venerdì 19 agosto 2011

Quando a cena si ha un ospite che si conosce appena

Non mi capita spesso, ma tavolta accade. Accade che inviti a cena una persona simpatica, ma di cui non so granché, soprattutto per quel che è delle sue abitudini alimentari. 
Potrei chiedere, ma mi piace scommettere (rischio forte, lo so).
Sicché ieri sera ho invitato la mia vicina del 3° piano che credevo essere sudafricana (invece è nata in Rhodesia, oggi - da anni, lo so - Zimbabwe, ma io appartengo a un'altra generazione geografica) a cena da noi. 
Biondissima, piuttosto britannica, col suo cagnolone malato, Jason, piena di premure (di sua iniziativa, mi ha tenuto le piante aromatiche mentre ero via), sorridente, e tanto sola che trova in mio figlio la persona con cui esprimersi nella sua lingua, mentre sta imparando il francese.
Insomma, una bella persona da invitare.

Siccome dice che quando passa davanti alla mia porta, sente profumi di cucina che la spingerebbero a suonare il campanello (passatemi il momento di sbrodolamento autoincensativo), ho preparato:
1. torsades (assomigliano ai fusilli della De Cecco, ma arrivano dall'Alsazia) all'uovo con sugo di pomodoro, tanto tonno con un pizzico di peperoncino e una spruzzata di prezzemolo italiano;
2. salmone avvoltolato, una mia pseudoinvenzione: 2 pavés di salmone allineati e sovrastati da rondelle di pomororo rosso tondo con 4 foglie di basilico e sale avvolti nella pasta sfoglia tesa che si richiude su di loro e viene spennellata di tuorlo d'uovo (l'albume servirà da collante). Il tutto in forno preriscaldato a 180° per 20-30 mn (a occhio).

salmone fresco "avvoltolato" nella pasta sfoglia e riposto in forno


interno
3. contorno di insalatina fresca
4. dessert di formaggi francesi
5. torta al cacao con variante di praline Vahiné all'interno.

Il vino, ottimo, l'ha portato lei: un Isabelle et Pierre Clément Châtenoy Menetou-Salon 2010  insieme con un bouquet di girasoli (mai pensato di regalare questi fiori) e un regalino per il nostro cane.

Jacqueline Spaccini @2011
E poi, nella notte, abbiamo portato a spasso Mustang per le vie di una Saint-Cloud serenamente deserta.
È stata un'ottima serata.

lunedì 15 agosto 2011

Mes pivoines

Quando il mondo ci appare brutto, circondiamoci di bellezza.
Jacqueline Spaccini © 2011

Le mie peonie.

martedì 9 agosto 2011

E la chiamano estate...

Io la debbo smettere di tornare in Italia.
Lo dico (anzi, lo scrivo) perché è il terzo anno consecutivo che mi succede qualcosa diciamo di non graditissimo al rientro. 
2 anni fa, i ladri in casa di notte con noi dentro (e meno male che c'era il cane in casa che li ha fatti fuggire). Tanto spavento, portafoglio, 2 pc e 1 fotocamera in meno.
Lo scorso anno, incidente sull'autostrada (non sto a raccontare, basta cliccare qui).  


Quest'anno, a bordo della mia nuovissima Toyota corolla verso con cambio automatico, antifurto elettronico specialmente concepito (faccio un francesismo) in Inghilterra (dove è stata costruita la mia auto), scendiamo a casa, sul lago di Vico. 

Ci facciamo però qualche giorno a Roma, perché io debbo fare ricerca in varie biblioteche e nel museo del Risorgimento...  

E me la rubano. Mi sveglio alle 2h, controllo, sta sotto casa. Mi risveglio alle 7h e non c'è più. Fantozziana la denuncia al terzo commissariato di zona, perché nel primo non c'è nessuno, a parte il piantone e nel secondo non si può che è in atto una grossa "operazione"... Da lì ha inizio la via crucis delle telefonate, dei fax e delle raccomandate alla mia società assicurativa (la Toyota assurances). 
Soprattutto per il rientro in terra di Francia. Ma salto, ché sennò annoio.

Mia cognata mi presta la sua auto e rientriamo nel nostro ameno (e sperduto) villaggio.
Mi capita nel frattempo qualche altra cosa negativa, che però ho già rimosso e non ricordo più.

Parliamo del rientro.

Noleggio un'auto via telefonica. Via internet no, ché non ho il pc a casa né connessione. La noleggio presso la S***t. Chiedo un'auto con bagagliaio di almeno 1580 lt. (quello della mia auto). Per motivi vari (che non sto a dire) mi serve davvero così grande. Mi assicurano che avrò una Orlando (che non conosco per nulla).
Bene. E anche questa è fatta. 
Un piffero.

Il giorno del noleggio, i miei cognati mi accompagnano a Ciampino, vado a ritirare la mia auto, PRUDENTEMENTE chiedo di vedere l'auto prima di firmare il contratto (non ho anticipato denaro) e scopro che mi attende... una Cruze, che è una berlina - bellissima per carità, ma non mi serve a nulla. 
Cerco con le altre società. Alla fine, la H***z mi scova una FIAT Doblò, carissima, ma disponibile. Vado per dare la mia patente e la mia carta di credito. Bene.

Secondo piffero.
Il bancoposta NON è una carta di credito e non posso neppure pagare in contanti. La Visa è rimasta a casa (a oltre 80 km dal luogo in cui mi trovo). Mio cognato garantisce per me, ma ora io sono il 2° guidatore e debbo pagare di più.

Alla fine, dopo 2 ore, esco dalla zona RENT A CAR e mi immetto nella meravigliosa rampa che accede al G.R.A. di Roma in direzione del viterbese. Bene: sono le 18.15 di venerdì 5 agosto e tutti si trovano lì.
2 ore dopo sono a casa.

L'arrivo a Fiumicino, il giorno della partenza, non è stato funestato da grossi problemi, a parte che alla riconsegna dell'auto, ho dovuto correre di qua e di là per pagare in contanti, visto che non potevo pagare con la carta di credito di mio cognato che non c'era, né con la mia. 
A parte ciò, il personale dell'Air France (tutto italiano) è stato efficientissimo e ringrazio tutti  per l'assistenza prestataci.

Un taxi pagato da Toyota assurances (così come il volo - tranne il passaggio del cane) ci attendeva a Roissy CDG. Non aveva un bagagliaio eccezionale (omologato), ma volevo tornare a casa al più presto, sicché ho detto al tassista: Si vous me faites confiance, Monsieur, je me charge de (= je charge) tout. Traduzione: «Se ha fiducia in me, penso a tutto io». Ho le unghie spezzate.

Alle 17h, dopo aver aperto la porta di casa, mi sono inginocchiata e come vidi fare al papa Giovanni Paolo II, ho baciato il suolo (il parquet d'ingresso).

Se non ci volete, ditecelo, però.