lunedì 28 giugno 2010

Yusuf Islam o Cat Stevens che dir si voglia

Canta sempre meravigliosamente bene questa canzone:

domenica 27 giugno 2010

Graduation Day 19.06.2010 di mio figlio

Bravo, Romain !

venerdì 25 giugno 2010

C'era una volta una giovane donna delle Marche...

Ci sono persone che vivono la loro vita non pensando a se stesse. Persone che quando provano a farlo, di già il pensiero le disturba. Perché temono di dar fastidio, temono di perdere la stima o l'affetto altrui. E così pensando, si ritraggono. Tengono i loro desideri in un cantuccio dei pensieri giornalieri o delle speranze mensili. Ritenendo che quel futuro auspicato probabilmente non si realizzerà mai.

Alle volte, però, i desideri sono più prepotenti delle persone. E finiscono per realizzarsi. Perché poi - va detto - quelle persone di cui sopra (quelle coi desideri nello scrigno del cuore), sono in gamba, preparate, ce la possono fare. Hanno solo (un solo grande come una casa) bisogno di crederci fino in fondo, di OSARE (a volte osare corrisponde a domandare), di rovesciare la propria pelle e smaltarla di una grinta rosso fuoco.

Peine perdue ? Mica lo so.

Silvia e io

C'era una volta una giovane donna delle Marche, Silvia, che di dubbio in dubbio il suo bel dottorato di ricerca l'ha ottenuto. E ora non ha la pazienza di vedere il mosto farsi vino in fondo al tino.  Scàlpita. Vorrebbe che la natura (anche l'universo letterario ha le sue stagioni!) non seguisse il suo corso, lei.

Silvia l'ho conosciuta anni fa, in qualche modo sono un personaggio del suo dottorato (venne a Parigi per pormi delle domande a proposito delle mie origini di emigrata). Era un brutto periodo per lei. Oggi ha terminato il suo lungo percorso accademico (l'ho rivista a Parigi, pochi giorni fa), ma come lei stessa ha detto solo quello s[a] fare: studiare. 

E allora osa, Silvia! Ma datti anche da fare, spulcia tutto quanto riguardi le offerte dell'UE, chiedi in giro, non aver vergogna. Fai come Maometto: vai alla montagna. Ora però, in primo luogo, passa delle serene vacanze.

C'è un tempo per tutto. A cruce salus.

Ti aggiungo un video che ti darà la carica (con me funziona. Parlo per esperienza, anch'io un tempo ero come te)

mercoledì 23 giugno 2010

Questa sono io

Càpita prima o poi di fare un passo falso. Càpita prima o poi che il mio carattere venga fuori così com'è. Prepotente. Assoluto. Padrone. Non ce la faccio, se c'è qualcosa da dire, la dico e al diavolo tutto.

Poi, rileggo quel che ho scritto o ripenso a quel che ho detto. Esagerata, sempre esagerata. 
Ma questa sono io, nel bene e nel male. 

(ma perché quando prevengo, dicendo di avere un pessimo carattere, nessuno mi crede?)

sabato 19 giugno 2010

Graduation Day: il lancio dei tocchi

Oggi s'è concluso il percorso scolastico di mio figlio. Un percorso linguisticamente «provante» che l'ha visto transitare per scuole italiane, croate, francesi, inglesi e per ultime americane.
Oggi è stato il GRADUATION DAY, giorno della consegna dei diplomi di maturità (si direbbe in Italia, sempre che si usi ancora questo termine), secondo il rito cerimoniale americano. 

Debbo dire che è stato per me e per mio marito molto emozionante. Ci sono state anche le lacrime di prammatica di una mamma innamorata del figlio. 
Durante la cerimonia mentre lo guardavo tutto compreso nel suo abito blu con in testa il tocco, l'ho rivisto crescere fino a farsi uomo.

Ora inizia l'università.
Le sue gioie sono le mie. Silenti. I suoi dolori sono i miei. Impotenti.
con il papà
Metto qui quel che scrissi quando nacque (è stupido, lo so, serve a me):

ROMAIN
Ton nom commence par la dureté du rocher 
et se termine sur les ailes du zéphyr.
Mamma

mercoledì 16 giugno 2010

Bekim Fehmiu


Omaggio al sogno della mia infanzia: Bekim Fehmiu, l'Ulisse della tv italiana non c'è più.
E sento spezzarsi tutta una serie di ricordi dentro di me.
Quello sguardo magnetico... le sirene... lui era le sirene.


martedì 15 giugno 2010

Il parcheggio dell'aeroporto CDG di Parigi


Bello, oggi.

Arrivo al parcheggio sotterraneo 2E dell'aeroporto Roissy-Charles De Gaulle (CDG) di Parigi. Costa, ma almeno si sta tranquillamente posteggiati.

C'est ça. Proprio.

Dei tre piani di parcheggio, due erano chiusi alle ore 14.15. Immaginate come si può trovare il parcheggio con una zona aperta su tre? Ecco, quando alfine sono riuscita con un vero colpo di fortuna (appena 20 mn di ricerca affannata), tutti concorrenti tra noi, come squali nel mare della notte, salgo su e scopro che l'aereo che attendo porta ritardo. Invece che alle 14.40 atterrerà alle 16.14 (bellino, il 14, eh?). Almeno è quanto previsto.

Finale: da quelle porte a scatto che fanno l'effetto di una ribalta per chi ne esce, la persona attesa è uscita alle 16.37.

Pagamento ticket del parcheggio: 12 euro tondi tondi.

Che meraviglia.

(ascoltare canzone dopo presentazione tedesca)

martedì 1 giugno 2010

Giuseppe Battiston, un attore di casa nella nostra famiglia


Mi è stato subito simpatico, fin dal primo film in cui ho fatto caso a lui, Giuseppe Battiston. Eravamo nel 2000 e il film di gran successo era Chiedimi se sono felice del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Interpretava il ruolo del ladro sfigato. Cfr. video sottostante (entrata in scena: 5'46") :



Poi l'ho rivisto - nello stesso anno - in quel film delizioso che ha per titolo Pani e tulipani nel ruolo di un improbabile detective. Buffo e divertente, con una vena di malinconia. 



Lo persi di vista. So che è stato un personaggio rilevante nel film La bestia nel cuore (2005). Purtroppo, non l'ho ancora visto.



Invece, mi colpì molto nella pellicola di Zanasi, Non pensarci (vista a Parigi con il titolo Ciao, Stefano) nel 2008. L'immagine di lui davanti ai delfini mi è impressa come quella di Stefano (Valerio Mastandrea) che corre da pedone sotto il rilevatore di velocità per vetture ...



E infine, il dottor Freiss, ruolo importante a latere della serie tv Tutti pazzi per amore 1 e 2, insieme con la stratosferica Carla Signoris:



Grazie, Battiston. A proposito, un pizzico di sano cinismo: il dottor Freiss ci prende, quando dice «in realtà, è il senso di colpa che spinge a dire la verità». E verità per verità, ha un certo non so che, il Battiston...