Perché?
Perché non si può stare in una casa in mezzo ai calcinacci, con un bagno non funzionante, senza porte etc - NESSUNO, tanto meno un disabile. Che fa, chiede di andare al bagno dalla vicina? Dorme nel letto coperto dalla polvere sospesa dei lavori in casa?

Ma l'estensore della legge non ha pensato a questo.



Dimenticavo altri punti:

B) Qualora la richiesta venga accettata (non so come), il contributo sarà erogato di lì a 10 anni. Attualmente stanno pagando il 2004 (lo dice il sito stesso del Comune di Roma nella sezione MODULISTICA). Pertanto gli anni sono 12 e non 10.

C) Passati i fatidici 10 oppure 12 anni, il contributo sarà erogato solo nel caso in cui il disabile [colui che ha fruito dei lavori per abbattere le barriere architettoniche, colui per il quale è stata presentata richiesta di contributo -  colui il quale ha affrontato (o per il quale si è affrontata) tale spesa - sia ancora in vita.
È o non è una legge-truffa?

Non finisce qui. Veniamo al caso personale.
C'è anche - come finale - l'aneddoto amaro.
Nostro figlio ha presentato con delega la domanda e quando ha chiesto alle due impiegate di via Civiltà del Lavoro di prendere in considerazione un compromesso, giacché lui - come me - non capiva la logica per la quale la nostra richiesta veniva (anzi, è stata) rifiutata, una delle due impiegate (entrambe sbuffanti e arroganti, ho parlato anch'io al telefono con loro) ha osservato, con stanchezza, a mo' di boutade
«La prossima volta compratevi la casa già attrezzata».

Come bisognerebbe rispondere a cotanta tracotanza e assenza di pietas?


Già che ci sono segnalo quest'ultima parte (l'inciviltà e la tracotanza delle impiegate addette al ricevimento del pubblico il giorno 14 aprile 2016) alla dirigente del Dipartimento in questione, dott.ssa Annamaria Graziano



venerdì 22 gennaio 2016

In fila all'Eurospin



Ieri pomeriggio, in fila all'Eurospin.
Ho fatto una spesa consistente e mi sto chiedendo perché mai è sempre così quando non ho il carrello.
Intanto, scorgo dietro di me due ragazze (chiaramente straniere) con in mano due birre.
Dico loro di passare avanti.


Ringraziano e vedono che il cliente davanti a me sta poggiando tutte i suoi innumerevoli acquisti sul nastro nero di gomma della cassa. Vorrebbero chiedere anche a lui, ma non osano.
Il signore è un signore tranquillo.

Lui le vede e dice in italiano (da straniero), Ah, ma potevate chiedermi di passare! Comunque, un attimo... aspettate, vi faccio passare.

Una delle ragazze dice in rumeno all'altra (ma sottovoce): È rumeno! (Qui interpreto:) Perché non ci parla in rumeno?

Lui si volta e dice in italiano: Perché siamo in Italia. E si gira.

Lui è un uomo integrato nella società italiana.
Non credo assimilato, ma integrato sì.

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